Caso Bramini, il monito dei magistrati: “Eccessiva pressione mediatica”

15 maggio 2018 | 10:27
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Caso Bramini, il monito dei magistrati: “Eccessiva pressione mediatica”

Secondo i magistrati la “campagna mediatica” sarebbe stata “diretta a condizionare l’attività dei giudici della terza sezione civile del Tribunale di Monza”.

L’associazione Nazionale Magistrati, sezione di  Monza, tramite una nota inviata all’agenzia Ansa in merito al caso dell’imprenditore Monzese Sergio Bramini, fallito per 4 milioni di euro di credito con lo Stato (gestiva servizi di igiene urbana per conto di alcune Ato), il cui sfratto esecutivo della sua abitazione è previsto per il 18 maggio prossimo, rende nota la percezione di un’eccessiva pressione mediatica sulla vicenda, sfociata, a quanto si è appreso, in episodi di violenza verbale sui social network nei confronti del magistrato che si occupa della vicenda.

“Non possiamo accettare che i singoli giudici siano oggetto di pressioni mediatiche volte a ostacolare il regolare corso del processo – si legge nella nota – attuate attraverso campagne denigratorie, che ledono la libertà personale del singolo e offendono l’intera magistratura monzese”.

I magistrati se la prendono anche con la politica e sostengono di non poter “tollerare indebite interferenze nel corso della giustizia da parte di esponenti politici”, due i senatori, un grillino e un leghista, che hanno trasferito il domicilio parlamentare a casa di Bramini, e invocano “il rispetto dell’indipendenza della magistratura, garantita dalla Costituzione a presidio del principio di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge”.

La nota, firmata dal presidente della sezione locale dell’associazione magistrati Leopoldo Litta Modignani, secondo cui la “campagna mediatica” sarebbe stata “diretta a condizionare l’attività dei giudici della terza sezione civile del Tribunale di Monza”, spiega anche di non voler “in alcun modo limitare il diritto di informazione” ma allo stesso tempo di voler “garantire l’opinione pubblica sul fatto che i Giudici di questo Tribunale esercitano e continueranno a esercitare le proprie funzioni con serenità e trasparenza, nel rispetto della legge, respingendo coercizioni di qualsiasi provenienza”.

L’associazione nazionale magistrati ribadisce  infine “la regolarità delle procedure attuate dagli uffici preposti all’esecuzione”, aggiungendo “che tutti i magistrati, e in particolare quelli che si occupano delle esecuzioni forzate, son ben consapevoli dei drammi umani di coloro che si trovano a subire l’esproprio della propria abitazione a causa di eventi sfortunati”, ma che “non possono sottrarsi al dovere di applicare la legge” e “prestarsi a deroghe o eccezioni per quei soggetti che in qualche modo riescono ad attirare su di sé l’attenzione del mondo politico o la visibilità dei mezzi di informazione”.