È morto Mondonico, ambasciatore CSI. Giocò anche nel Monza

Si è spento stamattina a 71 anni, vinto da un cancro contro il quale combatteva dal 2011, Emiliano Mondonico, buon giocatore, ottimo allenatore e grande personaggio del mondo del calcio.
Si è spento stamattina a 71 anni, vinto da un cancro contro il quale combatteva dal 2011, Emiliano Mondonico, buon giocatore, ottimo allenatore e grande personaggio del mondo del calcio per la sua pulizia morale, grazie alla quale era diventato un’icona della parte più bella dello sport più popolare del mondo.
Mondonico, nato e cresciuto a Rivolta d’Adda, era appunto cresciuto nelle giovanili della Rivoltana, ma le sue notevoli doti di attaccante lo avevano fatto notare dai dirigenti della Cremonese, che lo ingaggiarono nel 1966. Due anni, e due promozioni (dalla Serie D alla B) dopo, col soprannome di “terrore del Po” fece il grande balzo in Serie A, vestendo la maglia del Torino, diventata la sua terza pelle dopo un insolito per un lombardo, ma duraturo amore fino alla morte, per la “viola” della Fiorentina. Nel 1970 scese in Serie B per giocare nel Monza, dove in una stagione mise a segno 7 reti in 23 partite, risultando il capocannoniere sociale. Dopo un’altra stagione di A con l’Atalanta tornò alla Cremonese, dove nel 1979 chiuse la carriera da giocatore.
Da allenatore fu ancora più grande: dopo tre anni nelle giovanili guidò la prima squadra della società grigiorossa e quindi, in alcuni casi a più riprese, Como, Atalanta, Torino, Napoli, Cosenza, Fiorentina, Albinoleffe e Novara, per un breve periodo 6 anni fa. Le sue imprese memorabili sono l’aver riportato in B la Cremonese dopo 54 anni, un nono posto in A col Como, la promozione in A con l’Atalanta col raggiungimento delle semifinali di Coppa delle Coppe e un sesto posto storico nella massima serie, una Mitropa Cup e un terzo posto in A col Torino col raggiungimento della finale di Coppa Uefa e la conquista l’anno successivo della Coppa Italia, un’altra promozione in A con l’Atalanta seguita da una finale di Coppa Italia e ancora due promozioni in A col Torino e con la Fiorentina.
A fine carriera si mise a coltivare la terra e ad allevare gli animali nella sua cascina di Rivolta d’Adda ma accettò di allenare l’Equipe Lombardia, una delle rappresentative di calciatori in attesa di contratto, che tra l’altro utilizzò i campi del centro sportivo Monzello nell’estate 2014. E divenne opinionista televisivo per la Rai e per Telenova. Negli ultimi anni era pure diventato ambasciatore CSI (Centro Sportivo Italiano) dello sport in oratorio; allenava tra gli altri gli studenti delle scuole medie di Rivolta d’Adda, gli ex alcolisti e gli ex tossicodipendenti. Per il Csi in Brianza venne in diverse occasioni, tre volte a Monza negli ultimi due anni.A inizio 2016 fu ospite nella sede di Assolombarda-Confindustria Monza e Brianza, in via Petrarca, invitato dalla Roche e dal Monza 1912 presieduto da Nicola Colombo nell’ambito del progetto “Insieme si vince”. Il “Mondo” sottolineò l’importanza dello sport nell’educazione alla vita. Ai giocatori biancorossi, grandi e piccoli, raccontò le sue esperienze calcistiche e di vita vissuta, coinvolgendo emotivamente la platea e portandola a meditare su quella che è l’importanza sociale di un calciatore e quanto questa può incidere sulla sua vita e su quella del suo prossimo. Poi tornò nella nostra città lo scorso mese di maggio, per inaugurare il campo polivalente per calcio a 5, pallacanestro e pallavolo all’interno della casa circondariale di via Sanquirico.Infine a novembre fu presente nella sede della Provincia, in via Grigna, per “benedire” il fatto che nell’ambito del progetto “Sport Inside” una cinquantina di richiedenti e titolati protezione internazionale, ospitati nelle strutture gestite dal Consorzio Comunità Brianza, erano stati inseriti stabilmente all’interno di 28 società sportive distribuite sul territorio. Al termine della giornata lo stesso Mondonico aveva consegnato il mandato agli allenatori delle società da parte del CSI e in cambio gli era stato regalato un pallone con le firme dei ragazzi coinvolti nel progetto.
Proprio il CSI lo ricorda così: “Ciao Emiliano Mondonico, sei stato un maestro di vita per tutto il CSI. Hai lottato con tutte le tue forze contro la ‘Bestia’, come la chiamavi tu, senza mai abbandonare la tua grande passione per il calcio. Sei stato il nostro portabandiera dello sport in oratorio e, con la tua energia, ci hai trasmesso i valori più puri dello sport. Nonostante la malattia sei sempre stato vicino alla nostra associazione, non rinunciando mai ad un incontro con il mondo dello sport che più amavi, quello autentico, quello che educa alla vita… come solo tu sapevi insegnare”. Anche il Monza ha pubblicato una nota sul suo sito internet ufficiale: “Dopo una lunga malattia è venuto a mancare Emiliano Mondonico, allenatore ed ex giocatore che, nei primi anni ’70, ha vestito la maglia biancorossa del Monza. Negli ultimi tempi Mondonico è stato testimonial del CSI, con il quale predicava i veri valori della vita da riportare nello sport e nel calcio. In questa veste, due anni fa, aveva anche incontrato la squadra biancorossa e i giocatori avevano potuto apprezzare l’allenatore e soprattutto l’uomo. Il presidente Nicola Colombo e tutto il Monza 1912 si uniscono al cordoglio della famiglia e di tutto il mondo del calcio, il quale non dimenticherà mai le gesta sportive e la profonda umanità di Emiliano Mondonico”. Tra l’altro, nonostante avesse giocato solo una stagione col Monza, il “Mondo” era stato inserito nella Hall of Fame del club di via Ragazzi del ’99.
Che Mondonico amasse ogni forma di socializzazione lo dimostrò anche la sua partecipazione nel dicembre 2015 al raduno dei Mondonico organizzato dal villasantese Giovanni Mondonico. Tra i duecento Mondonico in raduno a, ovviamente, Mondonico di Olgiate Molgora si presentò anche lui.
foto in apertura da Wikipedia