Solaro, ucciso a coltellate sotto Natale: in manette il vicino di casa

Michelangelo Redaelli era stato trovato morto nel suo garage il 23 dicembre scorso. Movente del delitto potrebbe essere una serie di litigi condominiali
Lo ha aggredito alle spalle, ferendolo con due coltellate al collo e lasciandolo morire dissanguato e solo, nel box di casa sua a Solaro.
Sarebbe morto per mano di un vicino di casa Michelangelo Redaelli, 54 anni, trovato cadavere nel suo garage di Via Parini 1 la mattina dell’antivigilia di Natale.
I carabinieri di Desio nelle scorse ore hanno arrestato Mario Zaffarana, 59enne muratore italiano, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio, emessa dal Gip del Tribunale di Monza.
Utilizzava l’acqua condominiale per lavare la macchina nel box, ogni tanto si faceva anche mezza doccia in garage perché era maniaco della pulizia, gesti che al suo vicino di casa non sarebbero mai andati giù. Per questo motivo Michelangelo Redaelli sarebbe stato ucciso da Zaffarana, e che secondo quanto ricostruito dai carabinieri, avrebbe agito attorno all’ora di pranzo del 22 dicembre scorso, poche ore prima di andare a firmare il rogito della sua nuova casa a Limbiate, dove si sarebbe trasferito di lì a poco.
Stando alle indagini dei militari, coordinati dal Pm di Monza Carlo Cinque, i dissidi tra vittima e presunto killer sono iniziati circa due anni fa. Un anno e mezzo fa, proprio a seguito di un alterco a causa della decisione di Redaelli di lavare la macchina in garage, il 59 enne stando alle testimonianze di alcuni vicini di casa, lo avrebbe aggredito fisicamente tanto da spedirlo in ospedale con contusioni. Il 54 enne però, indole mite, non avrebbe sporto denuncia. Il 22 dicembre, in una finestra oraria di due ore a cavallo dell’ora di pranzo, Redaelli sarebbe stato aggredito all’interno del suo box dal killer e pugnalato a morte al collo.
A tradire il 59 enne muratore, che aveva collaborato alla costruzione della palazzina dove ha vissuto per anni insieme alla vittima, tre elementi emersi durante le indagini. Il primo è stato il suo Dna, rinvenuto dai carabinieri dei Ris di Parma sul giubbotto che la vittima aveva indosso al momento del ritrovamento, il 23 dicembre mattina. Poi il gps installato sulla sua auto, grazie al quale i carabinieri hanno ricostruito a ritroso i suoi spostamenti. Dopo aver presumibilmente ucciso il vicino, Zafferana è montato in macchina ed ha guidato fino a Cesate, dove in un campo ha forse tentato di liberarsi dell’arma del delitto. Poi intorno alle 17 è andato a firmare il rogito della nuova casa. La sera del 22, il 59 enne è poi andato a cena fuori con alcune amiche, alle quali avrebbe raccontato di aver fatto tardi e per le firme dei documenti del rogito e perché nel suo palazzo era stato rinvenuto un cadavere in un box. Il corpo di Redaelli è però stato scoperto dai carabinieri solo il 23 mattina, dopo l’allarme lanciato dalla sorella della vittima che non riusciva a mettersi in contatto con lui.
“Gliela aveva giurata” – ha commentato un vicino di casa Redaelli, quando oggi ha saputo dell’arresto del 59 enne. Secondo quanto riferito dagli stessi condomini di via Parini ai militari, tra vittima e presunto killer i dissidi condominiali sarebbero stati diversi e prolungati nel tempo. Pochi oggi hanno però voglia di parlare, molti fingono di non ricordare Zafferana, dichiarando di non avere memoria nemmeno del suo nome.