Lentate in controtendenza sulla differenziata: no al sacco col chip

13 novembre 2017 | 05:19
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Lentate in controtendenza sulla differenziata: no al sacco col chip

L’amministrazione guidata da Laura Ferrari fa marcia indietro sul progetto voluto dall’ex sindaco Rivolta per aumentare la percentuale di differenziata: le critiche dell’opposizione.

Il sacco col chip per la raccolta differenziata è un imbroglio. Lo sostiene il vicesindaco di Lentate sul Seveso Matteo Turconi Sormani (Lega Nord), spiegando perché la giunta guidata da Laura Ferrari (Forza Italia) ha deciso di bloccare il progetto di sperimentazione del sacco col chip voluto dall’ex primo cittadino Rosella Rivolta (Pd).

«Con il microchip la raccolta differenziata si paga a sacchi, a prescindere dal peso – spiega Turconi -. Così, per esempio, un vecchietto deve pagare lo stesso quantitativo di una famiglia con due o tre figli, anche se dopo una settimana il suo sacco peserà molto meno». In altri comuni, come Seveso, dove la sperimentazione del sacco col chip è partita nel 2014 e oggi, estesa a tutta la città, ha portato la raccolta differenziata oltre l’80%, viene infatti consigliato di esporre il sacco solo una volta che è pieno: «Ma è una questione igienica – protesta Turconi -, dopo una settimana il sacco puzza. E se uno vive in un monolocale e non ha un locale dove tenere la spazzatura? E in estate, quando la situazione peggiora per il caldo? Dopo le elezioni di giugno una delle prime richieste che ci era arrivata è stata proprio quella di portare a due il ritiro settimanale del rifiuto indifferenziato, almeno durante il periodo più caldo. Uno dovrebbe tenersi in casa lo stesso sacco per un mese?». In realtà sì: il concetto è proprio questo, chi espone meno sacchi, e quindi differenzia meglio, paga di meno. Anche grazie alla Tari a misura, che permette di suddividere il pagamento della tassa sui rifiuti in due rate: una fissa, l’altra variabile, per premiare i cittadini più virtuosi.

Oltre a Seveso, dove da poco è stato introdotto anche il sacco arancione per i pannolini, Gelsia ha attivato il servizio del sacco col chip, il cosiddetto “sacco blu”, anche a Seregno, Lissone, Bovisio Masciago, Desio e Cusano Milanino (MI). Curiosamente, con l’unica eccezione di Seregno, la cui giunta di centrodestra è caduta in seguito alla maxi-inchiesta sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel mondo della politica locale, si tratta di comuni guidati da amministrazioni di centrosinistra: un caso, o forse una sensibilità diversa sul tema.

Il consigliere Marco Cappelletti (Pd), vicesindaco nella precedente amministrazione, non ha dubbi: «Lentate regredisce di giorno in giorno – afferma -. Non basta accontentare i cittadini per le loro, seppur legittime, esigenze privatistiche o di comodità: serve una visione di più ampio respiro e cogliere i veri problemi. Viviamo nel territorio più inquinato d’Europa, e tutti i rifiuti che non differenziamo li bruciamo nei forni a meno di 20 km di distanza: vuol dire che li respiriamo. Nel 2017 avevamo iniziato un percorso per aumentare la raccolta differenziata, spendere meno soldi dei cittadini e guadagnare di più da una migliore differenziazione – aggiunge -. Nei primi sei mesi dall’avvio del nuovo servizio avevamo incassato 34.000 euro in più perché abbiamo chiesto ai cittadini di differenziare il vetro chiaro da quello scuro».

«Nonostante i dati pervenuti di Econord, che confermano l’aumento della raccolta differenziata sia a livello qualitativo che quantitativo, il comune decide di fare un nuovo passo indietro rispetto al servizio messo a punto dalla passata amministrazione comunale – continua Iolanda Negri, consigliere Pd ed ex assessore ai Servizi sociali -.  Invece di migliorare la sinergia fra cittadini e comune, si sceglie di tornare indietro, si preferisce ancora una volta essere miopi».

Secondo Econord il livello di differenziata ha raggiunto il 65%: nel 2020 tutti i comuni dovrebbero arrivare al 67%, secondo l’obiettivo fissato nel piano regionale per la gestione dei rifiuti, ma la giunta Ferrari punta al 70%. «Abbiamo tante idee, decideremo cosa fare quando terremo la gara d’appalto nel 2018» rassicura Turconi.