Bovisio Masciago. Trovata la pistola che ha ucciso Valeria Bufo

20 aprile 2018 | 21:05
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Bovisio Masciago. Trovata la pistola che ha ucciso Valeria Bufo

Scoperta nei rovi, è un revolver di grosso calibro

L’ha inseguita in auto, mentre dal suo ufficio era diretta in stazione dove ad attenderla c’era la figlia minore, l’ha affiancata e poi le ha sparato almeno tre colpi di pistola dritti al petto, mentre stava scendendo dall’auto forse pronta ad affrontare l’ennesima discussione. Sarebbe questa, stando alle prime ricostruzioni degli investigatori, la dinamica del delitto di Valeria Bufo, 56 enne impiegata di Seveso, uccisa ieri in mezzo alla strada dal marito, Giorgio Truzzi, 57 enne autista, a Bovisio Masciago.

I due erano in crisi da tempo, il loro matrimonio era giunto al capolinea tanto che Valeria tre settimane fa era andata via di casa insieme alla figlia minore, ma non vi sarebbero state pregresse denunce o segnalazioni di aggressioni o maltrattamenti né da parte della donna, né da parte dei loro tre figli, due ragazzi e la giovane.

Lasciata la moglie esanime, riversa sui sedili della sua Alfa Romeo Giulietta, l’uomo è risalito a bordo della sua Smart e ha guidato sino alla caserma dei carabinieri di Seveso, a una manciata di chilometri da casa sua, e si è costituito. L’aggressione mortale ai danni della 56 enne è avvenuta intorno alle 13 di giovedì, in una centralissima via del centro di Bovisio Masciago. Alcuni passanti, uditi gli spari, si sono precipitati fuori da abitazioni e negozi, altri hanno inchiodato mentre erano al volante, giusto il tempo di vedere Truzzi montare in auto e andare via. Qualcuno si è avvicinato all’auto di Valeria, le ha sentito le pulsazioni al collo, mentre chiamava i soccorsi. Sul posto sono arrivati gli operatori del 118 a sirene spiegate, hanno trasferito la donna in ambulanza e per diversi minuti hanno tentato di tenerla in vita, mentre correvano verso l’ospedale di Monza.

Purtroppo Buffo non ce l’ha fatta e nel reparto di rianimazione del San Gerardo è arrivata già cadavere. Dai primi riscontri effettuati dai medici, almeno due proiettili l’hanno raggiunta al cuore, un altro al torace, al gomito e ad una mano, segno che la donna ha probabilmente tentato di proteggersi inutilmente dai colpi.

“Ho sentito almeno due spari, sono corso fuori casa e ho visto tanta gente intorno alla sua macchina, qualcuno che le sentiva il polso, poi sono arrivati i carabinieri e l’ambulanza”, ha commentato un residente della zona. Truzzi, autista presso una società di Lentate sul Seveso, reo confesso del delitto, prima ai carabinieri di Desio e poi al Pm Stefania Di Tullio, titolare delle indagini, ha detto “ho ucciso mia moglie” parlando della crisi, prima di essere trasferito in carcere a Monza.

I militari hanno rinvenuto l’arma a seguito di alcuni sopralluoghi nella zona limitrofa a quella del l’agguato, tra i rovi lungo la Sp 44 in corrispondenza di Cesano Maderno, su indicazione dello stesso 57 enne. Si tratta  di un revolver Smith and Weston, di cui si ignora al momento la provenienza, Truzzi non risulta regolare detentore di arma da fuoco.

I colleghi della vittima, che lavorava come impiegata presso uno società che si occupa di strategie aziendali a Bovisio Masciago, sono comprensibilmente sconvolti. “Non ce la sentiamo di parlare oggi”, hanno detto al telefono.

Solo dieci giorni fa uno dei figli della coppia, 20 anni, aveva fatto rientro in Italia dopo un soggiorno all’estero, entusiasta di riabbracciare la sua famiglia, come ha scritto di suo pugno su Facebook. Ora, insieme al fratello maggiore, 23 anni, e alla sorellina ancora minorenne, dovrà trovare la forza di superare questo immenso dolore.