Camorra e criminalità straniera, sodalizio internazionale

13 febbraio 2018 | 00:37
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Camorra e criminalità straniera, sodalizio internazionale

La Camorra silente e la criminalità organizzata straniera: “cellule” attive in Lombardia. Ecco la relazione della DIA

In Brianza la Camorra sembrava non essere mai arrivata, fin quando nel 2013 la maxi indagine “Briantenopea” della Procura di Monza e dei carabinieri, non portò all’arresto di 43 persone. Fu la risposta al silente interrogativo “come mai Monza non è mai stata toccata dall’Ndrangheta?”. Allora gli inquirenti spiegarono come le organizzazioni criminali siano solite “spartirsi” i territori, senza di fatto pestarsi mai i piedi. Da allora, secondo la Direzione Investigativa Antimafia di Milano che ha presentato nei giorni scorsi la sua consueta relazione al Parlamento, in Lombardia la Camorra, benchè appaia meno visibile rispetto ad altri sodalizi criminali, sarebbe orientata alla penetrazione nell’imprenditoria legale e alla commissione di reati associativi in materia di riciclaggio, usura ed estorsioni.

A tal proposito, a maggio a seguito di proposte per l’applicazione di misure preventive proposte dalla stessa Dia, è stato eseguito il sequestro di beni immobili, veicoli, aziende, quote societarie e rapporti finanziari del valore di circa 21 milioni di euro, riconducibili alla famiglia Potenza, ritenuta contigua al clan Lo Russo. Tra i beni sequestrati figura anche un noto ristorante di Milano, oggetto di una delle numerose attività di reinvestimento dell’ingente patrimonio accumulato dalla citata famiglia. Sempre a maggio, a Cantù è stato invece eseguito l’arresto di un affiliato al clan dei Casalesi, in esecuzione di un provvedimento cautelare per l’omicidio di un imprenditore, ucciso all’interno della sua azienda di San Nicola la Strada (CE) nel 1992.

Imprescindibile per l’Antimafia anche una panoramica sulle organizzazioni criminali straniere, descritte come sempre più capaci di relazionarsi con sodalizi criminali italiani, in un rapporto che assumerebbe connotazioni e modalità diverse in ragione sia del tipo di business criminale da perseguire, che dell’area geografica dove viene a realizzarsi. Se, infatti, in Sicilia, in Calabria e in Campania i gruppi di matrice etnica operano tendenzialmente previo assenso delle organizzazioni mafiose, in Lombardia secondo la Dia si avverte una maggiore autonomia che sfocia anche in forme di collaborazione quasi “alla pari”. Peraltro, secondo l’Antimafia, i sodalizi stranieri hanno la capacità di interagire con le organizzazioni di riferimento nei Paesi d’origine e con cartelli multinazionali, dei quali rappresentano, nella maggior parte dei casi, delle cellule operative distaccate che spaziano dal traffico di stupefacenti a quello di armi, di rifiuti e di merci contraffatte, fino alla tratta di persone da avviare al lavoro nero e alla prostituzione.