Cesano. FN in Aula mentre il Consiglio approva la mozione antifascista

9 maggio 2018 | 09:16
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Cesano. FN in Aula mentre il Consiglio approva la mozione antifascista

16 voti favorevoli, 5 contrari (Lega Nord e lista “Con Bosio per Cesano”) e 2 astenuti (M5S). Tra il pubblico anche un gruppetto di Forza Nuova: uno dei militanti ha definito la mozione «immorale».

Sono passati più di 70 anni, eppure parole come “fascismo” e “antifascismo” sono ancora capaci di infiammare le persone e le idee, e di riempire la sala del consiglio comunale di un comune di provincia come Cesano Maderno. Sintomo, forse, di un contrasto mai pienamente risolto, o piuttosto rinnovatosi in chiave contemporanea: da qui la mozione, presentata dai gruppi consiliari cesanesi Pd, Vivi Cesano, Alleanze civiche, Udc e Passione Civica, per la condanna di azioni e manifestazioni all’insegna del neofascismo, del razzismo e della xenofobia, con relative disposizioni di prevenzione. La mozione, discussa animatamente nel corso del consiglio comunale di martedì 8 maggio, è stata approvata con 16 voti favorevoli, 5 contrari (Lega Nord e lista “Con Bosio per Cesano”) e 2 astenuti (M5S).

Al di qua dei banchi consiliari, numerosi cittadini: tra loro, in piedi sulla porta, anche un gruppo di militanti di Forza Nuova, molti “in divisa”, con giacche o magliette con il logo del partito. Una presenza che non stupisce: l’idea della mozione era nata proprio dopo il presidio in ricordo dei morti delle foibe tenutosi a Cesano a inizio gennaio con il sostegno di Forza Nuova, criticato dai gruppi di maggioranza per strumentalizzazione e uso improprio di luoghi (il sagrato della chiesta di S. Stefano) e simboli (uno degli striscioni riportava un gladio fascista). Tanto che nella giornata di martedì 8 il coordinatore provinciale di FN Luca Giugno aveva chiesto di presenziare al consiglio «per difendere la libertà di tutti i cittadini e per far capire che i problemi di Cesano sono ben altri». Secondo Giugno, infatti, la mozione «ha come unico scopo quello di intaccare la libertà d’espressione di tutti i cittadini, perché vieta l’utilizzo di sale e spazi pubblici a tutte le associazioni partiti politici, normali cittadini che non abbiano firmato una ridicola certificazione antifascista». Tra le altre cose, infatti, la mozione chiede di impedire manifestazioni fasciste, razziste e xenofobe, e a modificare il regolamento comunale per quel che concerne l’occupazione del suolo pubblico, chiedendo una dichiarazione di valori antifascisti.

Fuori dall’aula, un militante di Forza Nuova con una maglietta che rivendica “ordine contro il caos”, afferma che una mozione come quella presentata dalle liste di maggioranza è «immorale», perché nel 2018 parlare di fascismo non ha più senso: «Usano la loro democrazia per impedire a noi di esprimere le nostre idee, pulite e oneste». Una linea di pensiero seguita anche dai consiglieri dell’opposizione, come Marina Romanò (Lega) e Luca Bosio (ex candidato di “Con Bosio per Cesano”), i cui interventi sono stati rumorosamente applauditi dai forzanuovisti e non solo, obbligando il presidente del consiglio comunale Gigi Ponti a pretendere più volte il silenzio dal pubblico.

«La fase storica del fascismo si è conclusa negativamente il 25 luglio 1943 – esordisce Romanò, che continua come un fiume in piena fino alla provocazione -: Temete dei vecchi, o alludete alla manifestazione in ricordo delle foibe?», aggiungendo che, più che di fascisti, sembra che la mozione parli di centri sociali o no global. «Non temete una dittatura, ma la rinascita dei nazionalismi» conclude la consigliera leghista, toccando anche il tema immigrazione. «La vostra non è una mozione antifascista, nessuno sta ricostruendo il partito fascista a Cesano Maderno – la sostiene Bosio – anzi, accecati dall’odio non vi siete resi conto che la vostra è una richiesta anticostituzionale e discriminatoria». In una parola, fascista.

Perplesso anche Dario Pizzarelli (M5S): «Si delega a un regolamento comunale, ma come andrà interpretata questa mozione? La maggioranza si scrive da sola i regolamenti, non possiamo essere sicuri di come verrà applicata». «Non si tratta di legiferare sul regolamento – gli risponde asciutta la consigliera Nadia Speronello (“Passione Civica”) -, solo di essere d’accordo o meno sull’essere antifascisti, antirazzisti e antixenofobi».

Tutta la maggioranza, d’altra parte, difende appassionatamente la mozione, dall’appello alla memoria di Paolo Vaghi alla risposta al benaltrismo (parché «a Cesano ci sono cose più importanti di cui parlare») data da Marco Merighi: «Le buche nei marciapiedi e nell’asfalto si possono riempire: ma ci sono altre buche, quelle che si sono create nelle famiglie. Si è formato un substrato subdolo, da cui attinge il fascismo oggi, un legame tra il neofascismo e l’odio per lo straniero». «Si possono avere idee diverse, ma non sono opinabili i valori contenuti nella Costituzione» sottolinea Sara Spadafora. «Il tempo delle ideologie è finito con il muro di Berlino – afferma Pietro Nicolaci -, ma il tema della memoria storica resta fondamentale».

Tra il pubblico, seduta in prima fila e con fazzoletto tricolore al collo, anche Michela Vaccaro di Anpi, ex candidata alla Camera per Leu il 4 marzo scorso, che ha espresso «grande soddisfazione» per l’esito della votazione.