Giovani Musulmani chiedono un luogo di culto a Monza

29 maggio 2018 | 11:23
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Giovani Musulmani chiedono un luogo di culto a Monza

Cambio al vertice della sezione brianzola dei Giovani Musulmani d’Italia. Mazen Hussein, ha lasciato il posto a Xhevahire Hyka. La giovane 22enne ha le idee chiare sulle priorità del suo mandato.

Cambio al vertice della sezione brianzola dei Giovani Musulmani d’Italia. Mazen Hussein, dopo 3 anni alla guida del movimento attivo dal settembre 2011, ha lasciato il posto a Xhevahire Hyka. Per i prossimi due anni, quindi, sarà una donna a ricoprire la carica di presidente dei giovani brianzoli credenti in Allah. Xhevahire, conosciuta ai più come Geva, è albanese e compirà 22 anni a settembre. Per il suo mandato ha già stilalo la lista delle priorità, fra cui far fronte comune con altre associazioni per richiedere un luogo di culto.

Da 17 vive in Italia, prima nella zona di San Rocco a Monza e ora a Cinisello Balsamo. E’ diplomata al Liceo Classico e ora studia Filosofia all’università Statale di Milano. Prima di cinque sorelle, in quest’intervista ad MBNews si racconta, annuncia che, durante il suo mandato al vertice della sezione locale dei Giovani Musulmani d’Italia, punta a “consolidare e ampliare il gruppo che abbiamo, puntando sulle potenzialità dei singoli individui e sulle passioni di ciascuno”.

E non manca di rivolgere un deciso appello agli enti istituzionali, il Comune di Monza su tutte, perché, anche nel capoluogo della Brianza, ci sia uno spazio ufficiale dove i musulmani possano pregare. Senza dover ripiegare, come accade ora, su sistemazioni, tutto sommato, di fortuna. Come il Centro islamico di Monza e Brianza di via Ghilini, nei pressi della stazione ferroviaria di Monza (leggi l’articolo). “Trovo assurdo che nel 2018  – afferma Hyka – venga negata la possibilità a una comunità di avere un luogo di culto”.

Geva, il 12 maggio sei stata eletta presidente della sezione brianzola dei Giovani Musulmani d’Italia. La tua famiglia è albanese, tu sei nata a Tirana, ma vivi in Italia da quando avevi 5 anni. Come sei arrivata in Brianza?

Mio padre è arrivato qui con il grande sbarco degli albanesi nei primi anni ’90, mentre io, mia madre e mia sorella siamo arrivate in seguito comodamente in aereo.  Sono la prima di cinque figlie femmine. Io e la secondogenita siamo nate in Albania, mentre le altre tre sono nate tra la Brianza e Sesto San Giovanni. Io sono cresciuta prima nella zona di San Rocco a Monza e ora a Cinisello Balsamo. Sono diplomata al Liceo Classico e ora studio Filosofia all’università Statale di Milano.

I musulmani vivono la religione come elemento fondamentale della propria vita quotidiana. Qual è il tuo rapporto con l’Islam?

Prima di tutto vorrei sfatare un mito: non sono convertita, la popolazione albanese è per la maggior parte musulmana. La mia fede ha due lati: quello privato e quello pubblico. Il primo è il rapporto profondo e il dialogo che c’è tra me e Dio, attraverso le adorazioni e il testo sacro, il Corano. Il lato pubblico, invece, è il fatto che essere musulmana “si vede”: il dover pregare a una determinata ora, se usciamo a fare un aperitivo è rigorosamente analcolico, se usciamo a mangiare, si controlla sempre con cosa sono fatti i cibi in quanto abbiamo un codice alimentare.

Come ti poni nei confronti di chi non è musulmano?

Credo che nell’aspetto pubblico ci sia anche il dialogo con chi non professa la mia religione e la curiosità o anche, spesso, le critiche verso l’Islam. Da filosofa mi piace molto interloquire di queste tematiche e non mi tiro indietro. Anzi servono a sfatare sia i falsi miti che gli stereotipi, ma, quando non so rispondere, anche a fare in modo di aumentare la mia conoscenza.

Portare il velo ha spesso generato polemiche. Personalmente come ti comporti in questo senso?

Non porto ancora regolarmente il velo, ma è tra i miei obiettivi. A breve termine vorrei arrivare a portarlo definitivamente. Per ora lo metto ogni tanto quando esco, quando vado in università o in biblioteca.

Nel tuo mandato da presidente della sezione brianzola dei Giovani musulmani cosa consideri come tua priorità?

Bisogna consolidare e ampliare il gruppo che abbiamo puntando sulle potenzialità dei singoli individui e sulle passioni di ciascuno. Siamo un’associazione di giovani per giovani, quindi è bello vedere prima di tutto un gruppo unito e coeso che lavora bene insieme. Voglio che diventiamo un punto di riferimento a livello locale per la nostra comunità ma anche per l’esterno.

A Monza, come in molte città della Lombardia, più volte si è discusso sull’assenza di un luogo di culto per i musulmani. La vostra associazione ha intenzione di far sentire la propria voce su questo fronte?

Trovo assurdo che nel 2018  venga negata la possibilità a una comunità di avere un luogo di culto. Trovo sia arricchente conoscere altre culture, storie, religioni. La chiusura porta solo a ignoranza e conflitto, l’apertura invece porta dialogo e confronto. Per quanto riguarda i Giovani Musulmani non credo opportuno muoverci come singoli, ma con la collaborazione delle altre associazioni. Pertanto sono fiduciosa nel fatto che, facendo fronte comune, potremo andare, musulmani e non, a parlare con le istituzioni per richiedere un nostro diritto.