Seveso, l’artigianato incontra la politica: i candidati a confronto

All’incontro di giovedì 28 febbraio tra artigiani e politici erano presenti i candidati Giacomo Biffi (Pd), Gian Mario Fragomeli (Pd), Andrea Monti (Lega), Massimiliano Romeo (Lega), Daniele Ratti (Leu), Orazio Sofia (partito dei Pensionati).
Dici Brianza e pensi a loro, gli artigiani e i piccoli imprenditori: sempre di fretta, sempre a lavorare e a produrre. Un simbolo, nel bene e nel male, di questo territorio. Giovedì 28 febbraio gli artigiani brianzoli dalla sezione sevesina di Acai, l’associazione cristiana degli artigiani italiani, hanno incontrato il mondo della politica, sottoponendo ai candidati alle elezioni, sia regionali sia nazionali, problematiche e istanze dell’imprenditoria locale.
Il direttore Acai, Alessandro Tosti, è riuscito a riunire un gruppo abbastanza composito: erano presenti Giacomo Biffi (Regione) e Gian Mario Fragomeli (Camera) per il Partito democratico, Andrea Monti (Regione) e Massimiliano Romeo (Senato) per la Lega, Daniele Ratti per Liberi e Uguali (Regione), e Orazio Sofia per il partito dei Pensionati (Regione).
Argomento principale della serata, ovviamente, è stato il lavoro, ma si è discusso anche di infrastrutture, sviluppo, tassazione ed evasione fiscale.
IMPRESE
Gli artigiani hanno chiesto tutele e incentivi, oltre a risposte pratiche e concrete per risolvere problemi quotidiani come quelli legati al trasporto. Posizioni sulle quali, nel corso della serata, si sono scontrati soprattutto Ratti e i due candidati della Lega, a partire dall’evasione fiscale. Ratti, che non ha rinunciato alla sincerità anche a costo di perdere qualche voto di preferenza, è infatti stato molto chiaro: «Abbassare il costo del lavoro non mi sembra una priorità delle imprese – ha detto -, dato che pagano in media il 12 o 10% in meno rispetto a 20 anni fa. Quello che bisogna fare subito, invece, è combattere l’evasione fiscale: qui si dice addirittura che è fisiologica, ci sono imprenditori che dichiarano solo il 10% dei guadagni». «Vorrei proprio sapere chi lavora con il 90% di nero» lo ha interrotto Monti, che si è presentato come il figlio di una famiglia che fa impresa, e che non ha esitato ad affermare che «i piccoli artigiani sono la forza del territorio, non a caso sono quelli che hanno saputo uscire meglio dalla crisi». Certo, bisognerebbe aiutarli a produrre meglio e creare più ricchezza: Romeo propone la flat tax, «la riforma che è mancata in questi anni», convinto che la semplificazione fiscale possa aiutare chi paga le tasse, se abbinata a un inasprimento delle pene per chi trasgredisce. Fragomeli, contrario, ricorda invece quanto fatto negli ultimi anni dal Pd: «Siamo stati i primi a tagliare l’Irap, abbiamo tagliato l’Ires e con gli 80 € mensili, che poi sono 1.000 € l’anno, abbiamo praticamente dato una quattordicesima a chi era un po’ più in difficoltà – ha elencato -. Lavoreremo sulla riduzione fiscale per accompagnare il reddito delle famiglie, ma bisogna lavorare anche per combattere l’evasione: si parla di 90 miliardi l’anno, e gli evasori totali sono irrecuperabili».
INFRASTRUTTURE
Biffi ha parlato delle infrastrutture come di un tema cruciale per la Regione e per lo sviluppo delle imprese, da incentivare pur tutelando l’ambiente: «Bisogna aumentare i collegamenti tra centro e periferia: senza una rete di trasporto pubblico il territorio non può esplodere» ha affermato. Più diretto Ratti, che ha ribadito che «Noi di Leu siamo contrari alle nuove infrastrutture: l’Italia è già intasata di macchine e costruire nuove autostrade non serve, meglio spostare le merci dalla strada alla rete ferroviaria». E Pedemontana? «La faccio spesso per lavoro: è bella, costosa e sempre vuota – commenta -. Le imprese non la usano, tanto che il pezzo già costruito non riesce a vivere». «Vai a spiegarlo a chi ogni mattina sta in coda sulla Milano-Meda – ribatte Monti -. Questa contro Pedemontana mi sembra ormai una battaglia ideologica, quando invece il suo progetto è così radicato nel tempo che non si può più abbandonarlo: io vicino a Pedemontana ci vivo e il mio territorio ha già subito dei sacrifici, perché renderli inutili? I problemi sono altri, come il costo: certo, se potessimo tenere un po’ del nostro altissimo residuo fiscale non avremmo problemi a pagare le nostre autostrade». Tutti d’accordo, invece, sulla questione passaggi a livello che, essendo a Seveso, non si poteva trascurare: meglio procedere con soluzioni concrete e fattibili, capaci di risolvere qualche disagio. Insomma, i sottopassaggi vincono sull’interramento.
LAVORO
Romeo si mostra d’accordo con alcuni degli imprenditori presenti, dicendo che «Il lavoro sta diventando sempre più complesso e burocratico, quando invece l’artigiano dovrebbe essere meno vincolato – afferma -. Propongo incentivi e agevolazioni per aiutare un settore dimenticato: lo Stato infatti aiuta sempre le grandi imprese, ma si dimentica delle piccole». Non che sia una novità: incentivi come l’agevolazione fiscale per la ricerca e lo sviluppo sono già stati proposti negli scorsi anni dal Pd, ricorda Fragomeli. «Abbiamo anche introdotto l’alternanza scuola/lavoro – aggiunge il parlamentare uscente del Partito democratico -, ma vogliamo investire ancora di più sulla formazione altamente professionalizzante degli Istituti Tecnici Superiori»: le stesse cose le aveva dette Giorgio Gori in un’incontro con gli artigiani a Barlassina a fine gennaio. «Non capisco questa difficoltà nell’assumere i giovani con l’apprendistato – ha commentato invece polemicamente Ratti -. Le 40 o 80 ore di formazione esterna non sono poi un grande ostacolo: bisogna far crescere professionalmente i giovani, dando loro anche una cultura e una sicurezza sul lavoro. Le istituzioni possono agevolare la piccola imprenditoria, che però deve avere voglia di mettersi in gioco».
TRA SVIZZERA E MILANO
Gli imprenditori brianzoli si guardano intorno, e chiedono un sostegno per aiutare le relazioni con il mercato svizzero, ma anche per stipulare qualche convenzione con il comune di Milano in modo da facilitare l’ingresso in città con il furgone. «Attenzione, andare a lavorare in Svizzera significa adeguarsi a quegli stipendi – premette Ratti -, che però si dice d’accordo nel continuare a investire su competenze e innovazione per continuare a essere attrattivi, e diventarlo ancora di più, anche per la Svizzera e l’Europa. «Non esiste solo la Svizzera – continua Biffi -: bisogna facilitare azioni e commercianti per l’esportazione » «Io non voglio che le nostre imprese vadano in Svizzera – insiste Monti -: voglio che la Lombardia diventi la Svizzera».