Monza prima in Italia: firmato protocollo che apre il carcere al mondo del lavoro

15 maggio 2018 | 10:35
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Monza prima in Italia: firmato protocollo che apre il carcere al mondo del lavoro

Nasce a Monza la prima rete che consente il reinserimento sociale dei detenuti

Un protocollo che favorisca l’inserimento lavorativo delle persone in esecuzione penale. Si, si può fare. “Oggi – asserisce la direttrice del carcere di Monza, Maria Pitaniello – presentiamo questa iniziativa con grande entusiasmo. Un protocollo sul lavoro, unico a livello nazionale, che ha dei grani obiettivi”.

Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato“. Lo dice l’articolo 27 della nostra costituzione. Lo ribadisce, in teoria, il senso rieducativo del carcere. Un obiettivo, quest’ultimo, per lo più teorico. Si, perché spesso e volentieri, chi ha capito di aver sbagliato e cerca una redenzione, ossia una seconda chance, questa possibilità non ce l’ha. Chi assumerebbe, del resto un ex detenuto? Lasciamo ogni tipo di pregiudizio, ai pregiudizi stessi. “Il nostro intento – spiega Pitaniello – è quello di avvicinare il pianeta del carcere al mondo del lavoro, che toglie dall’ozio e dà dignità“. E se di dignità si parla, allora ogni essere umano ha diritto di trovarla, quella ricerca della felicità, tanto paventata da Thomas Jefferson ne i diritti inalienabili dell’uomo.

E così, dalla filosofia si passa alla pratica. Nel corso di ieri, martedì 14 maggio, all’interno della casa circondariale di Monza, è stato firmato il primo protocollo d’intesa sul lavoro. Dal tribunale di Monza, passando per Confartigianato, Assolombarda e la camera di Commercio, si è arrivati dritti dritti, fino all’ordine dei commercialisti. Ventitré soggetti. Una rete che avvicina il carcere al mondo del lavoro. L’obiettivo è quello di favorire la formazione e il reinserimento sociale dei detenuti attraverso l’assunzione o la proroga di un contratto di lavoro presso imprese, enti – pubblici o privati – e associazioni. “L’imprenditore – dichiara Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda – non è solo un importante attore economico, ma sempre più deve diventare un attore sociale che vive in modo consapevole e proattivo la propria comunità. Il protocollo firmato oggi – chiarisce –  ben interpreta questo nuovo ruolo”.

Dare fiducia e offrire opportunità concrete. “Parole chiave – precisa il primo cittadino Dario Allevi – che per la prima volta vede tutti i soggetti del territorio alleati con lo scopo di promuovere, nei fatti, il reinserimento sociale dei detenuti”. Parole ferme. Parole sincere. Del resto anche gli operatori economici hanno avvertito tale necessità in prima linea.  “Crediamo fortemente che il lavoro sia uno strumento attivo ed efficace per il reinserimento sociale dei detenuti –sostiene Ambra Redaelli consigliere della Camera di commercio di Milano – e proprio al sistema imprenditoriale, spetta la sfida di superare barriere e pregiudizi”.

Barriere e pregiudizi, però, non si possono superare da soli. Il reinserimento, infatti, sarà supportato da programmi di formazione e da specifici percorsi di risocializzazione. “Fin da subito – spiega Monza e Brianza Onlus – riteniamo fondamentale la promozione di un’azione concreta”. Del resto, spiega Luigi Losa, vice presidente della Fondazione della Comunità Monza e Brianza, “formazione, lavoro e inclusione sociale sono il cuore di questo protocollo”. E tra le prime concrete azioni, l’avvio di una Cisco Academy è sicuramente il primo grande passo. Si tratta di un percorso di formazione specialistica per potere operare su i sistemi ICT, che l’azienda progetta ed installa in tutto il mondo. Un’opportunità concreta resa possibile anche grazie agli sforzi della Fondazione della Comunità Monza e Brianza. Un sostegno alla formazione, quello della Fondazione, che vale 12mila Euro.

Ma i contributi non finiscono qui. Se i contenuti del protocollo e le opportunità del lavoro svolto dai detenuti, saranno diffusi alle imprese del territorio attraverso specifici incontri, l’ordine dei Commercialisti ha steso un vero e proprio vademecum circa le agevolazioni fiscali riservate alle aziende e alle imprese, che assumeranno gli ex detenuti e le persone in esecuzione penale esterna. Diritto al lavoro, insomma. E se la legge è uguale per tutti, la legge viene anche in soccorso. La norma di riferimento è all’art. 3 bis della L. n. 381/1991.”Una norma di facile attuazione”, spiega l’Ordine, che consentirà uncredito di imposta fino a 520 euro al mese, compensabile con modello F24 e uno sgravio contributivo pari al 95% dei contributi dovuti. Vantaggi fiscali, per chi assume, che continueranno anche oltre la scarcerazione dell’individuo, purché mantenga l’occupazione presso l’azienda.

Aiutare ad aiutarsi. Così, potrebbe riassumersi, lo scopo del protocollo posto in essere dai 23 soggetti territoriali.

Qui di seguito viene riportata la lista dei firmatari: Tribunale e la Procura di Monza, Tribunale di Sorveglianza di Milano, Tribunale e la Procura per i Minorenni di Milano, Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria della Lombardia, Casa Circondariale di Monza, UIEPE (Ufficio Interdistrettuale Esecuzione Pene Esterne) di Milano, Centro per la Giustizia Minorile per la Lombardia, USSM (Ufficio Servizio Sociale Minorenni Milano), Difensore Regionale della Lombardia – Garante dei detenuti, le istituzioni del territorio (Prefettura di Monza e della Brianza, Provincia di Monza e Brianza, Comune di Monza) il mondo delle imprese (Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, Assolombarda Confindustria Milano Monza Brianza, Lodi, APA Confartigianato Imprese), Fondazione della Comunità di Monza e Brianza, AFOL Monza e Brianza, Camera Penale di Monza, gli Ordini professionali di Monza e Brianza (Avvocati, Commercialisti ed esperti contabili, Consulenti del lavoro).