Migranti, modelli contrapposti in Brianza: i due casi

27 ottobre 2017 | 11:31
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Migranti, modelli contrapposti in Brianza: i due casi

Se da una parte ci sono città come Agrate, simbolo di accoglienza, dall’altra ci sono città come Lazzate che hanno alzato le barricate.

Migranti sì, migranti no. La Brianza sta facendo i conti con i flussi migratori. E se da una parte ci sono città come Agrate, simbolo di accoglienza proprio per le attività di integrazione messe in campo, dall’altra ci sono amministrazioni come quella di Lazzate che hanno alzato le barricate dicendo “No ai profughi e al business che ne deriva”. Certo è che le due realtà MB sono sempre più spesso agli onori della cronaca per le scelte, opposte, intraprese nei confronti dei richiedenti asilo.

Ammonta a ben 100mila euro il tesoretto, il bonus, che Agrate Brianza ha ricevuto da Roma. La città può farne quello che vuole e ha deciso di investirli in servizi alla comunità: 65 mila euro per  l’acquisto di un’ambulanza, 5 mila euro per la Croce Rossa che gestisce l’hub e che presto creerà il comitato locale e la parte restante per comprare dei giochi per bambini disabili nelle scuole.

Ad Agrate il centro di accoglienza, che sorge nell’area di Viale delle Industrie, è stato aperto nel 2015, e mediamente ci sono poco meno di 200 richiedenti asilo. Non c’era molta scelta, ma una volta lì la città ha saputo accoglierli al meglio. Integrazione e ospitalità sono i fili conduttori del progetto. “La cooperazione con il tessuto sociale è stata fondamentale – spiega il sindaco Ezio Colombo –Parrocchia, Croce Rossa, singole famiglie, imprese si sono uniti per promuovere iniziative quali cene con le famiglie, tornei di calcio, corsi di italiano e di informatica”.

Insomma, vista la risposta positiva degli agratesi, l’amministrazione ha deciso di utilizzare il contributo del Ministero in servizi utili. “Ai volontari AVPS di Vimercate serviva un nuovo mezzo di soccorso, il loro intervento sul nostro territorio è fondamentale, rispondono anche a due o tre chiamate al giorno, così non ce lo siamo fatti ripetere due e abbiamo destinato quei soldi per l’acquisto dell’ambulanza”.

Così se a Est della Brianza, un sindaco di centro sinistra ha creato un ambiente accogliente per i migranti, dall’altro lato della Provincia, a ovest a Lazzate, il paese denominato “feudo” leghista, è diventata ormai il simbolo (di eco nazionale) del no ai migranti. In prima linea il sindaco Loredana Pizzi e l’assessore alla Sicurezza Andrea Monti.

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“No i profughi a Lazzate”. E il pugno duro dell’amministrazione si era trasformato in esultanza quando pensavano di avere vinto la battaglia contro lo Studio D&G Research che aveva annunciato la fine del percorso di accoglienza, dato che i 4 richiedenti asilo si erano allontanati dal paese. Ma le ultimissime news di inizio settimana parlano di nuovi arrivi e di una diffida partita immediatamente dal Comune. Se qualcuno pensava che, dopo gli striscioni, le manifestazioni di piazza e l’intervento di Matteo Salvini, Lazzate fosse riuscita a dire davvero stop ai migranti, ora sembra sempre più evidente che impedire l’accoglienza sul proprio territorio sia praticamente impossibile. Ma l’amministrazione leghista, sostenuta dagli abitanti che in più di un’occasione sono scesi uniti in piazza, continuerà a dare battaglia a quello che secondo loro non è altro che un “business dell’immigrazione” collegato a una mala gestione del flusso migratorio con i relativi problemi di sicurezza che ne conseguono.