Dimissioni telematiche, Cgil Monza e Brianza: “Nel 2017 circa 2mila casi”

10 maggio 2018 | 11:07
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Dimissioni telematiche, Cgil Monza e Brianza: “Nel 2017 circa 2mila casi”

Nel 2017 la procedura, entrata in vigore il 12 marzo 2016, ha segnato un trend in crescita. Segno di un mondo del lavoro in sofferenza anche nel nostro territorio.

Le ragioni per abbandonare un lavoro possono essere tante. Da quelle più positive, come la possibilità di trovare un impiego migliore e più gratificante economicamente. A quelle più negative, legate a pessime condizioni contrattuali, prospettive aziendali negative o, addirittura, abusi da parte del datore di lavoro. E l’attuale contesto socio-economico ha reso le dimissioni ancora di più una possibile spia di un malessere piuttosto diffuso. Anche nella ricca e produttiva Brianza. Dove i dati sulle dimissioni telematiche relativi al 2017 parlano chiaro.

“L’ufficio vertenze legale della Cgil Monza e Brianza nell’anno 2017 ha assistito, in questa procedura, circa  1.960 lavoratori – spiega Giovanna Piccoli, responsabile dell’Ufficio vertenze della Cgil Mb (nella foto in basso)- il settore maggiormente interessato dalle dimissioni è quello del commercio-pubblici esercizi, dove la mobilità dei lavoratori è più frequente, seguito dal settore dei metalmeccanici e dai trasporti. In quest’ultimo ambito – continua – si registra la tendenza, specie nelle cooperative sociali, di indurre i lavoratori a dimettersi in caso di cessazione dell’attività o dell’ appalto anziché procedere al loro licenziamento per non versare all’Inps il contributo dovuto per la Naspi”.

Nel 2017, più nel dettaglio, le caratteristiche delle dimissioni telematiche in Brianza forniscono ulteriori indicazioni utili. “Il 74 per cento delle dimissioni ha interessato i lavoratori con contratto a tempo indeterminato, mentre il 25 per cento lavoratori con contratti a termine – afferma Piccoli – si tratta, perlopiù, di giovani  che interrompono così il rapporto di lavoro prima della scadenza del termine previsto dal contratto, a causa delle scarse opportunità di crescita professionale e di prospettiva  che questi rapporti di lavoro offrono, nonché per il timore di  rivendicare  i propri diritti a causa della precarietà della loro condizione”.

Il 2017 è stato per questa procedura la prima annualità completa di applicazione delle nuove disposizioni in materia, previste dal Jobs Act, precisamente, dall’art. 26 del decreto legislativo 14 settembre 2015 n. 15. Ed entrate in vigore il 12 marzo 2016. Ecco perché il confronto tra l’anno scorso e quello ancora precedente non è chiaramente possibile. Ma, in ogni caso, il trend è chiaramente in crescita. Nei circa 9 mesi presi in considerazione nel 2016, infatti, la Cgil MB era stata impegnata ad assistere 1.042 persone nelle dimissioni telematiche (leggi l’articolo).

Un segnale, quindi, che non dovrebbe essere trascurato. Soprattutto all’inizio di una legislatura che stenta a prendere concretamente il via. Anche perché la nuova disciplina si applica a tutti i rapporti di lavoro subordinato ed ha la finalità di evitare il fenomeno delle cosiddette “lettere di dimissioni in bianco” e quindi di accertare l’autenticità della manifestazione di volontà della lavoratrice o del lavoratore che intenda dimettersi. L’obiettivo della norma è anche quello di garantire la data certa dell’evento, rendendo in tal modo inefficaci le dimissioni presentate con modalità diverse da quelle previste dalle nuove disposizioni.

Il lavoratore, che entro sette giorni dalla data di trasmissione del modulo ha la facoltà di revocare le proprie dimissioni e la risoluzione consensuale sempre con modalità telematica, dovrà comunque rispettare i termini di preavviso previsti dai contratti collettivi applicati al settore di appartenenza. Fa eccezione il caso delle dimissioni rassegnate per giusta causa, che consentono la risoluzione immediata del rapporto di lavoro senza obbligo per il lavoratore di risarcire il mancato preavviso.

E’ importante sapere che le attuali disposizioni sulle dimissioni telematiche non si applicano in una serie di circostanze. Dai rapporti di lavoro domestico alle dimissioni presentate durante il periodo di prova, dai rapporti di lavoro marittimi al pubblico impiego. Fino alla lavoratrice nel periodo di gravidanza o  alla lavoratrice/lavoratore durante i primi tre anni di vita del bambino (qui la normativa). Nella procedura di trasmissione telematica delle dimissioni è fondamentale il ruolo di soggetti abilitati, che la legge individua nei Patronati, organizzazioni sindacali, enti bilaterali, commissioni di certificazione e consulenti del lavoro. Un insieme di figure al servizio di uno dei diritti più importanti nel mondo del lavoro.