Nokia, ancora 87 lavoratori a rischio: aperte le procedure di licenziamento

I tagli riguarderanno soprattutto lo stabilimento di Vimercate. Fallimentare l’incontro al MISE per cercare di convincere l’azienda a fare marcia indietro
Sono passati solo cinque mesi dal piano di ristrutturazione concluso a novembre 2017: allora gli esuberi erano stati 200. Oggi, ancora una volta, Nokia torna a parlare di licenziamenti.
Questa mattina, mercoledì 16 maggio, dopo il fallimentare incontro di martedì 15 maggio presso il Ministero dello Sviluppo Economico, sono state aperte le procedure di licenziamento: sono 87 le persone che questa volta rischiano, la maggior parte delle quali provenienti dallo stabilimento di Vimercate.
«Dopo l’ennesimo tentativo per cercare di convincere l’azienda ad adottare strade diverse, ci ritroviamo punto e a capo – ha commentato Umberto Cignoli, delegato sindacale Fiom – L’aiuto da parte del MISE, per usare un eufemismo, è stato a dir poco scarso e l’azienda non ha nessuna intenzione, come già accaduto, di fare marcia indietro».
La trasferta per scongiurare la seconda ondata di licenziamenti dopo la fusione con Alcatel-Lucent, dunque, non è servita a molto, anzi, a niente, se non a conoscere il numero esatto di esuberi: a febbraio, infatti, ne erano stati annunciati circa 130. L’azienda è rimasta arroccata sulle sue posizioni: i licenziamenti ci saranno. E in effetti, ecco questa mattina arrivare l’ufficialità. Tutti i reparti saranno coinvolti, l’unico a non essere toccato, molto probabilmente, sarà quello della Ricerca&Sviluppo.
«È da sottolineare il fatto che non stiamo parlando di un’azienda in crisi – continua Cignoli – Si tratta solo di delocalizzazioni: si spostano dove i costi sono inferiori».
Ed è proprio per questo che i dipendenti non hanno intenzione di stare a guardare impassibili: la prossima settimana, a seguito dell’assemblea, saranno organizzati scioperi e presidi. «Anche se, stando a come sono andate le cose negli scorsi mesi, sarà alquanto difficile che i vertici aziendali cambino idea», conclude amaramente Cignoli.