Seveso, al Fondo Solidale aderisce solo il Pd

Lo denuncia i consigliere Roberto Fumagalli: solo gli aderenti al Partito democratico (e nemmeno tutti gli assessori e i consiglieri di maggioranza) partecipano alla misura di solidarietà per aiutare i cittadini in difficoltà economica.
Il Fondo Seveso Solidale ha già aiutato 200 persone, raccogliendo circa 35.500 €. Lanciato nel 2014 come una misura per aiutare i concittadini in difficoltà e pensato come un fondo patrimoniale di solidarietà locale, il Fondo Seveso Solidale era stata una delle promesse della campagna elettorale dell’attuale sindaco Paolo Butti, 5 anni fa: uno strumento in grado di offrire sostegno a chi ne avesse bisogno grazie alle offerte libere di chiunque desiderasse contribuire.
I primi a farlo avrebbero dovuto essere gli assessori e i consiglieri comunali, a cui era stato proposto di devolvere al Fondo una parte della propria indennità di carica: ma non tutti lo fanno, anche all’interno della stessa maggioranza.
«È veramente una sconfitta – ammette il consigliere Pd Roberto Fumagalli -. Gli unici ad aderire siamo stati noi del Pd». Ovvero i consiglieri del Partito democratico Anita Argiuolo, Alfonso Bizzozero, Alessandro Bonito, Roberto Fumagalli, Giovanni Milani e Nadia Pogliani, che rinunciano in toto al proprio gettone di presenza in favore del Fondo. Rinunciano poi a una parte dello stipendio di amministratore sia il sindaco, sia gli assessori Giusy Cilia, Luigia Caria, Andrea Formenti e Fabio Rivolta, tutti del Pd, più il presidente del consiglio comunale, Giorgio Garofalo (ex Pd, ora Mdp e in corsa alle regionali per Leu).
Non hanno partecipato, invece, né l’assessore Mario La Greca, né i consiglieri di maggioranza della lista civica “Impegno è servizio”. Per non parlare dell’opposizione, che ha bollato l’iniziativa come una manovra politica. «È vero che ognuno fa solidarietà come vuole, come ha detto il consigliere Roberto Pagani (lista civica “Seveso nel cuore”) – continua Fumagalli -. Ma, dopo tante parole, vedere che tanti si tirano indietro mette un po’ di amarezza. La stessa cosa è successa per Amatrice: in consiglio comunale si era proposto di devolvere il gettone di presenza ai terremotati e tutti erano stati d’accordo, almeno per mettersi in mostra. Poi, però, in tanti non l’hanno fatto. Non solo: l’opposizione ci ha persino accusato di esserci aumentati lo stipendio, e di farci belli devolvendone una parte. Non è così: con l’amministrazione Butti lo stipendio ce lo siamo diminuito!».
«A Seveso le persone in difficoltà economica sono tante – spiega ancora Fumagalli -. L’adesione al progetto di Caritas e parrocchia ci ha permesso di diffonderlo in modo più efficace e meno burocratico, e azzerando i costi: chi fa funzionare il Fondo Seveso Solidale non prende rimborsi, indennità o stipendi. Sicuramente non si sostituisce al Comune, allo Stato, alla parrocchia o alla Caritas, ma è un aiuto prezioso». Non che il Fondo sia uno strumento perfetto: lo stesso Fumagalli ammette che avrebbe voluto inserire l’obbligo morale della restituzione, per instaurare una sorta di catena solidale che spingesse chi era stato aiutato a restituire il favore, una volta raggiunta una maggiore stabilità economica. Un circolo virtuoso che però, con questa modalità, avrebbe rischiato di diventare una costrizione: per questo ai beneficiari del Fondo non viene mai richiesto direttamente di ricambiare l’aiuto ricevuto.
Fondo Seveso Solidale: cos’è e come funziona
I sevesini in difficoltà, perché hanno perso il lavoro o perché non riescono a pagare le utenze di base, possono rivolgersi al Comune, ma anche alla Caritas o alla parrocchia, per chiedere un aiuto economico al Fondo, che valuterà l’effettivo stato di bisogno e provvederà a pagare direttamente le bollette, l’affitto o i libri di testo scolastici per i minori, garantendo al contempo l’anonimato. Controllano il Fondo tre persone, rappresentanti del Comune, della Caritas e della parrocchia, gli unici a conoscere i sevesini aiutati e i loro nomi. Tutti possono contribuire al Fondo: oltre agli amministratori, alla Caritas e alla parrocchia, in questi anni hanno devoluto una quota anche alcune associazioni e società private del territorio, insieme a comuni cittadini. IBAN: IT29D 07601 01600 001019335247