Percorso vita, il Parco di Monza pronto a rimuovere gli attrezzi pericolosi

Molte delle attrezzature sono danneggiate e avrebbero bisogno di manutenzione. Parco di Monza, quando il percorso vita diventa un pericolo per gli atleti.
Alcuni sembrano antichi strumenti di tortura, in tutto e per tutto simili a quelli esposti al London Dungenon. Invece, sono gli attrezzi dei percorsi vita del Parco di Monza vittime di una cronica carenza di manutenzione che, anno dopo anno, ha finito per trasformarli in attrezzature quasi pericolose, marce e mezze rotte. Le segnalazioni dei numerosi frequentatori del Parco sono aumentate a vista d’occhio in questi ultimi giorni. Denunciano il problematico stato di degrado che, per alcuni versi, pur essendo considerato come la spia di un crescente livello di trascuratezza nei confronti di tutte quelle infrastrutture presenti all’interno del polmone verde, dalle staccionate alle panchine, finendo coi gabinetti chimici. Partiamo dalle attrezzature dei percorsi vita. Basta fare due passi per rendersi subito conto che le cose non stanno come dovrebbero. Alcuni esempi: all’attrezzo che dovrebbe essere utilizzato per rafforzare gli addominali, costituito da una panca inclinata, mancano alcuni assi e quindi è inutilizzabile, alla scala a pioli installata per rafforzare i muscoli delle braccia e per fare un pò di stretching alla schiena, mancano letteralmente tutti i pioli. Ma proprio tutti e sono sopravvissuti solo i pali di sostegno che però da soli servono a poco o a niente. Poi, un’altra attrezzatura utile per fare dei piccoli scatti in salita, alcune parti sono completamente marce e sui bordi fuoriescono lunghi chiodi arrugginiti. Alle parallele, poi, rimane solo il nome perché sono completamente storte. “E non si capisce come possa essere successo – spiegano alcuni runner -, sono in metallo e per spostarle serve parecchia forza. E’ chiaro che qualcuno ci si deve essere dedicato con attenzione”. Le sbarre dove dovrebbero essere agganciati degli anelli, invece, sono senza anelli e al loro posto ci sono solo degli spuntoni di metalli mezzi arrugginiti. “Il Parco di Monza è senza dubbio un posto spettacolare – ha proseguito un altro frequentatore del polmone verde -. Tuttavia, avrebbe bisogno di una manutenzione un po’ più puntale. Questi attrezzi dei percorsi vita dovrebbero essere tolti. Ridotti in queste condizioni possono diventare veramente pericolosi, sopratutto se qualche bambino si avvicina per giocare”. I frequentatori del Parco, oltre che contro le attrezzature dei percorsi vita, puntano l’indice anche contro i gabinetti chimici installati a ridosso di alcune porte d’ingresso: vicino alle Grazie Vecchie e vicino alla porticina di Vedano. “Vanno bene – hanno aggiunto -. Ma talvolta non vengono ripuliti in maniera tempestiva e fuoriescono strani liquami. Devono essere tenuti in ordine, altrimenti rischiano di trasformarsi in mini discariche”.
Una svolta decisiva nella manutenzione del Parco dovrebbe arrivare grazie all’accordo di programma varato da Regione Lombardia, che prevede uno stanziamento di 55 milioni di euro per i prossimi 10 anni. In realtà, pare che i fondi in questione abbiamo una priorità ben definita: patrimonio arboreo e cascine. La manutenzione delle attrezzature dei percorsi vita non è in cima alla lista. L’amministrazione Parco è, così, intenzionata a risolvere il problema alla radice. Come? Eliminando gli attrezzi pericolosi o rotti. “Domani effettueremmo un primo giro di verifica – spiegano da cascina Fontana, sede dell’amministrazione Parco -. Purtroppo, certe attrezzature sono installate da diverse anni e se non vengono mantenute regolarmente, finiscono per marcire o rompersi. Quelle eccessivamente ammalate o che possono rappresentare un problema per la sicurezza, le toglieremo di torno”.
Foto di Riccardo Fazio