Concorso Internazionale di Poesia: la “Poetessa dell’anno” è una brugherese

La scrittrice Mariella Bernio è stata premiata il 21 marzo, durante la Giornata Internazionale della Poesia, presso il Teatro Stabile di Potenza
Poetessa dell’anno. Questo il prestigioso riconoscimento consegnato a una scrittrice di Brugherio il 21 marzo, Giornata internazionale della Poesia. Lei è Mariella Bernio, già nota al pubblico amante della poesia per numerosi riconoscimenti e premi già ritirati negli scorsi anni, ultimo in ordine di tempo quello raccontato su MBNews qualche mese fa: a luglio, infatti, la Bernio era stata insignita con una Targa d’onore durante il prestigioso Premio Alda Merini, per la lirica “Amore malato, amore assassino” dedicata al femminicidio.
Dopo pochi mesi, il nome della Bernio torna agli onori della cronaca. La giuria del V Concorso Internazionale di Poesia organizzato dalla Universum Academy della Basilicata, l’ha scelta come Poetessa dell’anno: un titolo molto ambito, perché significa che le sue poesie hanno ottenuto il punteggio più alto in assoluto, più alto di chi si è classificato ai primi posti nelle diverse sezioni.
La Bernio, emozionatissima, ha ritirato la sua targa durante la cerimonia che si è svolta al Teatro Stabile di Potenza. A permettere la vittoria, tre poesie contenute nella sua raccolta “Paesi di Bruma”, ispirata alla “riflessione esistenziale sulla condizione dell’anziano e di coloro che nella loro precarietà di vita mostrano tutta la fragilità dell’essere”. Raccolta che era già stata notata: nel 2016, infatti, si era aggiudicata il Primo Premio assoluto “Città di Viterbo”.
LE POESIE VINCITRICI
Ecco, di seguito, le poesie grazie a cui la Bernio è stata premiata.
L’ultima notte di Said
È più scura la luna
stanotte
più chiaro è il sogno
ora che la paura
cede al canto del vento
e il singhiozzo
balbetta in gola.
Ad ogni alba
si muore
in questa terra ferita
partire o restare
è sempre morire.
Sapranno mai
che avevamo anche noi
una terra, un sogno, un nome
un pugno di sabbia
in una tasca
una carezza di madre
fra la pelle e il cuore?
Scarpette rosse
Seduto al solito posto
fra cicche e cartoni
mentre il sole
già tramonta
dietro a giganti
di cemento
aspetti quelle
scarpette rosse
come ogni giorno
a quest’ora.
È lei che aiuta il sole
a nascere e a morire.
È la tua donna
da tanto tempo ormai
…è la tua la donna
e non lo sa.
Tu sei invisibile
cencioso arredo urbano
vecchio immondo
scarto umano
lei passa e non ti vede
tu l’ami e non lo sente:
eri forte un tempo
ora ti senti un niente….
ma coccoli il tuo sogno
di essere guardato
come si guarda un uomo.
Si è fatto tardi ormai
si accendono le finestre
si spegne la speranza
esorbita la luna
nel grande campo nero.
Vai…
Chi ti vede non sa
che hai vissuto
un’altra vita
una fiaba
un sogno
quotidiana attesa
di un attimo fugace.
E il sangue ti duole
e l’inutile cuore
t’uccide…
indugia un rimpianto
di carezze sconosciute
fra le dita della notte
L’uomo nero
Sale il fiato gelido dal fiume
come una coltre o un mantello
in questa notte di attesa.
Luci accese nelle case
tavole imbandite
e voci colori odori.
La felicità sembra vera
mentre si guardano negli occhi
le pance piene
i petti adorni.
Cammina strisciando lungo i muri
mendico di una gioia sconosciuta
o forse così remota
d’aver creduto
di non averla mai incontrata.
Oh poter entrare in quella stanza
spezzare un ramo di calore
da quell’abete così bello
che certo deve venire dà lì tanta soavità…
Il naso schiacciato
contro il vetro
della finestra
il cuore già dentro quelle mura…
…Mamma mamma…c’è l’uomo nero!
Raccoglie in fretta
le sue povere illusioni
vecchi muri
vecchie storie
sempre le stesse.
C’è uno strappo di luce nel cielo
nelle acque del fiume
la luna è ancora più bella
e la notte
e il niente
e il tutto
ed io a mani vuote
…vuoto
senza dolore.
È forse così che si muore?