Sette sindacalisti della Cgil di STMicroelectronics passano all’Usb

Ben 7 dei 23 delegati della Fiom di STMicroelectronics hanno lasciato l’associazione dei metalmeccanici della Cgil e hanno aderito all’Usb.
Terremoto in Brianza all’interno di uno dei principali sindacati: ben 7 dei 23 delegati della Federazione Impiegati Operai Metallurgici di STMicroelectronics hanno lasciato l’associazione dei metalmeccanici della Confederazione Generale Italiana del Lavoro e hanno aderito a Lavoro Privato, federazione dell’Unione Sindacale di Base. I 7 lavoratori della sede di Agrate Brianza di STMicroelectronics hanno volantinato assieme agli altri iscritti all’Usb durante la giornata di oggi, 23 marzo, davanti ai cancelli dell’azienda di componenti elettronici a semiconduttore, per spiegare le ragioni della fuoriuscita dalla Cgil.
“La Fiom ha abbandonato i lavoratori e i suoi delegati, noi andiamo avanti con l’Usb!!!” si legge nel volantino, che prosegue: “Siamo delegate e delegati Rsu Fiom che in questi anni si sono sempre messi in prima linea a lottare per difendere la democrazia sindacale, la contrattazione e i diritti dei lavoratori. Dopo la firma di un contratto nazionale che ha sancito la resa senza condizioni della Fiom al modello della Cisl e oggi, dopo la firma Cgil sul modello contrattuale che blocca i salari e accetta le deroghe al contratto collettivo nazionale di lavoro, non possiamo più fingere che la Fiom sia ancora un’organizzazione dalla parte dei lavoratori”.
A entrare nei dettagli delle motivazioni è il delegato Gianluca De Angelis: “La Fiom nel 2012 si era rifiutata di firmare il Ccnl e ancora per tutto il 2017 la Cgil aveva criticato il contratto dei metalmeccanici entrato in vigore l’1 gennaio 2017 anche perché utilizza come indice dei prezzi al consumo l’Ipca, quello armonizzato per i Paesi membri dell’Unione europea che però non considera l’inflazione data dai prodotti energetici importati. Significa che praticamente per 3 anni non ci sarà alcun aumento di salario. Il mese scorso, improvvisamente, la situazione si è ribaltata, con la Cgil che ha accettato che il Ccnl dei metalmeccanici diventasse il modello contrattuale per tutti i lavoratori italiani. Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La Cgil ha accettato la diminuzione programmata del potere d’acquisto delle famiglie in cambio dell’obbligatorietà da parte dei lavoratori a essere iscritti a mètaSalute, il fondo sanitario per i metalmeccanici, che è un ente bilaterale di cui fanno parte i tre sindacati principali. Non siamo noi ad aver rimodulato i nostri valori, ma è la Fiom che ha rimodulato in maniera pesante la propria linea sindacale. Ora i nostri valori li vediamo portati avanti dall’Usb, che dopo essere cresciuta tantissimo nel pubblico sta crescendo nel privato. La Fiom ormai non coinvolge neanche più i delegati. Sul nuovo Ccnl hanno indetto un referendum, ma noi non abbiamo visto i numeri complessivi. Ci è stato detto che è passato il sì, ma sappiamo che nelle grandi aziende, come alla STMicroelectronics, ha vinto il no, anche se nella sede di Agrate Brianza il no ha perso col 49%”.
Il segretario della Federazione provinciale di Monza e Brianza dell’Usb, Gianni Romano, ha tenuto a sottolineare che il suo sindacato “è il primo tra i dipendenti del Comune di Monza. Se finora a livello locale siamo stati in pochi nel settore privato, l’uscita dei 7 delegati dalla Fiom significa che non solo il numero ma anche la qualità dei nostri sindacalisti diventerà presto importante”.
Nel volantino i 7 delegati hanno riservato critiche anche per le trattative con STMicroelectronics: “Denunciamo il fallimento in atto della contrattazione di secondo livello; la piattaforma venne presentata nel 2014 e assistiamo oggi a una riprogrammazione dei prossimi incontri, rinviata addirittura fra 2 mesi. Il percorso ha visto la delegazione del coordinamento nazionale continuamente appiattita e remissiva rispetto alla controparte aziendale, che ha opposto una serie di no a troppi aspetti importanti della piattaforma. Riteniamo grave che si continui a non volere fare alcuna assemblea con i lavoratori e che si eviti qualsiasi prospettiva di coinvolgimento delle persone che dovremmo rappresentare”. Anche per questo i delegati hanno deciso per una “scelta netta e radicale, un nuovo inizio con l’Usb, un sindacato indipendente, conflittuale e democratico: quello di cui hanno bisogno i lavoratori per riconquistare tutto quello che ci è stato scippato”.
La replica della CGIL
Non si è fatta attendere la reazione della Cgil, che in un comunicato parla di “ordinario cambio di casacca” che “ci dispiace, ma non ci sconvolge. Nonostante questa scelta, in STMicroelectronics la Fiom mantiene la maggioranza nella Rsu e il maggior numero di iscritte e iscritti”. Il segretario generale della Cgil di Monza e Brianza, Maurizio Laini, dichiara: “Ciò che non ci convince, anzi ci rammarica, è che il cambio di casacca venga effettuato con un metodo del tutto non condivisibile e adducendo motivazioni fragili, al limite della pretestuosità”. Per la Cgil di Monza e Brianza “non è credibile uscire da un’organizzazione a causa del proprio dissenso sul Ccnl, quando il contratto è quasi scaduto, e dopo la sua intera vigenza. Non si può dimenticare che il contratto nazionale è stato, come rivendicava la Fiom-Cgil, sottoposto al voto delle lavoratrici e dei lavoratori. Si tratta di una motivazione avanzata fuori tempo massimo”. Laini prosegue: “Non è credibile addurre a motivazione del passaggio ad altro sindacato la propria contrarietà al fondo sanitario integrativo, quando in STMicroelectronics il fondo è presente da 15 anni. Non è credibile questa motivazione nel momento in cui abbiamo chiesto il raddoppio della quota del fondo sanitario a carico dell’azienda”. Insomma, secondo la Cgil di Monza e Brianza “le obiezioni poste da questo gruppetto non reggono alla prova dei fatti e il metodo è scorretto e sbagliato”. Cosimo Ciminelli, delegato di STMicroelectronics, aggiunge: “La maggioranza delle delegate e dei delegati non condivide questa scelta e continuerà a lavorare con costanza e responsabilità nel solo interesse delle colleghe e dei colleghi, al fine di migliorare le condizioni di lavoro e salariali. Il resto sono solo chiacchiere”.