Lega, alcune lettere in quel di Lazzate fanno arrabbiare molti…

Una fonte interna parla di tensioni interne alla lista brianzola. All’origine, delle lettere spedite da Alessandro Corbetta per promuovere la propria candidatura: è partita la sfida all’ultimo voto (e all’ultima preferenza).
Nella tensione degli ultimi giorni di campagna elettorale non ci vuole molto a provocare degli attriti anche all’interno di una stessa lista. Tra i candidati brianzoli della Lega, per esempio, c’è«maretta».
I dissidi sarebbero stati causati da alcune lettere spedite da Alessandro Corbetta, candidato consigliere in Regione proprio per la Lega: il 28enne di Besana Brianza avrebbe infatti inviato del materiale elettorale a favore della propria candidatura a diversi sostenitori del partito, spedendo le missive proprio nei comuni di Lazzate, Seregno e Giussano.
Nulla di male , se non fosse che adesso Corbetta, già coordinatore provinciale del Movimento Giovani Padani, sarebbe accusato di violazione della privacy, perché i candidati non potrebbero avere accesso al database con i dati degli iscritti, né tantomeno potrebbero servirsene per scopi personali. L’impressione, però, è che a Corbetta si rimproveri anche una mancanza di “fair play”. Le sue lettere infatti sono arrivate nel territorio già presidiato da un altro candidato, il capolista Andrea Monti, assessore nel feudo leghista di Lazzate, dove la sezione locale del Carroccio è stata fondata proprio dal padre di Monti, il senatore Cesarino Monti. Apriti cielo.
A viverla come un’invasione di campo sono per primi proprio i lazzatesi, e in fondo non poteva che essere così. «Vorrei capire dove ha preso il mio indirizzo, che tra l’altro ho tolto dall’elenco telefonico e che quindi potrebbe aver trovato solo in qualche banca dati della Lega – accusa Mario, ammettendo però di non sapere se le lettere di Corbetta siano arrivate ad altri suoi vicini non leghisti -. E non perché sostengo Monti anziché Corbetta: semplicemente, non voglio che i miei dati siano messi a disposizione di chiunque».
Dal quartiere generale della Lega, invece, si tende a minimizzare: «Ognuno fa la campagna elettorale che vuole – premette per esempio la candidata Elisabetta Roncalli. Che sottolinea -: Nella mia zona, la parte nord della Brianza, sembra che non sia stato spedito nulla: per quello che so le lettere avrebbero potuto essere state imbucate casa per casa, a mano». «Se ci sono state delle scorrettezze – sostiene invece un altro candidato – meglio rimetterle ai vertici lombardi, primo fra tutti l’onorevole Paolo Grimoldi, che le giudicheranno e decideranno come procedere».
Lo stesso Andrea Monti preferisce non alimentare la polemica, senza rinunciare però a una frecciatina: «Per la mia campagna ho preferito i colpi alti a quelli bassi» commenta, forte anche del sostegno della quasi totalità degli esponenti leghisti della zona, con l’eccezione più vistosa del sindaco di Meda, Luca Santambrogio, che appoggia apertamente, invece, proprio Corbetta.
Nulla di nuovo sotto il sole. Non sarebbe la prima volta che “dati sensibili” quali l’indirizzo siano usati per scopi elettorali o informativi. Ce lo conferma un altro uomo del Carroccio, che aggiunge: «È capitato in passato, ma per i militanti che avevano dato il consenso al trattamento dei dati. Credo che, in questo caso, sarebbero comunque state più gravi comunicazioni inviate per e-mail o via sms. A questo punto la polemica la vuole fare chi protesta».
D’altra parte il candidato besanese, raggiunto dai microfoni di MBNews in merito a questa vicenda, preferisce non rispondere. Corbetta ha risposto di non voler entrare nella polemica, spiegando tra l’altro di essere stato colpito da un lutto in famiglia e di non avere tempo da dedicare alla questione.