Assemblea alla Star di Agrate: il brodo salverà lo stabilimento di via Mattotti?

13 novembre 2017 | 10:43
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Assemblea alla Star di Agrate: il brodo salverà lo stabilimento di via Mattotti?

La Flai Cgil ha radunato lavoratori e rappresentanti di altre aziende agro-alimentari brianzole per fare luce sul futuro del settore e raccogliere firme per chiedere riforme

Hanno sfidato la pioggia, per lottare a favore dei diritti dei lavoratori. Giovedì 9 novembre, nei parcheggi antistanti la Star di Agrate Brianza, si sono radunati i rappresentanti della Flai Cgil e i lavoratori. Un’assemblea speciale per parlare del presente dello stabilimento di Agrate, ma non solo: l’obiettivo era fare luce sulle aziende brianzole del settore alimentare e proseguire la raccolta firme avviata a livello nazionale da ottobre per chiedere riforme specifiche nel settore.

La scelta della Star per questo evento non è stata causale: l’azienda agratese è uno dei simboli di un passato glorioso e della situazione attuale, ovvero della speranza di un futuro migliore del presente. L’azienda, infatti, si è da mesi impegnata a portare ad Agrate Brianza la produzione del brodo liquido, attualmente in Spagna: il tutto nel quadro del piano “Agrate Reborn” presentato a suo tempo, che prevede 25 milioni di euro di investimenti in macchinari e linee, nonché l’ammodernamento degli spazi.

«La speranza è che anche per la Star accada quanto successo per alcune aziende, come per esempio all’ex Lat-Bri di Usmate, ora passata a Granarolo, che rischiava di chiudere. Invece, a seguito di giusti investimenti, sono aumentati la produzione e il personale e sono migliorate le condizioni di lavoro – ha spiegato Matteo Casiraghi segretario della Flai Cgil di Monza e Brianza – In questo settore da tempo mancano investimenti importanti che garantiscano ricadute occupazionali. Dove gli investimenti sono stati fatti, i risultati si vedono».

STAR: LA VICENDA

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Il sito produttivo della Star di Agrate un tempo era uno dei fiori all’occhiello dell’industria alimentare brianzola e italiana: negli anni Ottanta del Novecento, al suo interno, erano impiegati più di 3mila lavoratori. Negli anni, poi, lo stabilimento è stato sempre più ridimensionato anche a seguito all’acquisizione dell’azienda da parte degli spagnoli di Gallina Blanca, fino al trasloco degli uffici amministrativi a Milano che hanno lasciato nei 200mila mq di spazi solo qualche centinaio di dipendenti.

Negli anni scorsi, i timori di completa chiusura del comparto produttivo sembravano sempre più fondati (al momento vi si producono solo sughi, camomilla e pesto), al punto che erano anche stati annunciati nuovi esuberi, fino a quando, con un accordo, l’azienda ha ritirato gli esuberi e si è impegnata a portare ad Agrate la produzione del brodo liquido, attualmente in Spagna. Come contropartita, è stata chiesta ai lavoratori maggiore flessibilità.

I lavoratori, dunque, hanno tirato un sospiro di sollievo, anche se ancora non è possibile quantificare gli effetti che questa decisione avrà sull’occupazione: se da un lato c’è chi sostiene un probabile incremento dei lavoratori impiegati, alcuni pensano che l’effetto che si otterrà sarà solo il mantenimento della situazione attuale.

matteo casiraghi segretario  flai cgil monza brianza

«L’azienda ha iniziato a mettere in atto quanto annunciato – ha commentato Casiraghi – Accogliamo con favore gli investimenti, ma ci chiediamo cosa succederà: secondo le nostre stime, se gli investimenti saranno solo strutturali, il problema dell’occupazione si ripresenterà presto. Servirebbe un piano strutturato, con ricadute occupazionali serie e importanti. Per esempio, è vero che in questi mesi sono stati occupati lavoratori stagionali, ma nessuno di loro è rimasto. Il nostro suggerimento è che l’azienda guardi all’estero: al momento la maggior parte della vendita avviene in Italia, ma si potrebbe puntare sui sughi ed esportare il “vero prodotto italiano” all’estero»

L’ASSEMBLEA DEL 9 NOVEMBRE

flai cgil assemblea star 9 novembre 2017

All’assemblea di giovedì 9 novembre erano presenti anche delegati e rappresentanti dei lavoratori della Granarolo di Usmate Velate, della Rovagnati di Biassono, Villasanta e Arcore, della Panem di Muggiò, dell’Alimentari Radice di Lentate sul Seveso.

L’occasione è stata buona per fare il bilancio della situazione delle aziende agro-alimentari della zona, ma anche per portare avanti la raccolta firme, avviata a ottobre sotto lo slogan “Una firma per proteggere la tua pensione e i tuoi diritti”. La campagna va a sostegno della piattaforma nazionale su pensioni e previdenza, con richieste specifiche della categoria. Tre i punti nodali sui quali il sindacato degli agro-alimentaristi chiede ai lavoratori di sottoscrivere: modifica della legge Fornero; revisione della Legge 335 del 1995; possibilità di accedere all’Ape per lavoratori del settore che ne sono esclusi.