Finanza maxi operazione: in carcere l’imprenditore Malaspina e l’ex magistrato Perillo

21 maggio 2018 | 13:54
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Finanza maxi operazione: in carcere l’imprenditore Malaspina e l’ex magistrato Perillo

Scoperte dalla GDF fatture per operazioni inesistenti per un ammontare di circa 95 milioni di euro, con distrazioni patrimoniali per un valore di 234 milioni di euro.

Un’imponente operazione della Guardia di Finanza è stata svolta questa mattina, lunedì 21 maggio, su tutto il territorio italiano, dalla Brianza fino alla Calabria, coinvolgendo le province di Milano, Monza e Brianza, Lecco, Bologna, Asti e Reggio Calabria. Trenta le misure cautelari, 21 gli arresti (di cui 9 in carcere), 43 le pattuglie coinvolte dirette ad altrettanti obiettivi in esecuzione di un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal GIP del Tribunale di Monza: gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata a reati tributari e fallimentari, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e corruzione. Numerosi i Comuni della Brianza coinvolti, tra cui Vimercate, Ornago, Correzzana, Seveso, Seregno, Mezzago, Arcore e Monza.

ARRESTATO L’IMPRENDITORE MALASPINA

Tra gli arrestati, l’imprenditore edile calabrese, Giuseppe Malaspina, residente in Brianza, definito il “deus ex machina” del sistema fraudolento messo in piedi, accusato, tra le altre cose, di aver emesso fatture per operazioni inesistenti per un ammontare di circa 95 milioni di euro, con distrazioni patrimoniali per un valore di 234 milioni di euro. In manette anche una serie di professionisti qualificati, l’ex magistrato arcorese, che prestava servizio alla sezione fallimentare del Tribunale di Monza, Gerardo Perillo, avvocati, geometri, commercialisti e architetti, tutti facenti capo all’imprenditore, nonché diversi dipendenti delle 40 società coinvolte, appartenenti a un gruppo societario facente capo al noto imprenditore, intestati all’ex moglie dell’imprenditore, a segretarie, parenti o collaboratori dello stesso.

L’OPERAZIONE PARTITA DA CORREZZANA

L’operazione chiamata “Domus aurea”, è partita da un esposto presentato nel 2014 per fatti risalenti al 2010, da parte di una lista di opposizione del Comune di Correzzana, “Correzzana Viva”, che aveva denunciato presunte irregolarità nell’esecuzione di alcuni lavori pubblici, portati a termine in modo non conforme al capitolato. I due consiglieri di minoranza di Correzzana sono Ada Civitani e il marito Claudio Grossi, assessore al Bilancio a Vimercate. Se per quella specifica operazione il reato era ormai caduto in prescrizione, l’esposto ha però permesso di aprire un vaso di Pandora e di smantellare un articolato gruppo societario riconducibile all’imprenditore edile Malaspina.

FATTURE INESISTENTI E DISTRAZIONI

Le indagini, basate inizialmente sulle intercettazioni ambientali, hanno permesso di rilevare una serie di condotte illecite, in particolare l’emissione di fatture fittizie e una serie di operazioni societarie fraudolente di natura distrattiva poste in essere al solo fine di preservare dalle pretese dei creditori il patrimonio di alcune società riconducibili all’imprenditore, tra cui compare il prestigioso albergo di Venezia, il Ca’ Sagredo, il quale, dopo una serie di passaggi societari, è stato infine trasferito ad una nuova società, costituita ad hoc, legalmente rappresentata dalla segretaria e storica collaboratrice dell’arrestato.

Per impedire il perfezionamento della distrazione, ad aprile 2017, i Finanzieri hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo d’urgenza emesso dalla Procura della Repubblica di Monza, cautelando le quote della predetta società per un valore stimato di oltre 75 milioni di euro, quale prodotto e/o profitto del delitto di bancarotta fraudolenta, sequestro successivamente convalidato dal G.I.P. e confermato sia dal Tribunale del riesame che, a febbraio scorso, dalla Corte di Cassazione.

Tra gli altri sequestri messi in campo, anche un terreno di Ornago, su cui sorge il Malaspina Horse & Country: terreno acquistato dalla moglie dell’imprenditore, a cui erano fittiziamente intestate delle società, la quale moglie è ora accusata anche di riciclaggio per aver utilizzato per l’acquisto soldi derivanti da operazioni di distrazione.

L’operazione è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Monza guidata da Colonnello Massimo Gallo, e diretta dalla Procura di Monza, dal Procuratore Capo di Monza Luisa Zanetti, i sostituti Procuratori Salvatore Bellomo e Giulia Rizzo. Presenti alla conferenza stampa in Procura, anche il Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Milano, generale Paolo Kalenda.