Seregno risponde agli arresti: in molti in piazza per la legalità

27 settembre 2017 | 09:46
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Seregno risponde agli arresti: in molti in piazza per la legalità

Dopo l’arresto del sindaco Edoardo Mazza, accusato di corruzione e legami con la ‘ndrangheta, politici e cittadini si sono riversati in piazza per manifestare in nome della legalità.

Dopo gli arresti, Seregno si raduna in piazza: a fare i conti con la legalità, o quel che ne resta. Martedì 26 settembre il comune brianzolo è stato svegliato con la notizia dell’arresto per corruzione del proprio sindaco, Edoardo Mazza, come risultato di un’operazione antimafia che ha riguardato le province di Monza, Milano, Pavia, Como e Reggio Calabria, nell’ambito di un’inchiesta sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nell’imprenditoria e nella politica lombarda, e che ha portato a 24 arresti in totale (21 in carcere e 3 ai domiciliari), oltre a 3 interdettive ai pubblici uffici. Mazza è stato accusato dai pubblici ministeri di aver intrattenuto rapporti con Antonio Lugarà, imprenditore legato alla ‘ndrangheta e attualmente in carcere, che durante le elezioni del 2015 gli avrebbe procurato voti in cambio della concessione di un’area pubblica su cui costruire un supermercato, che di fatto è stato realizzato.

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La risposta di cittadini e amministratori non si è fatta attendere: nella serata di martedì in tanti si sono radunati in piazza della libertà a Seregno, con un presidio spontaneo che è però riuscito ad attirare non solo i seregnesi, ma anche diverse persone dei comuni vicini. Tutti costretti a confrontarsi con una verità che, lo dicono in tanti, non meraviglia nessuno. «Dal punto di vista politico non ci stupisce – afferma infatti Giusy Minotti, ex consigliere seregnese “da vent’anni all’opposizione” (sopra, in foto) -. Abbiamo portato avanti lotte e iniziative di sensibilizzazione, abbiamo chiesto la commissione antimafia e ci siamo battuti per sapere che fine avrebbero fatto i beni sequestrati alla ‘ndrangheta: qualcuno stasera ha detto che oggi è suonata la sveglia della legalità, ma noi possiamo dire che il campanello aveva già suonato parecchie volte, e sempre per merito nostro».

«In Brianza ormai ci sono blitz del genere con cadenza biennale: e a Seregno non ha visto solo chi non voleva vedere – continua Gianmarco Corbetta, consigliere regionale del M5S -. Anzi, parlare di infiltrazioni è poco: questo di oggi è stato un colpo durissimo per tutto il centrodestra». «Chi si è stupito di quanto è accaduto oggi non era ben informato – insiste Giorgio Garofalo, del coordinamento Brianza SiCura -. Questo è stato un ulteriore schiaffo a chi stava ancora dormendo: anche il nostro territorio deve svegliarsi e agire, senza aspettare magistrature e forze dell’ordine. Oggi parte un percorso che deve portare al riscatto della comunità».

La vera domanda, adesso, è se da domani cambierà qualcosa. A Seregno la piazza sembra dividersi tra speranza e scetticismo. «Adesso c’è attenzione, ma da domani tutto tornerà come prima, d’altra parte a Seregno ha sempre fatto più paura l’immigrato del mafioso – risponde Minotti quando le viene chiesto se questa giornata significherà un cambio di rotta per la città -. Mi auguro che i cittadini dimostrino di voler cambiare, a partire dalle prossime elezioni». «Il mafioso tende a passare inosservato, è vero – commenta Corbetta -, ma speriamo in una maggiore presa di coscienza, che non si fermi qui: deve essere un incentivo a partecipare alla vita pubblica».

«La risposta più bella a questo sistema malato, stasera, è questa piazza – afferma il desiano Davide Tripiedi, deputato alla Camera del M5S, che chiede immediate dimissioni del sindaco e della giunta (sotto, in foto, al fianco di Corbetta) -. La commistione tra mafia e politica deve finire: la Brianza merita di più, è un territorio ricco, non ha bisogno della ‘ndrangheta. E insieme possiamo cacciarli». Come? «Serve più partecipazione – risponde Tripiedi -, bisogna che i cittadini riprendano  frequentare i consigli comunali, e, d’altra parte, bisogna stabilire delle norme che possano veramente sconfiggere la corruzione. Anche evitando che questa gente si ripresenti alle elezioni».

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«Spero che questo possa essere un buon punto di partenza per ricostruire – afferma Mirco, un cittadino di Seregno che dice di aver partecipato al presidio “per manifestare la sua indignazione” -. A Seregno però tutti sapevano che c’era qualcosa che non andava». «Questa volta l’hanno preso con le mani nel sacco – commenta Bruno, di Desio -, ma la gente ha poca memoria».