Seveso, Gori riempie il Politeama parlando di donne, lavoro, ambiente e sanità

Non un one-man-show, ma un gioco di squadra con tre donne di eccezione: l’attrice Lella Costa, l’avvocato Manuela Ulivi, presidente della Casa delle donne di Milano, e l’imprenditrice Cecilia Spanu.
Un progetto comune, positivo e concreto per voltare pagina e cambiare in meglio la Lombardia, dopo 23 anni (in realtà 24, ndr) in cui la Regione è stata guidata da presidenti di centrodestra: è quello che ha annunciato martedì 30 gennaio il candidato del Pd, Giorgio Gori, nel corso della tappa sevesina del suo tour elettorale. Affiancato da Lella Costa («Finalmente un candidato che mi piace… e non solo fisicamente» ha scherzato l’attrice rompendo il ghiaccio nell’affollatissima Sala Aria del cinema Politeama – 292 posti, quasi tutti occupati), dalla presidentessa della Casa delle donne di Milano, l’avvocato Manuela Ulivi, e dall’imprenditrice Cecilia Spanu, Gori è partito dal tema centrale dell’incontro, il ruolo delle donne, per affrontare da un’angolazione particolare i grandi temi del suo programma: lavoro, istruzione, ambiente e sanità. Sempre seguendo il filo conduttore dello slogan della campagna: in Lombardia tante cose funzionano, ma è indubbio che si possa fare meglio.
I suggerimenti delle donne – “La Lombardia è le donne”, così si intitolava la serata di martedì. E le donne, a Gori, qualche spunto l’hanno dato: a partire da Ulivi, che, dopo aver raccolto 100mila firme per far approvare nel 2012 la legge regionale contro la violenza, sostiene, a nome della Casa delle donne, che ci sia ancora del lavoro da fare. «Oggi la Regione pensa che con la denuncia la donna sia a posto – accusa -: ma non è vero, anzi, è più in pericolo di prima. Non tutte, poi, vogliono farlo. Certo, anche noi vorremmo che le donne denunciassero sempre, ma anche che i tribunali facessero la loro parte. Vorremmo essere considerate come soggetto politico: l’abbiamo chiesto a tutti i candidati». Spanu insiste sulle sfide che, ancora oggi, le donne devono affrontare nel mondo del lavoro: «Già quando facevo l’università mi dicevano che una donna o faceva dei figli o lavorava: io, invece, volevo coniugare entrambe le cose -. E aggiunge, proponendo una sorta di inversione di ruoli -: Oggi è finalmente compito della donna farsi avanti e volere tutto, ed è compito degli uomini far loro spazio».
Lavoro, istruzione e servizi – «Il rapporto tra donne e lavoro non è facile: dobbiamo ancora impegnarci per la paritàdi retribuzione a parità di ruoli tra uomini e donne, e la Regione può provare a spingere il mondo delle imprese in questa direzione. In Lombardia magari va meglio che in altre zone d’Italia, ma va sicuramente peggio rispetto ad altre regioni europee, anche se possiamo dire che ci si vive mediamente bene – ha affermato il candidato, per cui il racconto di Spanu, che è passata da lavoratrice dipendente a startupper di successo, senza paura di rimettersi in gioco, rappresenta una felice eccezione più che una storia di ordinaria routine lavorativa -. Intanto dietro a quell’avverbio, “mediamente”, si nascondono molte diversità. Poi, c’è un’idea di sviluppo, necessario e auspicabile: se riusciamo a far funzionare bene l’economia di questa regione vuol dire che creiamo nuovi posti di lavoro, con un’idea di inclusione: non dobbiamo essere solo la locomotiva d’Italia, ma distribuire la ricchezza». Da qui, l’esaltazione del valore della formazione, anche incentivando le ragazze ad avvicinarsi agli studi di tipo tecnico e scientifico: «Non dobbiamo investire solo sulle macchine macchine – ammonisce Gori -, ma soprattutto sulle persone: perché è questo che farà la differenza, se avremo persone più competenti, più capaci, più flessibili, e quindi più pronte a portare l’innovazione sui luoghi di lavoro».
Tra le motivazioni che spingerebbero le donne a restare a casa, o a lavorare meno, l’assenza di una rete di servizi di supporto adeguata: Gori propone non solo più asili nido, e con orari più flessibili, ma anche più sostegno alle famiglie che si trovano a doversi occupare di anziani non autosufficienti: per molti le RSA sono troppo care, e nella quasi totalità dei casi è una donna a dover rinunciare al lavoro per occuparsi a tempo pieno dei genitori o dei suoceri.
Ambiente, territorio e sanità – «L’aria che respiriamo qua è la più inquinata d’Europa, non solo per una conformazione geografica, ma anche perché nessuno è mai andato oltre all’idea di mettere dei limiti provvisori quando scattano le soglie di concentrazione delle polveri sottili – accusa Gori -. Dobbiamo intraprendere un percorso che ci consenta di avere un’aria respirabili e auto non inquinanti». E se «Maroni dal 39esimo piano del Pirellone può dire “vedo la Silicon Valley”, forse perché vede i grattacieli di Porta Nuova, vi assicuro, dopo 15mila km, che i territori abbandonati sono tanti»: il candidato del Pd investirebbe sui trasporti, che fanno viaggiare i pendolari in condizioni penose («Non voglio parlare, per rispetto, di quello che è successo a Pioltello»).
Secondo Gori è compito della Regione anche far funzionare meglio la sanità. «Penso che se salvaguardiamo la sanità pubblica può andare bene il modello lombardo, in cui pubblico e privato coesistono. Non sono dell’idea di distruggerlo, a patto che la sanità pubblica resti centrale. Ma al di là di questo, la sanità non può essere solo ospedali: bisogna sviluppare la sanità di territorio, fatta di luoghi accessibili, che evitino di andare in ospedale, di fare la coda al pronto soccorso o di aspettare un anno per fare un esame».
In apertura, Gori tra gli esponenti del Pd di Seveso (pagina Facebook @Gori100Tappe)