Salute

Una pedalata dritta al “midollo” della gente. In sella per Admo

Dieci giorni attraverso le montagne del Marocco. La volontà di dimostrare che donare il midollo non toglie niente e che chi, invece lo riceve, può tornare ad una vita normale.

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“Si, si può fare”. Questo l’hashtag creato da Daniele Sala e Davide Santini. Un donatore di midollo osseo il primo , un trapiantato il secondo. Uniti assieme dalla stessa  passione per il ciclismo. Corridori solidali per Admo, Associazione Donatori di Midollo Osseo.

Davide Santini-Daniele Sala-Admo-corsa solidale-mbDavide Santini e Daniele Sala

Una corsa solidale lunga 870 km con 16 mila m+,  che dal 5 al 15 novembre vedrà Davide, Daniele e tanti altri appassionati, pedalare lungo la catena dell’Atlante in Marocco. Il giro, reso possibile grazie alla passione di  Maurizio Doro che da anni traccia mappe gps in tutto il mondo, si potrà seguire dall’Italia attraverso il sito trackleaders (www.trackleaders.com).

“Verranno montati degli spot, ossia dei lettori gps su ogni bicicletta – spiega Daniele – e ogni 10 minuti, verranno trasmessi i dati sul posizionamento dei ciclisti”. Dieci giorni attraverso le montagne del Marocco. La volontà di dimostrare che donare il midollo non toglie niente e che chi, invece lo riceve, può tornare ad una vita normale. Lo spot “si, si può fare”, è un hashtag inventato da Davide e Daniele all’interno del sito dedicato alla raccolta fondi  last minute heroes . L’obiettivo, attraverso questa corsa solidale, è quello di raccogliere denaro per l’associazione Admo.
“Questo hashtag – racconta Davide – è un modo diretto affinché le donazioni, attraverso il sito preposto, vadano direttamente all’associazione, senza commissioni e senza intermediari”. Admo, infatti, da molti anni organizza campagne di sensibilizzazione presso scuole e università.
Il problema di trovare nuovi donatori di midollo, troppo pochi rispetto alla necessità di chi aspetta questa unica speranza di guarigione, resta sempre acceso. “Purtroppo, l’ignoranza delle persone – dichiara Mauro Citterio, responsabile Admo Lombardia, è e resta il problema più grande. Troppo spesso, infatti, la gente confonde il midollo osseo con quello spinale e chiude quindi ogni porta alla donazione. Il trapianto del midollo osseo – continua Citterio – non è assolutamente un’operazione che comporta dolore né contro indicazioni fisiche, è al contrario una pratica non invasiva visto che può essere fatta anche da sangue periferico con una procedura in aferesi”.

“Un malato – testimonia poi Davide Santini a sostegno di quanto detto da Citterio – ha la possibilità dello 0,001% di trovare un donatore e in mancanza di trapianto, la morte è inevitabile“. “Una pedalata – incalza Daniele – che spero giunga dritta al cuore della gente e che in qualche modo possa scuotere e sensibilizzare l’opinione del pubblico“.

La storia ha inizio diversi anni fa. Davide è un giovane donatore di sangue. “La prima volta – testimonia Santini – andai all’Avis per bigiare la scuola. Mi faceva sentire utile e da quel momento non me ne staccai più”. Tutto procede bene fino a quando, per carenza di globuli bianchi, Davide viene sospeso dalla donazione. Continua però a sentirsi in forma e a vivere la sua vita all’insegna dello sport che ha sempre praticato. Poi la brutta notizia. In seguito ad un’influenza dalla quale fatica ad uscire, dopo un ricovero di dieci giorni presso il San Raffaele di Milano, Davide decide di fare degli esami più specifici. Consulta quindi il professor Pietro Pioltelli del San Gerardo di Monza. Il responso delle indagine cliniche non lascia dubbi: si tratta di una citopenia refrattaria con displasia multilineare. Tradotto significa che il midollo osseo non funziona più bene, ossia non produce globuli bianchi a sufficienza e l’unica soluzione è quella di un trapianto di midollo osseo. Davide, da buon sportivo, non si abbatte e non rinuncia all’idea di sposare Stefania Cogo, sua attuale moglie.

“Assieme decidiamo di non rinunciare ai preparativi per il matrimonio – racconta Davide – e intanto, visto che mio fratello non risultava compatibile, mi iscrissi al registro di chi è in attesa di trapianto”. Poi la bella notizia. Il giorno prima del loro matrimonio, il 13 giugno del 2013, davide riceve una chiamata. È stato trovato un donatore compatibile. Qualche mese dopo le nozze, il tanto atteso trapianto. Poi la progressiva ripresa e la scoperta per una nuova passione: quella per la bicicletta. A questo punto, grazie a Mauro Citterio, Davide incontra Daniele Sala. Donatore di midollo e amante del ciclismo fin da ragazzo. Donatore e trapiantato danno quindi vita ad un progetto ambizioso. Una pedalata volta a sensibilizzare la donazione di midollo. “Ho voluto coniugare la mia passione per la bicicletta con un tema così importante. – Spiega Daniele  – Il nostro intento – spiega poi Davide Santini – è quello di far capire che una donazione di midollo osseo, non rovina la vita. Questa vuole essere una  dimostrazione che va oltre i dati scientifici. Una diretta testimonianza, insomma che sì, si può fare”.

Massimo Chisari

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