Monza, sala Maddalena: in scena la rivoluzione che uccide i suoi figli

Domani alle 21, ingresso gratis, spettacolo organizzato dalle associazioni culturali Mnemosyne e Modoetia Nova, in collaborazione con il Comune di Monza, per celebrare il Giorno della Libertà
Il 9 novembre del 1.989 cadeva il muro di Berlino, domani alla Sala Maddalena di via Santa Maddalena a Monza (ore 21) si terrà “Medea Rossa, la rivoluzione che uccide i suoi figli”, spettacolo teatrale basato sui testi dei poeti vittime del nascente regime totalitario. Lo spettacolo, voluto alle associazioni culturali Mnemosyne e Modoetia Nova, in collaborazione con il Comune di Monza, è stato organizzato per celebrare il Giorno della Libertà (ingresso libero).
“Questo importante anniversario ha cambiato non solo la storia d’Europa, ma del mondo intero – spiega Ettore Radice, preisdnete dell’associazione Mnemosyne – La rivolta al dispotismo sovietico aveva avuto inizio molto tempo prima, alla fine del 1917, quando la Rivoluzione d’ottobre (di cui quest’anno ricorre il 100° anniversario) aveva già mietuto le sue prime vittime. Abbiamo scelto come titolo della manifestazione Medea Rossa perché i primi a subire persecuzioni dal nuovo potere istaurato furono proprio coloro che, all’inizio, avevano creduto nella rivoluzione bolscevica, illudendosi che fosse portatrice di Lbertà ed eguaglianza”.
Il testo teatrale si baserà sulle opere di poeti e intellettuali come Vladimir Majakovskij, Sergej Esenin, Boris Pasternak, Marina Cvetaeva, Anna Achmatova, Isaak Babel, Varlaam Salamov, Aleksandr Solzenicyn che avevano creduto nella possibilità di un mondo liberato, ma furono le prime vittime della macchina di potere. “La loro poesia divenne il grido di agonia di un mondo possibile negato – ha aggiunto Radice -. Vogliamo ridare loro la parola, riproporre testardamente il sogno, la possibilità di vedere una nuvola in calzoni in un cielo che rimane felicemente aperto”.
Paralllamente, lo spettacolo toccherà anche un tema di stretta attualità come la tenace opposizione degli intellettuali venezuelani, capeggiati dagli scrittori Leopoldo Lopez e Tullio Hernàndez al regime chavista del presidente Maduro. Non a caso, l’amministrazione comunale ha deciso di dedicare la giornata proprio ai dissidenti venezuelani