Monza, il pompelmo della discordia scatena lite condominiale

La signora Maria, 89enne di Monza spera di mettere fine alle numerose polemiche legate alla sua pianta di pompelmo. alcuni vicini credono che il telo che copre la pianta sia un pericolo.
“Non rinuncio al mio pompelmo e di certo non lo lascio morire di freddo!”. È con queste parole che la Maria, 89enne di Monza, residente nella zona della Madonna delle Grazie, spera di mettere fine alle numerose polemiche legate alla sua pianta di pompelmo. L’accusa – da parte di alcuni vicini di casa – sarebbe quella di coprire l’alberello con un telo in plastica che – secondo loro – sarebbe pericoloso perché infiammabile.
“Dai primi giorni di novembre agli ultimi di febbraio copro il mio pompelmo con un telo. Inizialmente mi è stato detto che era anti-estetico, allora ho provveduto a sostituirlo con uno meno invadente, ma poi sono iniziate le telefonate e le mail di protesta: questa volta il problema era il pericolo dell’infiammabilità del telo”, ha spiegato la signora Maria, visibilmente turbata all’idea di dover rinunciare all’albero che, con tanta cura, ha seminato e poi curato per più di due decenni.
Quasi 90 anni lei, oltre 20 lui (il pompelmo ndr) e la signora Maria non riesce proprio a capire tanto accanimento verso quel telo che, durante i mesi invernali, protegge la pianta dal ghiaccio ed evita che muoia per il freddo. La nonnina è davvero molto affezionata al suo sempreverde, tanto da parlarci quotidianamente per assicurarsi che cresca bene e da fotografarlo nei periodi di fioritura. Dopo l’accaduto, l’anziana ha anche riletto tutto il regolamento condominiale esteso ai tre edifici che compongono il complesso abitativo monzese, senza trovare tracce di violazione.
“Ho prontamente telefonato alla scuola agraria nel parco di Monza per chiedere di aiutarmi a potarlo, ma mi hanno detto che bisogna aspettare il mese di marzo. Questa soluzione non è bastata ad un vicino, che ha minacciato di venire a tagliarlo con le sue mani!”, ha commentato sbigottita la signora, ex professoressa di stenografia con una passione sfrenata per le piante.
Tanta angoscia e anche un po’ di paura per la signora Maria, che non riesce a darsi pace e teme che, da un momento all’altro, qualcuno la costringa a fare a meno del suo amato alberello. “Mi hanno addirittura promesso di denunciarmi ai vigili del fuoco, se non avessi rimosso il telo, allora li ho fatti chiamare da mio figlio per chiedere se il telo fosse effettivamente un pericolo. Sono stati molto gentili e disponibili, ci hanno risposto che la plastica non è soggetta ad autocombustione, dunque è altamente improbabile che prenda fuoco da sola”, ha spiegato la donna, nel tentativo di risolvere il problema e riportare la pace nel condominio.
La signora Maria non è l’unica ad avere oggetti in plastica sul balcone, basti pensare a tutte le persone che si servono del balcone come deposito per i sacchi della spazzatura o per conservare alcuni utensili in mobiletti da esterno. Se il telo costituisse realmente un pericolo, nessuno di questi articoli potrebbe essere tenuto sul balcone.