Pedemontana, rinviata a settembre la decisione sul fallimento

25 luglio 2017 | 09:56
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Pedemontana, rinviata a settembre la decisione sul fallimento

Rimandata all’11 settembre l’udienza che discuterà del fallimento di Pedemontana. Fuori dal tribunale, il 24 luglio, erano presenti anche gli attivisti di NoPedemontana.

La corte si aggiorna, e dà appuntamento a Pedemontana a dopo l’estate. È il risultato della prima udienza relativa alla richiesta di fallimento di Pedemontana avanzata dalla procura di Milano: bisognerà aspettare ancora più di un mese, dal 24 luglio all’11 settembre, perché si torni a parlarne in tribunale. Un periodo di tempo che dovrebbe servire a esaminare il materiale messo a disposizione del giudice: i pm chiedono infatti di verificare se la società Autostrada Pedemontana Lombarda si trovi nelle condizioni previste dalla legge fallimentare. Nel frattempo, le due parti potranno presentare ulteriori documenti: la procura avrà tempo fino al 21 agosto, la difesa fino al 5 di settembre.

Gli attivisti del comitato NoPedemontana, presenti sin dalla mattinata davanti al tribunale con uno striscione che recitava “Pedemontana è già fallita”, si sono detti soddisfatti del presidio: in pochi hanno partecipato alla “gufata”, ma l’iniziativa ha avuto una discreta risonanza. Vicino a loro c’erano anche i lavoratori di Serravalle, che controlla in parte Pedemontana, con un presidio distinto del sindacato Cub: ma per sapere se i “gufi” hanno avuto la meglio su società Pedemontana bisognerà attendere almeno settembre.

A rincarare la dose ci pensa Gianmarco Corbetta, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle: «Il destino di Pedemontana è segnato e il suo stop è irrimediabile, sia che il tribunale dichiari il fallimento nei prossimi mesi, sia che il mercato ne decreti la fine a gennaio del 2018, a bilancio infatti non ci sono risorse per garantire la continuità aziendale oltre questa data. Sono pochi mesi che non cambiano le carte in tavola e che dovrebbero essere usati per pensare al dopo Pedemontana. Oltre alle responsabilità del fallimento e alla quantificazione di eventuali danni all’erario è necessario tutelare i posti di lavoro dei dipendenti. L’autostrada poi, si immette nella Milano-Meda che è in condizioni pessime e va riqualificata per migliorare la viabilità in tutta la zona. Vanno poi completate le compensazioni ambientali dei tratti già realizzati. Chiediamo che l’abbandono dell’inutile progetto avvenga nel modo meno doloroso possibile per le casse pubbliche, i cittadini hanno già pagato abbastanza un ecomostro che passerà alla storia come esempio dell’incapacità dei partiti di dare ai lombardi una viabilità sostenibile. La nostra regione deve cambiare rotta; è necessario investire nel trasporto pubblico locale, nella mobilità dolce e nell’efficientamento della rete stradale esistente».