Vaccinazioni obbligatorie, Stocco: “Chi è contrario mette in pericolo la comunità”

12 dicembre 2017 | 06:33
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Vaccinazioni obbligatorie, Stocco: “Chi è contrario mette in pericolo la comunità”

Su un tema al centro di diverse polemiche, il Direttore Generale dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale di Monza lancia un appello sulla necessità di vaccinarsi.

Il tema dei vaccini continua a riscaldare gli animi in Italia. Da quando a fine luglio è stato approvato il Decreto Legge, che ha reso obbligatorie 10 vaccinazioni per i minori di età compresa tra 0 e 16 anni (vedi qui), non è passato giorno senza che ci fossero prese di posizione a favore o contro. Solo per citare alcune di quelle più recenti, si è espresso decisamente contro il movimento no-vax il Commissario europeo alla salute, Vytenis Andriukaitis, che ha dichiarato: “Mi piacerebbe invitare la gente di questi movimenti a visitare le tombe dei bambini morti perché non vaccinati e a riflettere su ciò che fanno”. Anche la giustizia italiana è scesa in campo. La Corte Costituzionale ha rigettato il ricorso della Regione Veneto contro la legittimità dei vaccini obbligatori per l’accesso a scuola. E il Tribunale di Reggio Emilia ha respinto il ricorso presentato dai genitori No-vax di una bambina, che si erano sentiti “discriminati” perché la loro figlia non era stata accettata dagli asili nido di Carpi e Correggio in quanto non vaccinata. Per ultime, ma solo in ordine di tempo, sono arrivate le polemiche generate dalla pubblicazione del libro della giornalista Giulia Innocenzi “Vacci-Nazione”, in cui si parla di conflitto di interessi tra le personalità pro-vaccini e le cause farmaceutiche che li producono.

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A Monza e in Brianza l’argomento vaccini non è certamente passato inosservato. Anzi il dibattito tra pro e contro si è acceso ancora prima dell’approvazione del Decreto Legge. Era, infatti, la fine di giugno quando la tragica morte di un bambino di 6 anni, ricoverato presso il reparto di rianimazione dell’Ospedale San Gerardo di Monza (leggi l’articolo), ha scosso le coscienze. Il piccolo, infatti, affetto da leucemia, è morto per complicanze polmonari e cerebrali da morbillo, patologia contro la quale non era vaccinato. A fine settembre, sempre nel principale nosocomio del capoluogo della Brianza, è morto un ragazzino di 13 anni, colpito da meningite C. Forse anche questi fatti di cronaca hanno spinto molti genitori a vaccinare i propri figli. Con le conseguenti difficoltà dell’Ats (Agenzia di Tutela della Salute) Brianza a gestire le numerose richieste. Soprattutto per la vaccinazione contro il meningococco B. Tanto da chiedere il supporto dei pediatri di famiglia. E come se non bastasse tutto ciò, a creare ulteriore confusione, si è aggiunta anche la lentezza con la quale le scuole brianzole, dopo la scadenza dei termini per la presentazione dei certificati di vaccinazione, stanno comunicando i dati all’Ats Monza Brianza e Lecco. A Novembre su 566 scuole, solo 75 avevano inviato la documentazione e risultavano 3.486 studenti e famiglie inadempienti.

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Per fare chiarezza sullo stato delle cose, ad MBNews parla Matteo Stocco, Direttore Generale dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale di Monza (foto in alto). Che spiega come “stiamo assistendo ad una graduale diminuzione delle richieste” e, sull’importanza di vaccinarsi, non nasconde le problematiche presenti: “La resistenza maggiore è ancora verso la vaccinazione contro morbillo, rosolia e parotite a causa della falsa correlazione con l’autismo”.

Le vaccinazioni obbligatorie continuano a far discutere. All’Ospedale San Gerardo si sono registrate lunghe code. Qual è la situazione attuale?

A seguito dell’introduzione delle nuove disposizioni in materia di obblighi vaccinali, all’inizio dell’anno scolastico abbiamo registrato un sensibile aumento delle richieste presso i servizi dedicati dalla Asst di Monza sia per quanto concerne la richiesta di certificati vaccinali sia per la richiesta di appuntamenti per la messa in regola. Ad oggi sono stati rilasciati più di 9000 certificati e l’afflusso è continuato in modo intenso per tutto il mese di ottobre. Ora stiamo assistendo ad una graduale diminuzione delle richieste, anche se superiori a quanto registrato negli scorsi anni. Numerose sono state e continuano ad essere le richieste di colloqui di genitori che desiderano avere informazioni e chiarimenti con i nostri professionisti.

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I dati raccolti dal San Gerardo, riguardanti i certificati di vaccinazione a scuola, seppure parziali, parlano di un numero elevato di famiglie inadempienti. Cosa ne pensa?

Chi è contrario ai vaccini non mette in pericolo solo il proprio figlio ma l’intera comunità. Alla data del 20 novembre risultano essere 52 i minori segnalati per mancata consegna della documentazione, la nostra Asst è in linea con i dati Regionali relativi agli inadempienti. Sicuramente la resistenza maggiore è ancora verso la vaccinazione contro morbillo, rosolia e parotite a causa della falsa correlazione con l’autismo. C’è chi sostiene poi che certe malattie siano scomparse grazie al miglioramento delle condizioni igienico sanitarie e al miglioramento della vita in genere. Ciò non è del tutto vero poiché virus come quelli del morbillo, della rosolia e della parotite si diffondono a prescindere dalle condizioni igieniche.

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L’attenzione dell’opinione pubblica sul tema vaccinazioni sembra scarsa soprattutto su alcune patologie ormai ritenute erroneamente innocue. E’ giusto tenere alta la guardia, ad esempio, sulla poliomielite?

Per quanto riguarda la poliomielite sono ancora vivi i ricordi dei nostri genitori, di amici, compagni di scuola o parenti affetti da limitazioni motorie invalidanti a causa del virus della poliomielite. In molte aree del pianeta il polio virus è ancora endemico e ogni anno causa un numero importante di soggetti colpiti. Questa è una testimonianza che il rischio di contrarre patologie da tempo scomparse nel nostro territorio è ancora elevato.

Cosa si sente di dire a quelli che ancora mettono in discussione l’importanza di vaccinarsi?

L’importanza delle scoperte scientifiche, l’evoluzione delle tecnologie in ambito sanitario e l’introduzione dei vaccini su vasta scala hanno consentito, dalla metà del secolo scorso, un sensibile innalzamento dell’aspettativa di vita. Questo non significa che patologie da tempo scomparse in Europa ed in Italia siano completamente debellate. Vaccinare i propri figli non significa solo salvaguardare la loro salute, ma è un atto di civiltà verso quei soggetti, che per motivi di salute e gravi patologie, non possono essere sottoposti ad immunizzazione da vaccino. L’invito quindi, per chi non l’ha ancora fatto, è quello di vaccinare i propri figli per tutelare anche i bambini più fragili.