Lorenzo Radaelli: a un mese dall’apertura della bottega, clonato un suo violino

24 novembre 2017 | 20:28
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Lorenzo Radaelli: a un mese dall’apertura della bottega, clonato un suo violino

Segnalata l’etichetta contraffatta che riporta la scritta “Radaelli Liuteria Cremonsese”.

È ufficialmente il Liutaio di Concorezzo da un mese, ma qualcuno sta già approfittando del prestigio che Lorenzo Radaelli si sta conquistando con tanti sforzi e duro lavoro. Di lui hanno parlato e continuano a parlare in molti, per la giovane età e la determinazione con cui porta avanti l’ambizioso sogno di ritagliarsi il suo spazietto tra giganti della liuteria. E così, con molta probabilità dalla Cina, ecco arrivare in Italia il primo Radaelli falso. Non che questa sia una novità, nel settore i falsari crescono come funghi, ma assurda è la velocità con cui è accaduto e la pazzesca coincidenza che ha portato Lorenzo a scoprire l’accaduto.

«È stato un maestro di musica a segnalarmelo: il violino in questione è di un’allieva che voleva conoscere il valore dello strumento – ha raccontato il giovane liutaio – Mi sono accorto della contraffazione perché le mie etichette riportano l’etichetta “Lorenzo Radaelli Fece a Cremona nell’anno 20….” con un simbolo, in quella falsa c’era scritto solo Radaelli Liuteria Cremonese».

concorezzo litaio Lorenzo Radaelli violino contraffatto 2

La ragione per cui ciò è accaduto è molto semplice: «Uno strumento artigianale di liuteria vale cifre a tre o più zeri – spiega Lorenzo – uno cinese 200 Euro. Per fortuna non hanno copiato proprio l’etichetta, in quel caso sarebbe stato molto più grave, ma solo il cognome. Non è stata una furbata, perché copiare il violino di una persona che ha fatto una decina di strumenti ed è ancora viva non ha senso: con una telefonata e due foto mandate con whatsapp si risolve l’inganno».

E per fortuna l’inganno è stato scoperto, anche se, la notizia fa supporre che ce ne saranno altri in giro clonati ed è assai probabile che, con il tempo, saranno sempre più. Difficile, quasi impossibile, risalire agli autori del falso, ma essenziale che chi acquista, ovvero i musicisti, siano in grado di smascherare gli impostori. «Bisogna educare bene i musicisti a riconoscere uno strumento autografo da uno palesemente di fabbrica – continua Radaelli – Solitamente uno artigianale viene riempito di timbri a fuoco e firme, anche nei posti dove non si vede (dentro la cassa, in modo che sia visibile con uno specchietto). Detto ciò è possibile copiarlo lo stesso, ma se c’è un cognome e basta il dubbio deve venire! Poi, non ultimo, il certificato di autenticità che accompagna sempre lo strumento».

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Di positivo, se un aspetto positivo c’è in questa vicenda, c’è la constatazione del successo che pian piano Lorenzo Radaelli sta conquistando nel suo campo: come mostrano i commenti su Facebook al post in cui il giovane ha rivelato la truffa, molti maestri hanno colto il fatto che chi ha copiato proprio i suoi strumenti, ritiene che valga la pena farlo. Insomma, il cognome Radaelli conta già qualcosa, inizia già a essere una garanzia.

In effetti la Bottega di via Cesare Battisti cresce di giorno in giorno: «Stiamo andando bene, iniziano a conoscerci e noi a ricevere ordine – conclude Lorenzo – Piano piano sempre più musicisti sembrano fidarsi di noi». E non solo i musicisti, purtroppo…