La ‘Ndrangheta aveva una spia in Procura. “Accuse senza fondamento”

Il suo legale ha spiegato che credeva di cercare informazioni su un esposto, senza conoscere indagine in corso
Faceva la spia, tradendo la fiducia degli uffici giudiziari, raccontando all’imprenditore di Seregno Antonino Lugarà come stavano procedendo le indagini sul Comune di Seregno. “Giuseppe Carello, ai domiciliari, ha violato la fiducia del Procuratore e del personale giudiziario ed amministrativo che sono totalmente estranei ai fatto. Ha violato il giuramento alle istituzioni”.
Con queste parole, lapidarie, il Procuratore della Repubblica di Monza Luisa Zanetti ha definito l’agire di Carrello che, “attraverso le sue credenziali accedeva alla nostra banca dati e rispondeva alle domande dell’imprenditore di Seregno indagato – ha aggiunto Zanetti – viene ascoltato mentre elenca gli indagati davanti alla nostra schermata, poi abbiamo una fotografia che inquadra l’imprenditore con il nostro dipendente”. Nonostante il suo agire però, come ha aggiunto il Pm Salvatore Bellomo “le indagini sono andate a buon fine, nonostante quanto fatto da questo traditore”.
Consigliere comunale a Giussano per l’Udc per oltre dieci anni, nominato addirittura “Cavaliere della Repubblica” nel 2010, Carrello è originario di Vibo Valentia e lavorava presso la Procura della Repubblica di Monza, precisamente “ufficio affari semplici”.
E appunto “semplicemente” l’uomo si sarebbe infilato nel database degli uffici giudiziari, per riferire ad Antonino Lugarà, anche lui di origine calabrese, imprenditore edile di Seregno ritenuto vicino all’Ndrangheta e arrestato ieri in seguito alla maxi inchiesta della Procura di Monza e della Dda di Milano sulle infiltrazioni della malavita nel mondo della politica e dell’imprenditoria in Brianza, informazioni riservate sull’indagine in corso.
Accusato di rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento personale, spaventato per l’ipotesi di poter essere scoperto parlando al telefono con Lugarà, viene pedinato e immortalato dai carabinieri di Desio, che hanno lavorato al ramo brianzolo dell’inchiesta, mentre al bar beve un caffè e spiega a Lugarà cosa aveva visto sfogliando le schermate dello “Sdas”. Venerdì mattina è previsto il suo interrogatorio di Garanzia.
Tuttavia, la difesa dipinge una dinamica dei fatti totalmente diversa: “chiariremo davanti al Gip la posizione del mio assistito, nessuna malafede nella violazione dei segreti d’ufficio, quella stava dall’altra parte – ha spiegato l’avvocato Pasquale Lepiane del foro di Monza – il favoreggiamento personale non ha fondamenti, è insussistente e si basa solo sulle dichiarazione di terzi”. Poi l’avvocato ha aggiunto “lui e l’imprenditore erano amici, pensava di fare un favore senza sapere che dietro ci fosse un’indagine di questa portata”. Infine ha spiegato “Lugarà aveva presentato un esposto contro il comune di Seregno e al mio assistito aveva chiesto conto di questo – e ha aggiunto – quando gli ha fatto notare che non trovava traccia di quell’esposto ma altri nominativi, gli ha detto che a lui non dicevano nulla”.