Arcore saluta “Il Savo”, una vita tra Villa San Martino e la Gilera

8 gennaio 2018 | 00:01
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Arcore saluta “Il Savo”, una vita tra Villa San Martino e la Gilera

Arcore piange la scomparsa di un grande amico, Eugenio Savoldelli anche noto come ‘il Savo’. Membro del Registro Storico Gilera e del Gilera Club.

Arcore piange la scomparsa di un grande amico, Eugenio Savoldelli anche noto come ‘il Savo’. Il 77enne è mancato all’affetto dei suoi cari – la moglie Caterina, il figlio Alfonso, la nuora Sara e il nipotino Luca – lo scorso martedì, 2 gennaio, lasciando una vita piena di passioni, prima tra tutte quella per le due ruote. Membro attivo del Gilera Club, ha vissuto anche alla Villa San Martino.

LA VITA IN VILLA SAN MARTINO

Nato a Milano nel 1940, Savoldelli era figlio dell’autista dei nobili conti Casati che, durante la guerra, si sono trasferiti nella residenza estiva di Villa San Martino ad Arcore, portando con loro Eugenio e la sua famiglia, per scampare ai frequenti bombardamenti della città. “Mio padre era molto vicino ai Casati, erano una seconda famiglia: è cresciuto vivendo con loro a Villa San Martino fino all’età di vent’anni, era tanto affezionato che quando sono nato ha deciso di darmi il nome Alfonso, come il figlio dei Casati, medaglia al valore e caduto in guerra”, ha raccontato il figlio, Alfonso Savoldelli, visibilmente commosso.

LA CARRIERA IN GILERA

In Villa San Martino Eugenio, ancora giovanissimo, aiutava la servitù nella gestione della casa e, all’età di 14 anni, ha iniziato anche a lavorare presso la fabbrica della Gilera come fattorino, avvicinandosi molto al ‘commendator Gilera’ ed imparando sempre più il mestiere. La sua passione del ‘Savo’ per le moto è talmente grande e coinvolgente che neanche un incidente – dove sbatte la testa per evitare un pedone – e il conseguente ritiro del mezzo da parte del padre, riescono a fermarlo.  Nello stesso periodo del sinistro, nei primi anni Sessanta, i Casati lasciano la Villa al fratello, donando al padre di Eugenio un terreno a La Cà dove, tra il 1961 e il 1962, costruisce la casa in cui ancora oggi vive la famiglia.

Il passo da fattorino a responsabile export della Gilera è sudato, ma arriva presto. “Mio padre raccontava sempre che il suo capo, il Gilera, dimenticava sempre il cappello e lui si preoccupava di farglielo avere, ovunque andasse”, ha raccontato Alfonso. Con il decadimento dello stabilimento della casa motoristica Gilera, Eugenio inizia a lavorare alla storica Delchi di Villasanta, come responsabile delle spedizioni, fino a quando, nel 1992, va in pensione per dedicarsi – finalmente – alle due-ruote.

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PENSIONE FA RIMA CON PASSIONE

Proprio dal 1992, venuti meno i tantissimi impegni di lavoro, Savoldelli è libero di dedicarsi al suo vero grande amore, la moto e – soprattutto – la Gilera, che ha reso noto nel mondo il nome di Arcore. Membro attivissimo del Registro Storico Gilera e del Gilera Club Arcore, Savoldelli era molto noto in paese anche per il suo impegno come nella consulta comunale sportiva e nell’associazione ‘Natura e Arte’. Un’attrazione davvero coinvolgente, quella per le due-ruote, tanto da trasmetterla – senza grande fatica – anche al figlio.

Un uomo pieno di vita e con tantissima voglia di viaggiare. Oltre all’India, al Vietnam e alla Cambogia, la scorsa primavera è stato anche in Israele. Voleva conoscere tutto del mondo e amava vederlo con i suoi occhi’, ha ricordato il figlio Alfonso. Nell’ultimo periodo ‘Savo’, oltre ad essere responsabile della mostra fotografica di tutti i raduni Gilera, era tornato a fare un po’ quello che faceva 60 anni fa, occupandosi di aspetti pratici come spedizione delle tessere del club e logistica.

La città di Arcore tutta lo piange oggi che non c’è più. Ecco le lettere di saluto del Registro Storico Gilera e del Gilera Club Arcore (Ciao Savo) e quella dell’Associazione Natura e Arte (lettera Savoldelli).