La prima lavatrice parlante al mondo è brianzola, parola di Candy

Dopo un 2016 da record, l’azienda investe per rilanciare la crescita. Ma a Brugherio i 300 lavoratori in esubero temono lo scadere dei contratti di solidarietà
Da oggi i panni a casa li lava Bianca. E in caso di dubbi su temperatura, lavaggio o centrifuga, basta chiedere: Bianca risponde. Perché Bianca è sì una lavatrice, ma parlante: ed è italiana, anzi Brianzola, marchiata Candy.
LA LAVATRICE INTELLIGENTE È BRIANZOLA – La lavatrice del futuro, nella casa del futuro, è stata presentata nei giorni scorsi all’Ifa di Berlino, fiera industriale-tecnologica che ogni anno presenta le principali novità nel settore. E Bianca è questo: una grande novità, la prima lavatrice al mondo a parlare con l’utente. Bianca capisce le esigenze, aiuta nella scelta del programma più adatto, memorizza le abitudini e fornisce consigli per il lavaggio. Inoltre, informa in tempo reale sul suo stato di manutenzione, per richiedere un intervento in autonomia se necessario.
Il dialogo tra utente e lavatrice avviene tramite smartphone. Si lancia l’app Candy simply-Fi e si rivolgono domande all’elettrodomestico utilizzando la voce o scrivendo come si farebbe in una chat. E Bianca risponde. Più tecnicamente parlando, per realizzare questa tecnologia, Candy si è avvalsa della collaborazione con Google, che ha adattato il suo assistente virtuale Google Assistant alla nuova nata, utilizzando lo stesso meccanismo degli assistenti virtuali più evoluti, da Siri ad Alexa di Amazon, per la prima volta su una lavatrice.
L’elettrodomestico sarà in vendita subito dopo la conclusione della fiera berlinese, quindi nel mese di settembre, con soddisfazione di Beppe Fumagalli, Amministratore delegato dell’azienda che con i suoi 4mila dipendenti nel mondo, mille dei quali in Italia, detiene l’8% del mercato europeo delle lavatrici.
CANDY CRESCE MA I LAVORATORI BRUGHERESI RISCHIANO – La nuova nata in casa Candy, punta a migliorare questo dato e la vita quotidiana, anche se rende ancora più amaro il rientro dalle ferie dei dipendenti. La novità, infatti, è senza dubbio un paradosso se si pensa agli ultimi episodi che hanno avuto per protagonisti i lavoratori dello stabilimento di Brugherio.
Negli scorsi mesi, contestualmente alla comunicazione di un bilancio 2016 da record, con il superamento della soglia storica del miliardo di euro di ricavi e un significativo rialzo della quota di mercato, Fumagalli aveva comunicato l’intenzione dell’azienda di voler investire per rafforzare la crescita dopo anni di flessioni cominciate intorno al 2008: il piano industriale 2017-2019 prevede 105 milioni di investimenti per rilanciare l’innovazione e la crescita del gruppo, e rafforzare la presenza sul mercato cinese.
Nonostante la crescita, l’azienda continua però a dichiarare esuberi di circa 300 unità. Attraverso i contratti di solidarietà, i licenziamenti sono stati congelati, ma i lavoratori si domandano cosa accadrà quando questi scadranno a ottobre. Nel mese di luglio, durante uno sciopero, la delegazione aveva ribadito la necessità di accompagnare i nuovi investimenti con un aumento dei volumi che consentisse, in prospettiva, di azzerare gli esuberi, mentre al Ministero era stato chiesto di sostenere un piano industriale per gestire positivamente il problema occupazionale.