Seveso, dopo il referendum il Pd attacca la Lega: “Anche questa volta non avete fatto niente”

Tra le diverse reazioni del post-referendum c’è quello del Pd sevesino: «Avevamo pensato: questa volta a Seveso la Lega farà finalmente qualcosa. Invece nulla». La replica non si è fatta attendere: ed è già scontro pre-elettorale.
All’indomani del referendum per l’autonomia del 22 ottobre, tra i tanti commenti delle diverse forze politiche, il Pddi Seveso non ha perso tempo e ha attaccato la sezione della Lega Nord locale. Il motivo: non aver organizzato nulla in merito al referendum (in altri comuni del territorio sono stati organizzati incontri e dibattiti prima del voto del 22 ottobre, ndr).
Nonostante a livello regionale il Pd non abbia avuto una posizione unica sul referendum, tanto che ha votato sì lo stesso Giorgio Gori, probabile futuro candidato alle regionali, a Seveso il Pd ha mantenuto una posizione nettamente anti-leghista, al di là del voto. «Avevamo pensato: questa volta a Seveso la Lega farà finalmente qualcosa – hanno scritto i portavoce del Partito democratico in un comunicato -. Quale occasione migliore del referendum sull’autonomia organizzato da Maroni per dimostrare ai sevesini che la Lega è capace di fare e non solo di criticare. Invece anche questa volta nulla: nessun dibattito, nessun incontro con i sevesini, nessun manifesto o nessun volantino stampato. Sono semplicemente stati in attesa, con le mani in mano, pronti a fare l’unica cosa di cui sono capaci: criticare gli altri». La replica dei seguaci del Carroccio non si è fatta attendere: «I sinistri sentono la nostra mancanza? Non si devono preoccupare! A breve ci imploreranno di smetterla con l’informativa dovuta in campagna elettorale».
D’altra parte l’affluenza nel comune brianzolo è stata in linea con quella regionale: ha votato il 41,85 % degli aventi diritto, con il 95,5% dei sì. Per il Pd sevesino però la Lega locale è colpevole di immobilismo a 360°: «Il referendum sull’autonomia è il loro punto di forza – scrivono -. Trent’anni di attesa, trent’anni di sogni e la Lega di Seveso non fa praticamente nulla. Ci ricorda molto il sogno dell’interramento -. E non rinunciano a un’ulteriore frecciatina, questa volta contro le difficoltà legate al voto elettronico -: Indipendentemente dal flop del referendum (passata la notte l’affluenza è ancora un mistero) la Lombardia può ugualmente chiedere maggiore autonomie allo Stato. Ci auguriamo che venga fatto». «I referendum per l’autonomia di Lombardia e Veneto sono stati un successo – ha ribattuto la Lega sevesina -. Gran parte dell’elettorato Pd non ha seguito l’antidemocratica indicazione di non votare. Sono politicamente finiti, a Seveso come a Roma, e molti di loro saranno costretti a cercarsi un lavoro».
Critico anche il presidente del consiglio comunale Giorgio Garofalo, che a marzo aveva deciso di lasciare il Pd a favore di Mdp, deluso da diverse dinamiche interne e in particolare dall’atteggiamento nei confronti del referendum sulla Costituzione. Garofalo, che aveva già dichiarato che non avrebbe votato, ha voluto prendere le distanze dalle modalità con cui diverse parti politiche si sono avvicinate al referendum della scorsa domenica: «Si è persa un’altra occasione per affrontare seriamente i temi politici – afferma -. Perché, intendiamoci, io sono sempre favorevole ad un federalismo responsabile che sappia valorizzare le ricchezze dei territori, ma non ho nessuna intenzione di passare da un centralismo statale ad un centralismo regionale in salsa leghista che produce i problemi che abbiamo visto in Catalogna. L’occasione – aggiunge – l’hanno persa anche quei partiti che si dichiarano progressisti e in realtà non si sono accorti di aver perso l’anima e quindi di non essere più in grado di avere una visione del mondo -. Netto anche il giudizio sull’esito del referendum -: Nutro profondo rispetto per i cittadini che hanno votato, ma politicamente bisogna registrare il flop del referendum lombardo: infatti, malgrado il voto fosse sostenuto da diversi partiti come Lega, Forza Italia, il Movimento 5 Stelle e una parte del Pd, l’affluenza si è fermata al 38%. Un flop anche la nuova modalità di voto elettronico. In Lombardia le operazioni di scrutinio si stanno svolgendo con notevole lentezza: sono le 17.00 del lunedì, sono passate 18 ore dalle conclusioni del voto, e il dato definitivo è ancora in aggiornamento. È proprio il caso di dire che le voting machines si sono rivelate meno efficienti dello scrutinio tradizionale malgrado i molti soldi pubblici investiti da Maroni».