Monza in Bici e Comune d’accordo, è l’ora del Bike sharing free floating?

Il servizio che permette di prelevare, usare e lasciare le bici ovunque in città potrebbe partire la prossima primavera. Da definire i dettagli e superare alcune perplessità e criticità.
Free floating a Monza? Potrebbe essere solo questione di tempo. E, così, magari già dalla prossima primavera, con un clima più favorevole per stare all’aria aperta, anche il capoluogo della Brianza, come già Milano, potrebbe dotarsi del servizio di bike sharing senza stazioni.
Sostanzialmente, grazie ad un’apposita app del telefono, si potrà prelevare il mezzo a due ruote, usarlo e lasciarlo dove si vuole in città. Senza dover riporre la bici nell’apposita rastrelliera. Parere favorevole sul free floating a Monza è stato espresso sia da FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) Monza in Bici che dall’assessore comunale alla Mobilità e alla Sicurezza, Federico Arena.
“Abbiamo già incontrato diverse società che propongono il free floating – spiega ad MBNews il rappresentante di Piazza Trento e Trieste – stiamo facendo le nostre valutazioni, anche perché è un servizio che ha senso se il parco bici a disposizione è rilevante. Inoltre c’è da capire quanto i gestori siano in grado di intervenire in maniera tempestiva nel recuperare gli eventuali mezzi abbandonati, come già successo a Milano – continua – non vorremmo ritrovarci biciclette nel Lambro o lasciate incustodite in centro e in strada”.
Qualche perplessità sul bike sharing senza stazioni, insomma, è ancora da superare. Ma, nel complesso, gli aspetti favorevoli sembrano prevalere su quelli negativi. Soprattutto se permetterà di superare le attuali limitazioni del bike sharing a Monza, dove esiste un sistema di noleggio con 60 biciclette a disposizione e 7 rastrelliere collocate in diversi punti della città.
“Con il free floating a Monza si potrebbe ovviare al fatto che la rete del bike sharing non è capillare e si finisce per essere scoraggiati se, per raggiungere il punto di prelievo della bici, magari bisogna fare un paio di chilometri” afferma Massimo Benetti, storico associato e addetto stampa della FIAB Monza in Bici.
Oltre al timore per gli eventuali atti di vandalismo e inciviltà, il free floating potrebbe nascondere anche un “problema” tecnologico per la popolazione più anziana, soprattutto quella non abituata ad avere a che fare con app e telefonini. “Forse l’amministrazione comunale dovrebbe individuare persone in grado di fare formazione ed informazione sull’uso di questo strumento sempre più usato” propone Benetti. “Mi sembra un aspetto secondario di questa tematica – afferma Arena – credo che la maggior parte delle persone, tranne forse una piccola fetta di ultra 70enni, si adeguerebbe senza difficoltà al dispositivo tecnologico”.
In attesa dell’auspicato arrivo del free floating, a Monza il bike sharing, servizio disponibile dall’aprile del 2016, continua ad essere un tema molto discusso ed oggetto di polemiche. Anche perché, dopo l’entusiasmo iniziale, il servizio sembra non essersi sviluppato come sperato. E le colpe hanno ragioni strutturali. “Da oltre 20 anni chiediamo inutilmente il collegamento tra i pochi tratti di piste ciclabili presenti in città – sostiene l’addetto stampa di FIAB Monza in Bici – questo aumenterebbe la sicurezza dei ciclisti, così come la manutenzione delle ciclabili, oggi piene di buche, spaccature, sporcizia e con una segnaletica non più leggibile”.
La connessione dei 28 km di ciclabili esistenti nel capoluogo della Brianza è uno dei 10 punti della lettera che lo scorso 16 ottobre Monza in Bici ha consegnato al Sindaco, Dario Allevi e all’assessore Arena. Tra gli altri c’è anche la richiesta di una ciclabile che consenta di raggiungere in bicicletta la metropolitana 1 alla futura fermata di Bettola e a Sesto San Giovanni dalla città di Teodolinda.
“I circa 100 metri di pista realizzati in via Borgazzi all’altezza di via Philips sono come un chiosco di gelati nel deserto” attacca Bonetti. “Risponderemo a breve punto per punto alle 10 osservazioni di Monza in Bici – promette Arena – sicuramente, poi, ne riparleremo di persona, perché, ad esempio, collegare i diversi tratti di ciclabili a volte è fattibile, altre no, come in corso Milano – continua – dove, per la presenza delle Poste e di attività commerciali, non è possibile eliminare i parcheggi auto”.
Se tanto è ancora da dibattere, su una cosa l’associazione degli amanti delle due ruote e l’amministrazione comunale monzese sembrano già d’accordo: pubblicizzare di più il bike sharing e i servizi annessi. “Sul numero di Dicembre del nostro notiziario TuaMonza ci sarà uno specchietto apposito sulla punzonatura delle biciclette, che permette di marcare sul mezzo, in maniera indelebile, il codice fiscale del proprietario – afferma Arena – è un servizio gratuito, già attivo, ma ancora poco conosciuto e molto utile soprattutto in questi tempi in cui i furti, direi, sono all’ordine dell’ora (leggi l’articolo)”. Affrontare le problematiche del presente, rese in questo caso ancora più urgenti dal 94esimo posto di Monza nella classifica di Legambiente sull’Ecosistema urbano, non impedisce di guardare al futuro da una prospettiva più “estrema”. Quando, forse, non ci sarà più nemmeno bisogno delle piste ciclabili. “La nostra proposta si sta orientando sempre di più verso la moderazione del traffico – afferma Benetti – questo aumenterebbe la sicurezza di chi usa le due ruote, che potrebbero usare la strada senza rischiare di essere investiti”.