Delitto La Rosa: arrestati per il Gip potrebbero ancora uccidere

18 dicembre 2017 | 14:37
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Delitto La Rosa: arrestati per il Gip potrebbero ancora uccidere

La ricostruzione dettagliata della morte di Andrea La Rosa. Attirato con l’inganno da un amico, poi addormentato, sgozzato e infine infilato in un bidone di metallo.

Attirato con l’inganno da un amico con la scusa di presentargli sua madre, poi addormentato, sgozzato e infine infilato in un bidone di metallo, per un prestito di 38mila euro. E’ questa la sorte toccata ad Andrea La Rosa, 35 enne milanese, ex calciatore e neo dirigente sportivo del Brugherio calcio (Monza), scomparso lo scorso 14 novembre e per il cui omicidio e soppressione di cadavere sono stati arrestati Raffaele Rullo, 35 anni, sposato con figli, e sua madre Antonietta Biancaniello di 59, fermati nella tarda serata di ieri dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano, su decisione del Procuratore Aggiunto di Milano Eugenio Fusco.

I due, secondo le indagini, avrebbero premeditato il delitto. Secondo il giudice di Milano potrebbero però uccidere ancora Rullo e sua madre Antonietta, il quale lo ha scritto nell’ordinanza che ha convalidato il fermo e disposto la misura cautelare per entrambi. L’istanza di arresti domiciliari, avanzata dal difensore di Rullo, è stata respinta. Nell’interrogatorio di ieri, Rullo aveva negato di aver commesso il delitto. La donna, che in un primo momento si era assunta la responsabilità dell’omicidio, si è poi chiusa invece nel silenzio.

Nella ricostruzione dell’accusa, La Rosa la notte tra il 14 e il 15 novembre era stato attirato a Quarto Oggiaro con l’inganno da Rullo, che gli doveva restituire 38mila euro. Poi sarebbe stato addormentato con del sonnifero, sgozzato e infilato in un bidone. Biancaniello era stata intercettata dai carabinieri sulla Milano-Meda, con nel bagagliaio il bidone contenente il corpo di La Rosa, ai quali “con freddezza” ha dichiarato contenesse gasolio. Madre e figlio, secondo gli inquirenti, si apprestavano a sciogliere il cadavere dell’ex calciatore usando 24 flaconi di acido, sequestrati dai militari in un garage di Seveso (Monza) usato da Rullo, facendolo prima a pezzi con una motosega. Le indagini dei carabineri erano partite immediatamente dopo la scomparsa di La Rosa, il 14 novembre scorso. Dopo essersi incontrati in un Mac Donald’s di viale Certosa La Rosa e Rullo, a presentarli anni fa era stata la fidanzata della vittima, dove La Rosa era arrivato con ottomila euro nei calzini da prestare all’amico, al quale aveva già prestato 30mila euro, mai restituiti. I due avrebbero dovuto incontrarsi nel pomeriggio a Brugherio (Monza), ma Rullo aveva posticipato l’appuntamento dicendo all’amico di volergli presentare sua madre e parlargli di una presunta relazione tra la sua fidanzata e il suo ex, convincendolo poi a seguirlo a Quartoggiaro a casa di Biancaniello. Mentre guidava La Rosa avrebbe chiamato un amico, dicendogli “se mi rapiscono sai dove sono, per quell’operazione che ti ho detto, poi ti spiego, ma dove … mi stanno portando”, forse rifendosi ad un affare per l’acquisto di un’auto, giro losco in cui Rullo si sarebbe infilato.

Il cellulare di Andrea da quel momento ha smesso di essere attivo, salvo per tre messaggi whatzup inviati alla fidanzata il 15 novembre “Azz”, “ho sonno” e “dopo chiamami”, che la donna ha dichiarato non essere parole utilizzate abitualmente dalla vittima. Sentiti dagli inquirenti come persone informate sui fatti, madre e figlio avrebbero fornito “versioni contrastanti e reticenti”. Biancaniello, presentatasi di sua spontanea volontà ai carabinieri, aveva dichiarato di aver visto La Rosa salire su un’auto con targa di colore giallo ed allontanarsi da sotto casa sua dopo un colloquio con il figlio. Due le ricerche effettuate sul computer da Rullo che hanno insospettito gli inquirenti, l’una su “come sciogliere un corpo nell’acido” che il 35 enne ha giustificato con “una chiacchierata tra colleghi sulla morte del figlio del pentito Di Matteo” e, la notte tra 14 e 15 novembre, “come calcolare il volume di un corpo”. Poi gli acquisti di un bidone di metallo, flaconi di acido e motosega. “Non sei da solo, fossi solo ti direi ammazza le persone, le tagli, le bruci, le sciogli nell’acido, fai quello che vuoi, ma non sei solo”, sono le parole della moglie di Rullo, intercettata in auto mentre parla con il marito, il 27 novembre.