Simone Rota “star” delle Feste di San Patrizio a Milano e Urbino

L’astro nascente delle danze irlandesi in Italia è un brianzolo. Si chiama Simone Rota, è nato a Monza 22 anni fa ma vive da sempre a Concorezzo.
L’astro nascente delle danze irlandesi in Italia è un brianzolo. Si chiama Simone Rota, è nato a Monza 22 anni fa ma vive da sempre a Concorezzo. Simone è stato il protagonista dei recenti Saint Patrick’s Day di Milano e Orvieto, la bellissima località umbra dove nel XVI secolo fu costruito il Pozzo di San Patrizio, che è anche il santo patrono d’Irlanda.
Venerdì 16 e domenica 18 marzo allo Spirit de Milan, il grande locale realizzato alle ex Cristallerie Livellara, e sabato 17 al Teatro Mancinelli di Orvieto, il giovane brianzolo si è esibito assieme ai compagni del Gruppo Spettacoli dei Gens d’Ys, la più importante accademia italiana di danze irlandesi, in una serie di balli che hanno mandato in visibilio sia il pubblico di appassionati del Nord Italia che quello più distante e curioso della cittadina umbra.
Di ritorno dal “tour de force” cui è stato sottoposto, certamente non controvoglia, dai dirigenti dell’accademia, Rota (studente di Fisica al terzo anno all’Università Statale di Milano) ha accettato di farsi intervistare per la prima volta in vita sua per raccontare come le danze irlandesi gli stiano cambiando l’esistenza in meglio. Al tavolo mancava la Guinness, la sua birra preferita (naturalmente irlandese), ma fortunatamente era serata di esercitazioni…
Simone, quando hai iniziato a danzare e perché?
“Nel settembre 2013 a causa della mia enorme passione per l’Irlanda in generale e per la sua musica in particolare. Era da un anno che avevo smesso di fare sport: avevo praticato pallavolo, calcio, pallacanestro, nuoto. Nel 2011 avevo iniziato a suonare la batteria. Ma dopo aver assistito a uno show del Gruppo Spettacoli dei Gens d’Ys mentre ero in vacanza a Rimini, ho deciso che le danze irlandesi sarebbero state il mio nuovo hobby. A maggior ragione dopo aver visto che c’era una scuola dell’accademia proprio a Monza. E così il primo anno ho seguito il corso base, il secondo il corso di Solo primo livello e di Ceili primo livello, il terzo gli stessi corsi ma di secondo livello, il quarto il Solo terzo livello finché non sono entrato nel Gruppo Spettacoli, giusto per la festa di San Patrizio 2017”.
Quando ti sei reso conto di essere portato per le danze irlandesi?
“Nel momento in cui ho fatto ingresso nel Gruppo Spettacoli dell’accademia, che ha 28 sedi in tutta Italia. Attualmente siamo tre maschi e sei femmine. Gli altri due maschi sono il fondatore e presidente dell’accademia e un ragazzo messicano. Passare dai corsi al Gruppo Spettacoli, che si esercita a Busto Arsizio e a Milano, è stato un salto notevole. Ci vogliono molto impegno e concentrazione in quelle 3 ore settimanali che come minimo bisogna dedicare alle danze. Perché poi la voglia di ballare è così tanta che io mi esercito anche a casa. Inoltre, soprattutto nella stagione estiva, diversi fine settimana sono dedicati alle feste e agli spettacoli”.
Che ricordo hai dei tuoi primi spettacoli?
“Il primo è stato a sorpresa, nel senso che un anno fa, che ero entrato da poco nel gruppo, ci sono andato assieme a Padova per la Festa di San Patrizio come autista. Quando siamo arrivati lì e abbiamo visto che c’era la moquette sul palco, e che dunque si sarebbero sentiti poco gli eventuali passi non sincronizzati, i compagni mi hanno convinto a danzare con loro Breakout, tratta dal musical Lord of the Dance. Poi ricordo con piacere la prima vera volta, a Marcallo, anche perché a vedermi c’erano i miei genitori. E poi gli spettacoli di Trieste, Courmayeur, Desio al Parco Tittoni, Busto Arsizio, Legnano e Cologna Veneta, dove ho eseguito la prima danza da solo: Victory, anch’essa tratta da Lord of the Dance. E naturalmente gli ultimi di Milano e Orvieto, cittadina bellissima con un teatro bellissimo. In Umbria l’età media del pubblico era più alta di quella cui siamo abituati, ma ciò nonostante in poco tempo li abbiamo conquistati: alla fine battevano tutti le mani per tenere il ritmo con entusiasmo”.
A proposito dei tuoi genitori, come avevano accolto la notizia della tua intenzione di iscriverti a un corso di danze irlandesi e cosa ti dicono adesso?
“Mia madre era contenta che tornavo ad avere un hobby fuori di casa dopo un anno, anche se avrebbe preferito che tornassi a fare uno sport. Mio padre era scettico. Quando sono venuti a vedermi a Marcallo, all’Insubria Festival, sono rimasti soddisfatti dello spettacolo e contenti per me perché osservandomi mostravo di trovarmi a mio agio in quel contesto”.
E i tuoi amici?
“Hanno sempre considerata strana la mia passione per le danze irlandesi finché non mi vedono sul palco. Dopo dicono che quello che faccio è ‘figo’”.
Anche perché ti si vede ballare circondato da molte ragazze…
“Una di loro è infatti diventata da qualche settimana la mia compagna. Una cosa che mi era stata predetta in tempi non sospetti e che non credevo si avverasse. Al mio ingresso nel Gruppo Spettacoli uno che c’è stato mi aveva detto che tutti quelli che ne entravano a far parte si fidanzavano con una ballerina. Effettivamente in occasione dello show a Cologna Veneta mi sono innamorato di una danzatrice dei Gens d’Ys…”.
Quali sono gli altri aspetti delle danze irlandesi e dell’ambiente in stile “irish” che ti piacciono particolarmente?
“Le cene accompagnate dalle birre dopo gli spettacoli. Scherzi a parte, l’essere entrato a far parte di un gruppo perché ti cambia la personalità in positivo. In un gruppo che si esibisce in sincronia devi essere come i tuoi compagni, quindi devi trasmettere la stessa energia e solarità. E poi il fatto che le danze irlandesi mi rendono elegante perché nella quotidianità non lo sono”.
Quali danze preferisci?
“Come genere le gighe, ma negli show la mia preferita è Reel around the Sun, un reel tratto dallo spettacolo Riverdance”.
C’è un livello minimo di abilità che desideri raggiungere?
“Le gare di danza non mi interessano. Quello che desidero è migliorarmi per arrivare al livello dei miei due esperti compagni del Gruppo Spettacoli dei Gens d’Ys”.
In che cosa ti senti forte e in cosa credi di dover migliorare ancora tanto?
“Mi sento forte nel tenere il ritmo e in questo forse mi stanno aiutando i sette anni di studio della batteria. Devo migliorare nel memorizzare le diverse sequenze di passi per tutte le coreografie. E devo sorridere di più”.
Sei nato a Monza e hai imparato a ballare a Monza: c’è un cuore “irish” nella nostra città?
“La sede dei Gens d’Ys a Monza è ospitata da Studio Danza (in via Fogazzaro 6, ndr). Quello non è solo il luogo dove ho imparato a danzare, grazie agli insegnanti Alberto Rivolta e Raffaella Mantegazza, ma è un luogo che continuo a frequentare per il clima di amicizia e familiarità che mi ricorda l’Irlanda e il suo spirito di accoglienza. Se non ci fosse stato questo bel clima sarebbe stato difficile appassionarsi alle danze”.
Vengono in mente le ultime parole del famoso brano composto da Massimo Bubola e interpretato da Fiorella Mannoia: “Dovunque tu stia bevendo con zingari o re il cielo d’Irlanda è dentro di te”. E questo cielo Simone Rota lo mostra agli italiani ogni volta che sale sul palco e inizia a danzare.
Tutte le foto sono realizzate e concesse per la pubblicazione da Marco Brigandi escluse la 4 e la 6