Accusato di violenza e di sequestro: ecco com’è finita la storia tra due giovani

Con la scusa di portarla fuori per il fine settimana la rinchiuse in cantina, dandole pane e nutella per tre giorni.
“Sei mia e lo sarai per sempre, se mi denunci io farò male a te e alla tua famiglia”. Queste le parole che un giovane di nazionalità albanese, avrebbe detto alla ex fidanzatina minorenne per costringerla a tenere la bocca chiusa, riuscendoci letteralmente tanto che avrebbe passato seri disturbi alimentari, perché non raccontasse di essere stata rinchiusa in cantina per tre giorni. Per “punizione”.
Una storia difficile, a tratti surreale ma, secondo l’accusa, documentata da inizio alla fine, quella che si appresta a diventare un caso giudiziario spinoso e che ha per protagonista un ventiquattrenne albanese e la sua ex fidanzata, oggi maggiorenne. Le sorti del giovane, arrestato a seguito di un’indagine coordinata dal Pm Alessandro Pepè, saranno decise il prossimo 16 maggio, quando il Gip comunicherà se accettare un nuovo interrogatorio della vittima da parte degli avvocati della difesa, o se rinviare a processo l’accusato.
La vicenda è divenuta nota quando il 24 enne è stato arrestato dalla Polizia di Stato in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere per violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni. La giovane che lo ha denunciato nel maggio 2017, oggi ventunenne, avrebbe vissuto per mesi nell’incubo quando aveva solo sedici anni, trovando poi la forza di denunciarlo solo nel gennaio di quest’anno.
La loro storia era iniziata come un’amicizia, quando lei aveva poco più di 12 anni. Famiglie “bene” quelle di entrambi, lui albanese perfettamente integrato, lei italiana, l’amicizia dei due ragazzi con il passare degli anni si sarebbe trasformata in amore, il primo “grande amore” per la giovanissima brianzola che, tre anni più giovane del suo fidanzatino, scriveva il suo nome sul diario circondato da cuoricini, come teneramente fanno le ragazzine della sua età. L’affettività e le effusioni dei primi mesi però, sarebbero divenute ben presto abusi e violenze sessuali. “Sono caduta dal motorino” – andava dicendo ai familiari la ragazzina, quando in alcune occasioni ha dovuto ricorrere al pronto soccorso, dove è arrivata con vistosi segni sul corpo.
Infine, l’episodio più grave. “Andiamo fuori per qualche giorno” – le parole che il ragazzo ha indirizzato via sms ai genitori della minorenne, per tranquillizzarli quando, invece, a seguito di una lite, avrebbe chiuso la fidanzatina in cantina. “L’ha tenuta tre giorni segregata dandole solo un bicchiere d’acqua e una fetta di pane con la nutella al dì – ha spiegato poco dopo l’arresto del 24 enne l’avvocato Roberta Succi, che rappresenta la vittima – poi l’ha liberata dicendole che la punizione era finita“. La relazione, anche a seguito di quell’episodio, si è interrotta, il giovane ha iniziato a frequentare un’altra ragazza, ma senza cessare di tormentare la sedicenne: “ricordati che sei mia, la tua vita non ha senso senza di me”, le scriveva via sms. Poi si assicurava il suo silenzio con le minacce: “se mi denunci faccio male a te e alla tua famiglia”.
Nel 2015 i ragazzi si sono rivisti, con la scusa di farsi perdonare lui ha cercato di riavvicinarsi alla ex fidanzata, ma le aggressioni fisiche sono riprese immediatamente e lei lo ha definitivamente lasciato. Dopo aver sofferto a lungo di disturbi alimentari e attacchi di panico, seguita da uno specialista, la vittima a inizio 2017 ha trovato il coraggio di confessare il suo incubo ed è andata a denunciare il suo aguzzino alla Polizia di Stato di Monza.