Confartigianato, tour tra le migliori attività di Cesano Maderno

Entourage di Confartigianato assieme al primo cittadino Maurilio Longhin visitano alcune aziende di Cesano Maderno
Questione di crisi? No, grazie. Confartigianato in tour tra alcune delle più floride attività di Cesano Maderno.
Nel corso della mattina di sabato 3 febbraio, il primo cittadino Maurilio Longhin, assieme ad una entourage di Confartigianato tra cui Paolo Rastellino, presidente della sezione territoriale di Cesano Maderno e il presidente APA Giovanni Barzaghi, hanno fatto visita ad alcune realtà produttive, che simboleggiano la qualità nelle diverse categorie.
Due ore tonde tonde, dalle 10 alle 12, durante le quali sono stati sentiti e premiati con la tessera associativa di Confartigianato i titolari delle diverse attività. Un tour guidato attraverso problematiche e rispettive soluzioni, che hanno portato l’ “Andrea Diffusion”, la “Galletti Andrea & c snc”, la “Villa Biliardi” e il “Panificio Bertin” fuori dalla crisi. Testimonianze dirette che MBNews ha raccolto in esclusiva.
Realtà diverse. Problematiche simili. La crisi ha fatto il suo corso. “Chi l’ha superata – parafrasando Einstein – ha superato se stesso senza essere superato”.
A cogliere appieno l’aforisma è il proprietario di Andrea Diffusion”, di Tiano Andrea. “Ero un semplice parrucchiere, un piccolo artigiano. Ho dovuto imparare ad essere un imprenditore. E così, dalla crisi, ho imparato come crescere”.
Senza dubbio, ogni artigiano è un imprenditore e deve quindi comprendere, prima di tutto, i processi economico-finanziari che stanno alla base dei processi produttivi. A testimoniarlo è Mario Albricci, della Albricci SRl. “Non posso pensare che un artigiano non abbia competenze manuali. Sicuramente le ha, ma se mette la mano, rischia di non riuscire a mettere la testa nei processi aziendali. E questa è la fine. Bisogna quindi saper investire – continua il Ceo – nei nuovi processi di innovazione, nei giovani che svecchiano l’attività ma, soprattutto, bisogna saper guardare fuori dal proprio orticello”.
Dello stesso avviso è Galletti Andrea della Galletti Andrea & c. “Dovremmo creare una grande sinergia tra artigiani. Un gruppo importante per diventare un’industria e prendere così grandi commesse. Se ancora non è accaduto è perché alla base c’è un problema di mentalità. Si ha paura dei numeri, ma se supereremo questo scoglio, allora diventeremo grandi”.Un pensiero lungimirante, quello di Andrea, che ha portato la sua azienda verso l’industria 4.0. “L’innovazione tecnologica mi ha permesso di avere il controllo efficace ed efficiente sui processi produttivi”. Questo in parole povere, significa avere un maggior controllo sulle commesse di lavoro riducendo quindi il costo delle non conformità.
A rafforzare gli interventi di di Albricci e di Galetti è poi il presidente Apa Giovanni Barzaghi, che in modo perentorio lancia una forte provocazione. “Cerano 22 grandi aziende sul territorio. Ora ne sono rimaste solo 5. La colpa è del sistema scolastico che ha creato un grosso buco formativo. Le università, in special modo – sostiene il presidente – creano sempre più umanisti. Ma in un’industria 4.0 bisogna creare più tecnici. Bisogna tornare alla manualità per ricreare un territorio super competitivo”.
Un’accusa pesante, che imputa il perché della crisi al sistema scolastico. Ma è anche vera? Sicuramente una parte di colpa la scuola ce l’ha. Tanta teoria e poca pratica. A confutare tale accusa, tuttavia, interviene Albricci. “Per sopperire a questo vuoto – sostiene – bisognerebbe saper creare una sinergia tra pubblico e privato”. Ma la colpa più grave, secondo Galetti, ricade sugli imprenditori stessi. “Se le aziende non credono nei giovani è perché non vogliono perdere tempo nel far formazione e questo è l’errore più grande poiché la vecchia e la nuova generazione, se ben equilibrate, potrebbero creare un punto di incontro vincente“.
Non si può certo negare che molte attività hanno subito gli effetti negativi della crisi. Certo. Ma è altresì vero che tante altre, invece, sono progredite. Quale il processo alla base di questa transizione? Sentiamo la dichiarazione esclusiva del presidente Apa, Giovanni Barzaghi.
La sua opinione non cambia. Colpa della scuola. “Ai posteri l’ardua sentenza”.
Foto, video e servizio di Massimo Chisari