Green & High Tech: Monza non pagherà più la quota, ma il Distretto rilancia

21 febbraio 2018 | 11:28
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Green & High Tech: Monza non pagherà più la quota, ma il Distretto rilancia

La decisione del sindaco Allevi di restare nella fondazione pur non versano i 29mila euro non preoccupa il Presidente Palella: “Ora i soci ripensino al loro ruolo”

Una decisione che vale 30mila euro in meno, che colpisce ma non ferisce il Distretto Green Hight Tech. È notizia degli scorsi giorni: per risanare i conti in vista dell’approvazione del bilancio di previsione 2018, il sindaco di Monza Dario Allevi ha deciso per un taglio netto delle partecipazioni a enti e associazioni di consulenza, tra cui figura il distretto fondato nel 2008 per ridare vigore alle aziende del settore tecnologico del territorio.

In soldoni, questo significa che il Comune di Monza non verserà più la quota annuale di 29mila euro, pur restando nel distretto, insieme agli altri soci fondatori: Assolombarda, Provincia, Associazione dei Comuni per il Distretto e Camera di Commercio metropolitana. Cifra che però non sembra spaventare i vertici del Distretto: «Ognuno dei soci fondatori ha il diritto di regolarsi in base alle proprie possibilità – commenta il Presidente Pietro Palella (già presidente e amministratore delegato di STMicroelectronics) – Rispettiamo la scelta di Allevi e il principio su cui è stata fatta. Certo, per noi viene meno una parte del fatturato, ma questa è l’occasione perrilanciare le ragioni per cui questa fondazione venne creata dieci anni fa: valorizzare risorse e competenze delle aziende che ne fanno parte. Ci sono tante aree di intervento pubblico in cui le competenze di queste aziende possono essere sfruttate, per esempio la videosorveglianza, l’illuminazione pubblica da sostituire per renderla a basso impatto ambientale, la valorizzazione del territorio attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie. Ecco, questo è il momento, a mio avviso, perché i soci fondatori ripensino al loro ruolo».

Questa l’idea di Palella, che concorda con quanto affermato nei giorni scorsi da Allevi: «Enti di questo tipo dopo 10 anni di lavoro devono imparare a reggersi con le proprie gambe, non possono continuare a vivere grazie ai contributi pubblici», aveva commentato il sindaco. «Il bilancio del distretto è in pareggio da 4 anni anni – ha argomentato Palella – il numero delle aziende che ne fanno parte si è stabilizzato intorno al centinaio, per un fatturato di circa 320mila euro».

Insomma, il distretto va avanti, con la stessa forza di prima. «Il nostro obiettivo fondamentale è costruire reti e fare intersecare mondi al fine di trovare soluzioni innovative – ha raccontato ancora Palella – Questo significa ricadute sulle aziende e quindi anche sul territorio».

Tante le sfide vinte e quelle da portare avanti. A fine 2017, per esempio, è stato chiuso un progetto con il gigante francese Thales, attivo nei settori aerospaziale, difesa, sicurezza e trasporti, alla ricerca di nuovi partner con cui collaborare. «Abbiamo portato otto nostre società, tra queste ne sono state scelte cinque che hanno partecipato a Lione all’evento di “open innovation” promosso da Thales alla ricerca di nuove idee tecnologiche – ha aggiunto il Direttore Giacomo Piccini – è stato vinto bando europeo che ha permesso alle aziende del Distretto di partecipare a importanti iniziative nel settore dell’alta tecnologia in varie parti del mondo e che sta permettendo loro di essere coinvolte in numerosi progetti».

Tanti i bandi a cui si partecipa, anche in collaborazione con l’Università Bicocca, tanti gli eventi di business matching o i follow up, tutti al fine di creare occasione di business. Certo, in un momento difficile come quello attuale, non si parla certo di meccanismi facili, ma l’ottimismo non manca.

«Penso che il discorso fondamentale per mantenere vivo il Distretto sia quello di collaborare, cooperare, di ritornare a fare rete – ha concluso Palella – I soci più di chiunque dovrebbero avere come interesse primario quello di promuovere le aziende del territorio, di tenere vivo il distretto High tech della Brianza, nato proprio per rilanciare il settore, quindi credo che sia indispensabile collaborare in questo senso. In poche parole, più si dà alle aziende del distretto compiti da svolgere, più il distretto resta vivo. Il mio invito è quello di non cercare fuori, ma guardare alle aziende del territorio, che hanno competenze e conoscenze che non si immagina».