Seveso, è polemica sulla lettera per i sacchi blu

23 ottobre 2017 | 00:00
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Seveso, è polemica sulla lettera per i sacchi blu

Il comune di Seveso ha inviato 1.700 lettere ad altrettanti nuclei familiari che, secondo i tabulati di Gelsia, non hanno ancora mai esposto nemmeno un sacco blu: la spiegazione del sindaco e le reazioni dei cittadini.

1.700 lettere. Sono quelle spedite dal comune di Seveso, su un totale di 11.500 utenze, a tutti coloro che sembra non abbiano mai esposto nemmeno un sacco blu (quello con chip dedicato al rifiuto indifferenziato) a partire dalla sua introduzione.

La comunicazione, scritta dagli uffici, è stata dunque inviata nei casi in cui il sistema riscontrava un’anomalia, ed è da intendersi come parte di una procedura di controllo per migliorare e rendere più efficiente il sistema di raccolta differenziata per la Tari a misura. Da maggio, infatti, i sevesini pagano una tassa sui rifiuti in base a quanti sacchi blu espongono: maggiore il numero di sacchi, maggiore il rifiuto indifferenziato, maggiore la spesa.

paolo-butti-seveso-mb«Il nostro è un progetto sperimentale, e come tutte le sperimentazioni può avere degli elementi da perfezionare – spiega il sindaco Paolo Butti -. D’altra parte è lo stesso regolamento approvato in consiglio comunale che prevede di inviare una comunicazione nei casi in cui il monitoraggio della raccolta dei rifiuti evidenzi delle anomalie. Un modo per fare chiarezza, indagando sul perché non si siano mai esposti sacchi blu, ma anche per sollecitare chi la riceve a differenziare correttamente: anche per questo ho voluto che la lettera portasse la mia firma».

Il rischio infatti è che qualcuno non abbia mai esposto il sacco blu per risparmiare, liberandosi del rifiuto indifferenziato in modo non corretto. Ci sono tuttavia anche altre possibilità: per esempio potrebbe essere stato utilizzato un sacco blu con il chip riferito a un altro intestatario o il chip stesso potrebbe non essere stato rilevato correttamente. O ancora, potrebbe effettivamente non essere stato prodotto alcun rifiuto, come nel caso di un’assenza prolungata dal domicilio.

La maggior parte dei destinatari, comunque, non ha reagito bene: in tanti hanno riversato il loro malcontento sui social, chiedendo e cercando di darsi spiegazioni. Senza considerare, apparentemente, che con l’introduzione del sacco blu Seveso è arrivata a differenziare più dell’80% dei rifiuti, un traguardo importante.

A ricevere più critiche è stato soprattutto il tono, interpretato come un’accusa direttaProbabilmente sta usando sacchi blu associati ad un altro intestatario, ma questa pratica non è corretta, ai sensi di Regolamento Comunale vigente, si legge infatti a un certo punto della comunicazione, che procede avvisando che, qualora non venisse esposto nessun sacco blu entro il 31 dicembre, sarà attribuito al destinatario un numero di sacchi standard per il pagamento della Tari. «Il tono è quello di una comunicazione ufficiale, il linguaggio usato è tecnico – minimizza Butti -. La lettera è in realtà una richiesta di collaborazione, tanto che per chi non ha mai esposto il sacco non è prevista una sanzione, ma la semplice applicazione di una tariffa media. E d’altra parte – continua il primo cittadino – è sufficiente esporre il sacco blu una sola volta per rientrare nella norma».

E se ci fossero cittadini così virtuosi da non aver ancora esposto nemmeno un sacco? «Ci sono delle situazioni davvero virtuose, di cittadini che arrivano a differenziare anche il 95%, ma un minimo di indifferenziato viene comunque prodotto». E le critiche all’amministrazione da parte di chi ha ricevuto la lettera? «Secondo me in tanti sono gli stessi utenti di Facebook che in altri momenti si sarebbero lamentati dei rifiuti abbandonati. Ed è nostro dovere intervenire se qualcuno non sta usando i sacchi blu: vuol dire che butta la spazzatura altrove o la porta in discarica, che è un altro tipo di conferimento non corretto. Siamo un comune innovatore e stiamo cercando di scoprire tutte le criticità per creare un sistema davvero su misura – continua -: per esempio stiamo valutando con Gelsia di fare un sacco più piccolo, a minore costo, in modo che non si debba tenere per mesi lo stesso sacco di indifferenziata. Abbiamo introdotto il sacco arancione per i pannolini, e stiamo cercando di capire come risolvere il problema delle lettiere, che non possono essere smaltite con gli inerti, e che non sempre possono essere utilizzate nella loro variante bio, quella che si può buttare nel water».

Nonostante le spiegazioni del sindaco, l’opposizione ha avuto gioco facile a criticare la modalità di comunicazione ai cittadini, seguendo l’onda di chi sui social si dice “vessato” e che si spiegava la richiesta di esporre almeno un sacco blu come “necessità di dover far cassa”: Luca Allievi (Lega Nord), per esempio, ha parlato di “lettere minatorie” e di un vero e proprio “atto di accusa” ai cittadini.

Più pacato il commento del consigliere di maggioranza Luca Gorla (lista civica Impegno è servizio) che, pur difendendo la comunicazione, sostiene che l’approccio andrebbe rivisto: «Se è normale che ci siano problemi con un progetto sperimentale, lo è meno trasmettere un messaggio sbagliato: andavano usati altri toni, anche tarando il messaggio in base al target, senza colpevolizzare nessuno. Bisogna saper lavorare sulla triangolazione buon lavoro – buona comunicazione – buon rapporto con la gente, altrimenti è tutto inutile. Le critiche sui social, e non solo, sono il risultato della progressiva perdita di fiducia nei confronti delle istituzioni da parte dei cittadini. L’amministrazione, i dipendenti comunali e Gelsia sono i dipendenti dei cittadini onesti, che pagano le tasse e rispettano le regole».