Immigrazione, Lazzate: Cgil MB e Prefetto contro l’ordinanza del Comune

4 ottobre 2017 | 17:24
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Immigrazione, Lazzate: Cgil MB e Prefetto contro l’ordinanza del Comune

Il Prefetto di Monza, su esposto della Cgil Monza e Brianza, prende posizione contro l’ordinanza del Comune di Lazzate sulle regole per l’accoglienza dei migranti da parte dei privati.

“Noi ci occupiamo dei diritti delle persone e non chiudiamo gli occhi di fronte alle illegalità”. Non usa giri di parole il segretario generale della Cgil Monza e Brianza, Maurizio Laini, per spiegare il motivo per il quale il sindacato brianzolo ha contestato una recente ordinanza del sindaco di Lazzate, Loredana Pizzi, che, in merito all’accoglienza dei migranti, imponeva una serie di obblighi ai privati (proprietari, conduttori e gestori di immobili), disposti a partecipare ai bandi della Prefettura per ospitare i richiedenti asilo. Le parole di Laini sono anche una diretta risposta ad Andrea Monti, assessore al Territorio del Comune di Lazzate, che sui social aveva criticato la Cgil perché preferisce difendere i profughi piuttosto che i lavoratori. “Non voglio scendere nel campo delle polemiche – aggiunge il segretario del sindacato – ma Monti si occupi più di Seregno”.

Al di là delle schermaglie sulla vicenda migranti, di cui MBNews si è già più volte occupata (leggi qui), la novità del giorno è che il Prefetto di Monza, Giovanna Vilasi, su segnalazione della Cgil Monza e Brianza, ha ufficialmente risposto alla prima cittadina di Lazzate. E preso decisamente posizione contro l’ordinanza comunale, emanata lo scorso 8 settembre sulla base di urgenti e contingenti questioni igienico-sanitarie e di tutela della sicurezza pubblica, che sarebbero messi in pericolo dalla presenza sul territorio del Borgo brianzolo di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale.

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Il Prefetto, in particolare, boccia il provvedimento della sindaca Pizzi per “profili di dubbia legittimità – si legge nella lettera indirizzata all’esponente della Lega Nord – anche costituzionale”.

Nello specifico l’ordinanza violerebbe quattro articoli della Costituzione italiana, il 3, 10, 25 e 41. In sostanza, secondo la Vilasi, non sarebbero rispettati principi come l’uguaglianza e il diritto d’asilo dello straniero che fugge da Paesi in cui non sono rispettate le libertà democratiche. Ma anche capisaldi dell’ordinamento giuridico italiano come l’impossibilità di punire qualcuno se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso e la libertà dell’iniziativa economica privata. L’ordinanza di Lazzate viene messa in discussione dalla Prefettura in più punti. Prima di tutto viene contestato l’obbligo imposto ai proprietari di immobili di comunicare preventivamente all’amministrazione comunale la sottoscrizione di contratti con soggetti che abbiano tra le possibili finalità quelle dell’ospitalità di richiedenti asilo. Una comunicazione preventiva estesa anche alla partecipazione a bandi indetti dalla Prefettura o da un altro organo pubblico per l’ospitalità e la gestione dell’emergenza migranti. E, in più, il provvedimento di Lazzate prevede anche una relazione quindicinale del proprietario/conduttore/gestore dell’immobile sul numero, la provenienza e la salute dei migranti ospitati. Il tutto, in caso di violazione, viene punito con una specifica sanzione amministrativa dai 25 ai 500 euro. “Si viola il principio di necessaria segretezza che deve connotare la fase dell’offerta dei bandi di gara per il reperimento delle strutture di accoglienza” scrive la Vilasi che, nella conclusione della sua lettera alla sindaca Pizzi, invoca “il principio della leale collaborazione, anche al fine di non esporre l’amministrazione comunale ad eventuali profili di responsabilità in sede giurisdizionale”.

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In attesa di sapere quale sarà, a questo punto, la prossima mossa del Comune di Lazzate, dove al momento ci sono solo quattro migranti, due giovani donne e due bambini della Costa d’Avorio, la Cgil Monza e Brianza si mostra pronta a scendere ancora in campo.

“In caso il sindaco non revocherà l’ordinanza, vedremo se il Prefetto deciderà di intervenire – afferma Luca Mandreoli, responsabile Politiche Welfare e Area migranti del sindacato di via Premuda – se così non dovesse essere, noi faremo ricorso al Tar contro il provvedimento e, in caso di nostra vittoria, le spese legali sarebbero anche a carico dei cittadini di Lazzate”. La vicenda, che ripercorre analoghe ordinanze di altri Comuni lombardi guidati dalla Lega Nord e prese di posizione del Prefetto di Milano, avrà probabilmente sviluppi connotati politicamente. “L’ordinanza ha un sapore propagandistico – afferma Simone Pulici, membro della segreteria Cgil MB, con delega alle politiche di accoglienza – lo dimostrano la validità del provvedimento solo fino al 31 dicembre 2017, con tempi molto brevi per il ricorso al Tar e l’assenza costante degli amministratori comunali leghisti ai tavoli del Consiglio territoriale della Prefettura. E’ anche in quelle occasioni – continua – che i Comuni possono dire la propria sull’accoglienza dei migranti, per questo noi chiediamo che facciano un passo in avanti e si assumano la responsabilità di gestire la collocazione dei nuovi arrivi”.

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Sul carattere fondamentalmente strumentale dell’ordinanza del Comune di Lazzate è d’accordo anche l’Associazione “Diritti Insieme”. Che dal 2014 lavora, insieme alla Cgil Monza e Brianza, per la promozione dei valori dell’accoglienza, dell’inclusione sociale, della rappresentanza e della tutela dei diritti dei migranti sul territorio della provincia di Monza e della Brianza. “Si chiedono ai privati informazioni già in possesso alla Pubblica Amministrazione – afferma la presidente Francesca Campisi – è il caso del contratto di cessione dell’immobile che ospita i migranti, del numero e identità dei soggetti presenti nella struttura. Inoltre – continua – con la richiesta di informazioni sulle condizioni di salute, si viola il diritto alla riservatezza degli ospiti”. Nel suo ruolo di antenna territoriale dell’Osservatorio anti-discriminazione, l’Associazione “Diritti Insieme” recentemente aveva già portato il Comune di Biassono alla riapertura di un bando per l’erogazione di contributi a supporto delle famiglie con minori frequentanti l’asilo nido, da cui, inizialmente, erano stati esclusi i cittadini stranieri in possesso del permesso di soggiorno di un anno (vedi l’articolo).