Sono al loro secondo giorno di viaggio in Grecia e noi li stiamo seguiamo virtualmente pubblicando i loro racconti.
Gli studenti di 3D dell’Istituto Vanoni di Vimercate, indirizzo Turismo hanno interamente
programmato il tour allo scopo di approfondire la materia dell’Itinerario turistico.
Bellissimo progetto!GIORNO 2 – Lunedì 9 aprile
SALONICCO – KALAMBAKA

Dopo la lunga giornata di ieri
(Giorno 1 – leggi qua), oggi ci siamo alzati con qualche fatica, ma lo splendido sole che illuminava la città, già alle 8 del mattino, ci ha incoraggiati a dare il via al nostro secondo giorno di esplorazione.
Il programma di oggi lunedì 9 aprile, è rivolto prevalentemente al patrimonio storico- artistico della città bassa.
Dopo una bella camminata sul lungomare, iniziamo con la visita della imponente statua equestre in bronzo di Alessandro Magno. Giulia ci racconta la storia del giovane condottiero macedone che pare proteggere la città dal suo ingresso orientale. La città stessa prende il nome dalla sorellastra di Alessandro, Tessalonica, che significa: “vittoria in Tessaglia”.
Proseguiamo poi salendo sulla Torre Bianca, altro monumento simbolo della città. Dall’alto della Torre, Matilde ci spiega le varie funzioni che la torre ha assunto nel tempo, cambiando di volta in volta anche le sue denominazioni: inizialmente si chiamava Torre dei Leoni, poi, sotto il dominio turco, Fortezza di Kalamaria, Kanli-Kule (Torre del Sangue) nel periodo in cui fu prigione e luogo di torture per i condannati all’ergastolo, infine, Beyaz-Kule (Torre Bianca). L’ultimo nome deriva dalla curiosa storia di un ergastolano che ridipinse interamente di bianco la torre per ottenere libertà.
Verso le undici ci concediamo una pausa in un kafenio, dove abbiamo la possibilità di degustare il tipico caffè greco, dentro i cui fondi gli abitanti del posto, per tradizione, sono soliti leggere il futuro in sorte.
Proseguiamo verso la via Egnatia. Questa trafficatissima arteria, collegava Durazzo a Istanbul in epoca romana, era il decumano massimo della città, punto di riferimento fondamentale da cui si espandeva la centuriazione.
Seguendo la Egnatia incontriamo sul nostro percorso l’Arco e la Rotonda di Galerio. Galerio fu persecutore dei cristiani e promosse la città a capitale dell’Impero Romano d’Oriente per un pur breve periodo.
Dell’originale Arco a tre luci oggi restano solamente due arcate le cui spalle ospitano tuttora dei bassorilievi raffiguranti le imprese di Galerio durante le sue campagne militari contro i persiani.
La Rotonda invece è un grande mausoleo dedicato a Teodosio I, le cui spoglie tuttavia non furono mai ospitate al suo interno a causa di una malattia che decompose prematuramente la salma dell’imperatore.
Agia Sofia – insieme alla chiesa di San Demetrio (patrono della città) – è uno dei più grandiosi monumenti di arte bizantina nonchè una delle principali cattedrali della città. Al suo interno ci hanno affascinato i bagliori dorati e lo sguardo severo delle icone ieratiche. Sensazioni che ci hanno fatto pensare a quanto è vicino l’Oriente.
La visita prosegue nei vicoli bui e disordinati del mercato Modiano, il mercato che prende il nome di una delle più importanti famiglie ebree di Salonicco. Gli ebrei a Salonicco furono i principali artefici dello sviluppo economico della città fino ai primi decenni del Novecento; le cose cambiarono quando la deportazione nazista azzerò la loro presenza in città.
Rapiti dai luoghi e in perenne ritardo sulla tabella di marcia, verso le 14 ci siamo resi conto di dover fare rientro al più presto possibile in hotel, per recuperare i bagagli e correre in stazione!
La strada a piedi avrebbe richiesto quasi un’ora di cammino e così, per non correre il rischio di perdere il treno, abbiamo deciso di organizzare un rientro d’emergenza fermando 5 taxi per strada e negoziando un modico prezzo di 1 euro a persona!
Ormai è quasi sera ed eccoci sul treno che lento attraversa la piatta campagna macedone, tra mare e villaggi rurali che hanno l’aria di essere poveri, ma tranquilli.
Con una romantica luce al tramonto arriviamo dopo chilometri di campi in vista di Kalambaka. Ci si avvicina piano al paese e alle grandi onde di pietra delle Meteore, che lo sovrastano. Più lontane sullo sfondo dorato del tramonto le vette della catena del Pindo, l’ultima estremità meridionale dei Balcani.
Domani dedicheremo la giornata ad un lungo trekking per salire fino ai monasteri più alti. Davanti a questo scenario fantastico l’impresa ci spaventa per la sua lunghezza, ma ci affascina. Se vorrete, domani vi racconteremo come è andata.
Daniel Sula
STUDENTI 3D del VANONI