Azienda Canali. Lo stabilimento di Carate Brianza comincia a svuotarsi

Già dimezzate le operaie dello stabilimento di Carate Brianza della Canali spa: oggi ultimo giorno di lavoro per molte di loro. Attivo solo il settore stiro e controllo di qualità.
Il presidio davanti ai cancelli dello stabilimento caratese, l’intervento del Movimento 5 Stelle e le riunioni in Confindustria indette dai sindacati pare non abbiamo sortito l’effetto sperato sul “caso” Canali. Non solo l’azienda è rimasta ferma sulla sua decisione, quella del licenziamento collettivo, ma pare che abbia già iniziato anche l’effettivo svuotamento del capannone lasciando già a casa metà delle operarie che oggi hanno svolto il loro ultimo giorno di lavoro nella famosa azienda di sartoria uomo. Ancora due o tre giorni, e le luci del capannone caratese verranno definitivamente spente fermando così l’ultima zona attiva della produzione: quella dello stiro e del controllo qualità.
A perdere il lavoro sono 134 donne che, entro la fine del 2017, concluderanno la loro esperienza (per alcune trentennale) alla Canali spa, un’azienda che in Italia, dà lavoro a oltre 1.300 persone. Questa settimana, l’ennesima riunione tra le lavoratrici e i sindacati: Davide Martorelli e Tiziano Cogliati (Femca Cisl), con Andrea Saccani e Luisa Perego (Filctem Cgil) che si dicono ancora fiduciosi nel risollevamento delle sorti delle operaie e dell’azienda che, secondo loro, può ancora trovare una “via d’uscita” al licenziamento collettivo e alla chiusura dello stabilimento. “Questa assemblea straordinaria è stata positiva – fa sapere Martirelli – perché ha compattato ancora di più il gruppo e adesso tutte hanno capito che è importante muoversi insieme per trovare una soluzione”. Non era passato inosservato, infatti, l’esiguo numero delle operaie che, due settimane fa, hanno deciso di scioperare davanti ai cancelli della Canali, nella sede di Carate Brianza: circa una trentina sulle 134 donne impiegate dall’azienda. La lotta sindacale, dunque, non si ferma: “Questa è stata un’assemblea di passaggio – conclude – attendiamo ora la convocazione formale dalla quarta commissione regionale che potrebbe arrivare ai primi di novembre”.