“Villaggio dell’Innovazione”, L’assessore: “Il progetto Pd è spreco di soldi pubblici”

26 settembre 2017 | 00:27
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“Villaggio dell’Innovazione”, L’assessore: “Il progetto Pd è spreco di soldi pubblici”

Polemica in consiglio comunale. Pietra della discordia è il Piano Attuativo Guerrazzi – Spallanzani e un presunto, o meglio ipotizzato, cambio delle destinazioni d’uso.

Piano Attuativo Guerrazzi – Spallanzani, da Facebook al Consiglio comunale: si infiamma la polemica. Dopo la pausa estiva si abbassano le temperature a Monza ma non nel Parlamentino cittadino dove ieri, 25 aprile, a scaldare l’atmosfera ci ha pensato l’infuocato botta e risposta tra il consigliere del Pd, Marco Lamperti, e il neo assessore all’Urbanistica, Martina Sassoli.

Pomo della discordia è il Piano Attuativo Guerrazzi – Spallanzani e un presunto, o meglio ipotizzato, cambio delle destinazioni d’uso. Il consigliere Pd, ex presidente della commissione urbanistica nel corso dell’amministrazione Scanagatti, lo scorsa settimana ha pubblicato un post su Facebook che ha mandato su tutte le furie il nuovo assessore.

villaggio innovazione monza progetto 1

“Prima dell’estate Legambiente produsse un’osservazione – come previsto dalla Legge Regionale 12/2005 – al Piano Attuativo Guerrazzi – Spallanzani.  L’osservazione verteva su un cambio delle destinazioni d’uso: meno residenziale libero e più ERP e terziario (piuttosto condivisibile). La controdeduzione elaborata dall’assessorato detenuto da Martina Sassoli però ha aggiunto una cosa assolutamente non richiesta: la completa eliminazione degli spazi di coworking, il cosiddetto “Villaggio dell’Innovazione”” questo è quanto scritto sui social da Lamperti.  “Quel progetto era stato studiato con grande professionalità e la collaborazione tra i già assessori Egidio Longoni e Claudio Colombo e l’operatore.  Un progetto ambizioso che avrebbe dovuto creare spazi utilissimi per giovani professionisti e startupper.  Niente. Cancellato con un colpo di penna per palese volontà dell’Assessore Sassoli e della Giunta in fase di approvazione definitiva (e in modo anche poco ortodosso)”.

Dalla piazza virtuale all’aula dell’Assise cittadina. Il post non è passato inosservato alla diretta interessata che ieri, nel corso del consiglio comunale, ha preso la parola per rispondere al collega. “Vorrei ricordare al consigliere che è cambiata la giunta e con essa gli obiettivi da raggiungere. L’urbanistica non è uno strumento secondario allo sviluppo della nostra città. Vi è la necessità di attuare una politica di efficientamento e non di spreco di risorse pubbliche“.

“Spreco di risorse pubbliche”: queste le parole utilizzate dall’assessore Sassoli nel definire il “Villaggio dell’Innovazione” così come originariamente pensato. “Il mio è un approccio pragmatico alla materia e non tecnico – ha spiegato – e il progetto, così come era stato previsto, avrebbe generato al comune un introito pari a zero. Ritengo che una spesa di 110mila euro per una casetta di 18/24 metri quadrati come spazio di coworking doveva essere rivista perchè davvero troppo onerosa“.

villaggio innovazione monza progetto 2

Da qui la richiesta di immaginare l’intervento del privato per razionalizzare le opere mantenendo però fede al mandato previsto dal documento di piano. “Io non ho cancellato proprio nulla – ha tuonato in aula Sassoli – visto che il tutto è previsto nel documento di piano e dunque non avrei potuto farlo. Oggi voglio smascherare pubblicamente la menzogna affermata sui social. La nostra intenzione è quella di migliorare il progetto attraverso la realizzazione di 6 postazioni che, nel caso in cui non funzionassero, potrebbero essere riconvertite in monolocali E.r.p., ad esempio“.

Marco Lamperti non cede il passo e ha depositato un’interrogazione con la richiesta di lumi: “Vorrei dei chiarimenti, visto che questa azione – sulla cui regolarità amministrativa mi interrogo – non era minimamente menzionata nell’osservazione di Legambiente. Vorrei anche capire perché durante l’esposizione delle linee programmatiche il sindaco Allevi abbia sostenuto di voler attuare progetti di coworking, visto che poco più di un mese e mezzo prima ne aveva cancellato uno, lasciando alla progettazione esecutiva e in modo molto fumoso le modalità di realizzazione di spazi di quel tipo”.