Sociale

“Orto in cella”. Quando la detenzione dà una tonnellata di buoni frutti

Una tonnellata e 250 kg di verdura: il raccolto è stato ricco e "benifico" poichè 790 chili di verdura sono stati consegnati al banco alimentare


Pomodori, zucchini, insalata e molti altri ortaggi sono nati dalla passione e dalla cura dei detenuti del carcere di Monza. Una tonnellata e 250 kg di verdura: il raccolto è stato ricco e “benifico” poichè 790 chili di verdura sono stati consegnati al banco alimentare e almeno altri 400 chili sono andati alla cucina del carcere e ai vari pranzi organizzati all’interno.

Siamo una cosa seria! Quasi un’azienda agricola. – ha commentato il consigliere di Una Monza per Tutti, promotrice del Progetto, Anna Martinetti – I ragazzi che hanno lavorato con entusiasmo e che stanno facendo progetti per il loro futuro legati alla coltivazione mi hanno chiesto più volte se saremo in grado di proseguire. Non posso deluderli perché questo è l’obbiettivo dell’orto: produrre uomini liberi!”.

“L’orto in cella”, questo il nome dell’iniziativa, è stato promosso da Anna Martinetti che ha coinvolto nella sua ideazione la Casa Circondariale di Monza, Soroptimist, l’UST di Monza e Brianza e Coop. META ed è stato finanziato da Fondazione della Comunità Monza e Brianza all’interno del bando Youth Bank 2014.

Il carcere, come prevede la nostra Costituzione, non deve avere solamente una funzione punitiva ma anche rieducativa. E’ per questo che un piccolo gruppetto di detenuti oggi lavora alacremente per raccogliere i frutti delle tre serre a San Quirico. I prodotti dell’orto biologico sono destinati al banco alimentare della Lombardia per la distribuzione alle famiglie indigenti del territorio.

 

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