Scuola-lavoro, studenti vimercatesi in piazza: “Basta sfruttamento”

13 ottobre 2017 | 09:26
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Scuola-lavoro, studenti vimercatesi in piazza: “Basta sfruttamento”

Gli alunni della città si sono uniti alla manifestazione nazionale per reclamare il loro diritto a tirocini realmente formativi e a una scuola di qualità

L’alternanza scuola-lavoro continua a far discutere, anche in Brianza. Questa mattina, anche gli studenti delle scuole superiori di Vimercate si sono riuniti davanti all’Omni Comprensivo, per partecipare allo sciopero nazionale che punta il dito su un argomento di strettissima attualità, l’elemento forse più discusso tra quelli introdotti dalla legge sulla Buona Scuola: l’alternanza scuola-lavoro.

«Non siamo contro l’alternanza, ma contro il metodo – commenta Alessandro, rappresentante dell’UDV, Unione Studenti di Vimercate – Abbiamo testimonianze di ragazzi che sono stati mandati a fare le loro ore di tirocinio in fast food o grosse catene di abbigliamento, nonché in aziende con ruoli non attinenti al loro indirizzo di studio. Questo dimostra come non sia realmente pensata per l’inserimento lavorativo dei giovani, ma spesso solo per lo sfruttamento dei ragazzi».

Ecco perché durante questa settimana i ragazzi hanno manifestato in altre zone della città, come davanti al McDonald’s delle Torri Bianche, per reclamare il loro diritto ad essere coinvolti nel processo decisionale che li riguarda.

«Sarà uno sciopero dell’alternanza e sull’alternanza: vogliamo astenerci dallo sfruttamento e coinvolgere tutte le componenti della scuola e del mondo del lavoro, la condizione di sfruttamento che ci accomuna deve essere l’elemento che ci permette di rialzare la testa. Vogliamo decidere sui percorsi di alternanza scuola- lavoro e che questi siano realmente formativi».

PER UNA SCUOLA DI QUALITÀ

I ragazzi di Vimercate si sono poi uniti alla manifestazione nazionale, indetta in numerose città italiane e che a Milano è partita da piazza Cairoli. La protesta è stata promossa dall’Unione degli studenti, al motto “L’ultimo anello della catena è quello più debole ma anche quello in grado di spezzarla”. Oltre alla questione dell’alternanza, si manifesta contro i soliti, annosi, problemi che riguardano la scuola: costi, turnover in cattedra, arretratezza dei programmi scolastici, ecc.

«L’approvazione delle deleghe della Buona Scuola – scrive la nota Uds – rappresenta l’ennesimo atto autoritario con cui questo Governo palesa la continuità con l’anno precedente: dall’introduzione dei test Invalsi obbligatori per l’esame di stato, alle aumentate difficoltà economiche date dal caro scuola. È necessario mettere al centro il tema dell’istruzione».

PER UN’ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO SERIA

La questione principale resta comunque il tema caldo dell’anno, l’alternanza scuola-lavoro, ovvero quella regola per cui gli studenti del triennio devono effettuare dalle 200 alle 400 ore lavorative da affiancare a quelle scolastiche: troppi i casi in cui le aziende interpretano in maniera errata uno strumento di formazione, scambiandolo per una prestazione lavorativa vera e propria e dando vita a casi di sfruttamento, a cui si aggiungono casi si non attinenza tra tirocinio e indirizzo scolastico: «Ci hanno raccontato di due ragazzi che sono stati mandati in un Comune a preparare un data-base per catalogare i morti», ha raccontato Alessandro.

«Lo sciopero degli studenti in alternanza – continua il comunicato ufficiale – è un esperimento che parte dalla necessità di lanciare un grido d’allarme rispetto ad un metodo didattico che è diventato un canale di sfruttamento del lavoro gratuito. Sarà uno sciopero dell’alternanza e sull’alternanza: vogliamo astenerci dallo sfruttamento e coinvolgere tutte le componenti della scuola e del mondo del lavoro, la condizione di sfruttamento che ci accomuna deve essere l’elemento che ci permette di rialzare la testa».