Anpi Monza e Brianza, polemica sul banchetto solidale di “destra”

30 novembre 2017 | 15:37
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Anpi Monza e Brianza, polemica sul banchetto solidale di “destra”

La Onlus sarebbe una realtà sociale non “gradita” dall’Anpi Monza e Brianza in quanto, a suo dire, legata direttamente al gruppo politico di Lealtà e Azione.

Monza, il Natale solidale accende la polemica. “Arengario di solidarietà”, manifestazione voluta dall’amministrazione comunale che vedrà l’alternarsi di Associazioni cittadine, ospiterà sabato 2 dicembre il banchetto di Bran.co..

La Onlus, che promuove iniziative di sostegno alle famiglie e ai singoli nei casi di difficoltà economica, precarietà lavorativa o disagio sociale, sarebbe una realtà sociale non “gradita” dall’Anpi Monza e Brianza in quanto, a suo dire, legata direttamente al gruppo politico di Lealtà e Azione. 

La polemica circa la presenza in Arengario dell’Associazione è partita da Brescia, dove il gruppo locale ha definito “veramente inaccettabile e offensivo che il Comune di Monza, terza città della Lombardia, abbia dato il suo patrocinio ad una iniziativa dell’associazione Bran.co, diretta emanazione di Lealtà e Azione”.

“Numerose in tutta Italia sono le Associazioni che dietro iniziative benefiche di solidarietà, hanno in realtà l’intento di diffondere i disvalori del fascismo e del razzismo. Riteniamo inacettabile che il Comune dia il patrocinio” ha aggiunto l’Anpi Monza e Brianza. 

In attesa di chiarimenti da parte dell’Amministrazione Allevi, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ha invitato in una nota stampa a boicottare l’iniziativa.

La replica di Bran.co non si è fatta attendere: “Puntuali anzi monotoni come una vecchia e sorda campana giungono gli strali spuntati e arrugginiti di associazioni come l’Anpi, la cui attività primaria consiste nel gracchiare spauracchi che a detta loro si nasconderebbero “dietro” le nostre iniziative solidariste che da anni – in Italia e non solo – costruiscono legami d’aiuto verso i compatrioti bisognosi, i cristiani perseguitati, e la Comunità stessa, in ultima analisi. Forse a costoro rode aver perso – se mai l’avessero avuto – quel ruolo di “attivi nel sociale” che non è prerogativa di nessuno se non di chi le mani se le sporca davvero nel fango del terremoto o nell’indigenza di molte situazioni in cui siamo intervenuti; oppure è possibile che non si capacitino di come un associazione di PURO volontariato riesca a compiere tutte quelle attività senza percepire un euro dallo Stato – a differenza loro. In ogni caso, rispondiamo sempre col medesimo invito: cessatela con la narrativa dell’uomo nero e cercate tutte quelle persone con cui abbiamo lavorato, da Amatrice passando per l’Emilia, la Palestina, il Kosovo, e tutte quelle decine di famiglie con cui ogni mese scambiamo un pacco di alimenti con la promessa di farcela, di ripartire”.