Selene Biffi, la mezzaghese che dalla Somalia combatte odio e fake news

18 luglio 2017 | 05:11
Selene Biffi, la mezzaghese che dalla Somalia combatte odio e fake news

Una 35enne collaboratrice dell’Onu e già premiata con il Mother Teresa Award, ha creato Loudemy, softwer in grado di smontare qualsiasi bufala sul web

Trentacinque anni e l’impegno costante a cambiare le cose, fin da quando di anni ne aveva 22: una Laurea in International Economics, un Master in International Humanitarian Action, anni vissuti all’estero, nei luoghi del mondo che siamo abituati a considerare pericolosi: Kabul, per esempio, o Mogadiscio, dove si trova attualmente per gestire un progetto di imprenditoria sociale. E dall’osservatorio sul mondo che si è creata negli anni, Selene Biffi, mezzaghese di nascita che la realtà delle cose l’ha vista e vissuta con i suoi stessi occhi, si è inventata un sistema anti fake-news, una sorta di cartellino rosso dell’odio che scorre sulla rete e si propaga al sistema dell’informazione.

“Mi trovavo a Kabul proprio nel periodo del primo grosso attentato dell’Isis – ha raccontato – Sui social leggevo notizie non vere e piene di odio e mi imbattevo continuamente in persone che difendevano posizioni assurde pur non essendo mai state in Afghanistan. Facevo fatica a spiegare come la situazione fosse molto più complessa di quanto si vedesse in televisione o nei commenti agli articoli online”.

loudemy selene biffi

E così la giovane ha messo in piedi una squadra di persone provenienti da tutto il mondo: la questione non era certo facile, bisognava creare un sistema in rete, una sorta di robot che fosse in grado di intercettare insulti, parole d’odio, discorsi discriminatori o infondati, ma anche di rispondere in tempo reale per stemperare i toni e argomentare con dati e informazioni provenienti da fonti autorevoli. Il tutto sui grandi temi caldi di interesse internazionale: immigrazione, religione, vaccini e diritti umani, solo per citarne alcuni. Poi c’era da risolvere la questione fondi e quindi, dopo una parte autofinanziata, la giovane ha dovuto cercate anche dei finanziatori. E finalmente è nata Loudemy, una piattaforma di chatbot, software che simulano una conversazione tra robot ed essere umano, nata per trasformare ogni conversazione online in un’opportunità di dialogo, informazione e, soprattutto di cambiamento.

LOUDEMY, IL ROBOT CHE SMONTA LE BUFALE SUL WEB – Il simbolo della piattaforma è un megafono, come a indicare la volontà di urlare la verità, ma in maniera gentile: “Ho trascorso ore sui social nel tentativo di rispondere ai commenti di odio e di fake news su quanto accadeva, ma era impossibile controllare la rete di post che generava la disinformazione. Allora ho capito che un software avrebbe potuto aiutarmi”.

È sufficiente registrarsi sulla piattaforma on line loudemy.com, gratuita per i privati, selezionare le aree di interesse, le fonti che verranno utilizzate ed associare i propri account social, Facebook, Twitter, YouTube ecc. Grazie ad un algoritmo, il sistema sarà in grado di intercettare le fake news elaborando un’analisi del testo e delle intenzioni di chi scrive. Infine, posterà, dagli account che abbiamo collegato, commenti, notizie e dati provenienti da fonti reali, compresi materiali video, foto e audio, in grado di smontare qualsiasi bufala del web.

SELENE, DA MEZZAGO AL MONDOCON UN SOGNO – L’obiettivo è quello di diffondere la verità, un modo senza dubbio di cambiare il mondo, che Selene sembra sempre aver avuto nel cuore. Per altro, un sogno che ha portato la giovane mezzaghese già agli onori della cronaca. Selene infatti, ha iniziato a collaborare con l’Onu dopo la laurea e ha creato la sua prima startup sociale a soli 22 anni. Nel 2013, ricollegandosi all’antica tradizione locale dei poeti-musicisti ambulanti, ha aperto a Kabul The Qessa Academy, la prima scuola che insegna ai ragazzi disoccupati come utilizzare le storie per insegnare a livello locale e su cui ha scritto un libro: La maestra di kabul. Nel 2016 le è stato assegnato il Mother Teresa Award, prima italiana a ricevere questo premio che prima di lei hanno avuto il Dalai Lama, Malala e Medici senza frontiere.

selene biffi Mother Teresa Award

Attualmente si trova a Mogadiscio, dove si occupa della formazione di aspiranti imprenditori, e di aprire un incubatore, ovvero uno spazio fisico per start up che dovrà offrire corsi, supporto e finanziamenti a professionisti di vario genere.

In Italia Selene ci torna poco, ma quando ci torna organizza momenti di incontro per motivare anche i giovani sognatori italiani. “Quello che mi manca dell’Italia è avere la possibilità vera di rimanere e provate a fare la differenza anche da noi” ha commentato la ragazza che intanto prova a cambiare le cose dalla rete con Loudemy: “Credo che l’informazione possa fare molto per presentare più punti di vista e aprire così gli argomenti attuali al dialogo e al confronto. Loudemy è nata anche per questo, perché credo che la qualità delle conversazioni e delle partecipazioni on line si riversi nelle nostre vite reali”.

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