Italian Book of Innovation, Selene tra i 100 protagonisti dell’innovazione

19 dicembre 2017 | 00:04
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Italian Book of Innovation, Selene tra i 100 protagonisti dell’innovazione

La 35enne mezzaghese è citata nel compendio edito da Rizzoli che cita le eccellenze del nostro paese nel mondo

C’è una brianzola nella top 100 dell’innovazione italiana. E non di certo una brianzola qualunque, ma una donna coraggiosa e intraprendente che da anni dedica la sua vita al riscatto sociale e culturale di popoli messi alle strette da guerre o altre situazioni complicate. Si chiama Selene Biffi, ha 35 anni ed è di Mezzago: di lei abbiamo già parlato, per il suo progetto di smascherare bufale e fake news del web tramite la piattaforma da lei creata, Loudemy.

PLAIN INK: ECCELLENZA ITALIANA NEL MONDO

Il riconoscimento, però, Selene l’ha guadagnato grazie a Plain Ink, start up sociale a sostegno della Quessa Accademy, scuola da lei stessa fondata a Kabul nel 2013. Plain Ink infatti è stata inserita tra le cento start-up italiane più innovative nel libro The Italian Book of Innovation, edito da Rizzoli. Si tratta di un “the best iof” che racchiude talenti emergenti del nostro Paese, in tutti i settori, ma con un occhio di riguardo all’innovazione.

Plain Ink, dunque, è stata nuovamente riconosciuta come eccellenza italiana dell’imprenditoria sociale nel mondo. Nata con l’obbiettivo di raccontare storie che potessero arrivare a tutti, e portare con sé informazioni cruciali per lo sviluppo sociale in condizioni difficili, presto è stato il tramite per la creazione della Quessa Accademy, una scuola per diventare cantastorie in un paese dove sette persone su dieci sono analfabete, e la disoccupazione è la normalità.

the italian book of innovation

L’obiettivo è dare ai giovani che partecipano alle lezioni un’istruzione che gli consenta di trovare un’occupazione, magari attraverso organizzazioni non governative, e di trasmettere così il sapere ad altri. Grazie a Quessa Accademy, decine di persone, giovani e donne in particolare, hanno potuto seguire corsi gratuiti grazie alle donazioni libere. L’obiettivo è quello di aiutare il risollevamento culturale e sociale di realtà complicate e in difficoltà, con l’auspicio di avviare un effetto domino che abbia beneficio su tutta la comunità.

Selene, che ha iniziato a collaborare con l’Onu dopo la laurea e ha creato la sua prima start-up sociale a soli 22 anni (Youth Action for Change), nel 2013 ha avuto l’idea di The Qessa Academy ricollegandosi all’antica tradizione locale dei poeti-musicisti ambulanti: ufficialmente, si tratta della prima e unica scuola al mondo che insegna ai ragazzi disoccupati come utilizzare le storie per insegnare. Sull’argomento Selene ha scritto anche un romanzo, La maestra di kabul. A lei, per altro, nel 2016 le è stato assegnato il Mother Teresa Award, prima italiana a ricevere questo premio che prima di lei hanno avuto il Dalai Lama, Malala e Medici senza frontiere.

Ma questi sono solo alcuni dei numerosi riconoscimenti ricevuti dalla ragazza, che ora, grazie alla sua intraprendenza, si trova anche citata tra le 100 start-up italiane che guardano al futuro, nel romanzo della Rizzoli.