Inizio della scuola? In Brianza oltre 200 alunni sono senza una classe

12 settembre 2017 | 06:33
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Inizio della scuola? In Brianza oltre 200 alunni sono senza una classe

Gli studenti hanno studiato tutta l’estate. Superato gli esami, ma la scuola non ha trovato i professori e quindi per loro niente lezioni.

Oltre seimila studenti riprendono a sedere tra i banchi di scuola, tranne 217 studenti che non hanno potuto rispondere “presente” all’appello. Per loro, non c’è nessuna classe a disposizione. E la notizia è arrivata alle famiglie solo a poche ore di distanza dall’inizio del nuovo anno senza troppe spiegazioni.

Questa è l’incredibile vicenda che vede protagonisti alcuni giovani provenienti dai Centri di Formazione Professionali dislocati sul territorio, il Terragni di Meda, il Pertini di Seregno e il Marconi di Concorezzo. Una vicenda intricata. Dopo quattro anni di studi nella scuola professionale, e dopo aver superato l’esame finale, i giovani hanno tutti fatto richiesta per poter affrontare anche il quinto anno all’interno di un liceo superiore per poter prendere il diploma. Destinazione? Il liceo Meroni di Lissone oppure il liceo Ferrari di Monza. Una richiesta legittima, perfettamente in regola, che offre anche a quei ragazzi che scelgono di imparare un mestiere in una scuola, poi, di sostenere l’esame di maturità. Fin qui, la storia fila liscia,- come ci racconta una mamma di una delle ragazze “vittima” di questa vicenda, medese, proveniente da un percorso di formazione di quattro anni al CFP Terragni e destinata poi ad arricchire la sua conoscenza con un anno, il quinto, al liceo Meroni di Lissone: “durante l’ultimo anno al centro di formazione professionale, sia gli studenti che noi genitori, abbiamo affrontato riunioni e colloqui – ci spiega – per preparare al meglio l’inserimento dei nostri ragazzi al liceo superiore. Il dirigente scolastico ci ha sempre rassicurato in tal senso e per di più ci ha indicato la scuola Meroni di Lissone come polo d’accoglienza”.

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Dunque, arrivando da un percorso professionale, i ragazzi richiedenti l’inserimento alla quinta classe di liceo, hanno dovuto comunque affrontare dei corsi di recupero, nel caso specifico di economia aziendale, e poi sostenere un esame per testare effettivamente la preparazione e l’idoneità all’inserimento alla classe quinta. “Gli studenti hanno passato l’intera estate a studiare – continua C.B., una delle mamme coinvolte nel caso che riguarda l’istituto di Lissone – abbiamo anche pagato ben 130 euro a testa per avere delle lezioni di recupero proprio da un’insegnate del Meroni. I nostri figli poi, lo scorso giovedì (7 settembre, ndr) hanno affrontato l’esame e tutti sono stati promossi”.
Una grande soddisfazione, indubbiamente, solo che qui arriva l’amara sorpresa che ha lasciato senza parole i genitori che, ancora oggi, stanno cercando di capire cosa sia realmente successo. La scuola, l’istituto professionale Meroni di Lissone, emette una circolare: “non risulta accoglibile la richiesta di iscrizione alle classi quinte statali di tutti i 217 richiedenti iscrizioni nelle scuole polo destinatari (144 alunni presso il polo “Ferrari” di Monza e 73 presso il polo “Meroni” di Lissone), in quanto si è potuto garantire esclusivamente la formazione di tre classi presso l’istituto Ferrari”. Una comunicazione consegnata ai genitori venerdì 8 settembre, ovvero, a solo due giorni di distanza dall’inizio dell’anno scolastico lasciando così, studenti e genitori, a mani vuoti: “ad oggi io non so cosa deve fare mia figlia, è assurdo – continua la mamma, arrabbiata e deluso dall’intera vicenda – perderà l’anno? Verrà assegnata ad un’altra scuola? Non ci dicono niente. Il dirigente scolastico della Meroni ci ha rimbalzato alle altre scuole che dovrebbero avere capienza per accogliere i ragazzi, ma ovviamente i dirigente delle altre scuole non sanno nulla – ci spiega – una delegazione genitori/alunni ora proverà a sentire il dirigente scolastico della Don Milani di Meda ma in realtà siamo molto scettici”. E intanto, il primo giorno di scuola è passato. Ma qual è la reale motivazione di questa mancata formazione delle nuove classi quinte? Mancando i fondi? Mancano i docenti? Problemi burocratici? Lo abbiamo chiesto direttamente a Mauro Cereda, docente distaccato dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia: “la questione nasce tempo addietro, ovvero quando questi giovani hanno deciso di portare avanti un percorso di studi professionale e poi, per un motivo o per l’altro, decidono di voler entrare a far parte di un liceo per prendere la laura – ci spiega – tutto regolare, capiamoci, ma è difficile collocare degli studenti che hanno studiato tutt’altro in una quinta solo per far loro prendere la maturità. Si può fare, certo, perché c’è una legge che lo permette ma non è detto che dopo i quattro anni di professionale, di diritto si possa passare ad una quinta superiore solo perché ora il ragazzo ha deciso che vuole prendere la maturità. Potrebbe essere inserito anche in una classe prima, se le sue conoscenza sono lacunose in alcune materie”.

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Tutti i ragazzi provenienti dal CFP Terragni – chiediamo – hanno però fatto dei corsi di recupero, superandoli a pieni voti. Quindi perché non possono ora iniziare l’anno scolastico insieme a tutti gli altri? “Semplicemente perché non ci sono abbastanza classi e non ci sono abbastanza docenti per coprire tutte le sezioni. Pensi che su Milano, che ha un’utenza decisamente maggiore rispetto alla Brianza, è stata fatta una richiesta di solo quattro classi. Nella provincia di Monza e Brianza, ne sono state richieste ben dieci. Troppe – spiega Cereda –  e comunque, ci tengo a sottolineare che non c’è nessun foglio scritto, mi pare, in cui si dichiara che queste classi sarebbero state realizzate. Era stata avanzata una richiesta, questo sì, ma poi dalla richiesta bisogna fare uno studio in base all’organico di fatto per capire se c’è la reale possibilità di dare vita a delle nuove sezioni. E in questo caso non c’è”.

Se questa è la motivazione – chiediamo – l’istituto avrebbero dovuto saperlo già da tempo, e allora come mai la comunicazione alle famiglie è arrivata solo venerdì, ovvero, a due giorni di distanza dal suono della campanella?Un po’ scorretto non trova? “ A questa domanda io sinceramente preferisco non rispondere”, commenta. Quindi, sta dicendo che l’istituto lo sapeva  già ma non l’ha comunicato in tempo? “Preferisco non rispondere”. E la mancata risposta ci arriva anche dall’Istituto Meroni di Lissone: per ora, il dirigente scolastico non ci ha rilasciato alcuna dichiarazione in merito alla vicenda. “Una storia assurda che ci lascia senza parole – conclude la mamma della ragazza che, questa mattina, non ha potuto affrontare il primo giorno di scuola – oltre il danno anche la beffa: una figlia a casa senza sapere cosa farà, dopo che ha passato l’estate a studiare come una matta per passare l’esame di recupero e dopo aver tirato fuori ben 130 euro per farle fare delle lezioni speciali. Davvero, senza parole”.