Nova Milanese, elezioni: ecco i candidati e le quattro liste civiche

14 maggio 2018 | 10:19
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Nova Milanese, elezioni: ecco i candidati e le quattro liste civiche

Imminenti le elezioni Comunali a Nova Milanese. I quattro candidati si presentano e si raccontano.

Tempi incerti, tempi di elezioni. Dal Colle al Municipio, quello di Nova Milanese, la situazione non cambia. Ma se alle Politiche il popolo si è espresso, alle Comunali i cittadini dovranno attendere fino al 10 giugno, per esprimere la loro preferenza. Chi scegliere? Questa la domanda che sorge spontanea.

Quattro i candidati in lizza. Cattaneo Massimo, Andrea Romano, Eugenio Pizzigallo e Fabrizio Pagani. Quattro liste civiche dove, forse in modo solo apparente, a dar conto sono i cittadini e non i partiti. Fuori dalla corsa, invece, è il M5S. Come dichiara la consigliera comunale Floriana Rocco “è stato molto difficile trovare un candidato giusto. Abbiamo delle restrizioni molto rigide – spiega la consigliera – e quando lo abbiamo trovato, eravamo ormai fuori dai tempi massimi del 20 marzo per presentare la sua candidatura”.

Ogni candidato, va detto, rappresenta in verità un’identità politica ben definita e, in quasi tutte le liste, sono state proprio le logiche dei partiti a scegliere il corrispettivo candidato. “Noi – dichiara Massimo Cattaneo – siamo l’unica lista civica di nome e di fatto. Le altre – specifica – sono partiti mascherati da liste civiche, per mascherare le logiche disfattiste della stessa politica”. Dello stesso avviso è l’ex FI Andrea Romano, che corre da solo. “Un partito – sostiene – ha una visione poco partecipata. La lista civica, invece, ha una visione più attenta alle esigenze delle persone”.

LA SINISTRA. UN’INCUDINE TRA COALIZIONI E LISTE CIVICHE

Fabrizio Pagani, da assessore a candidato sindaco.

“Vivere per Nova(appoggiato da Pd, Unità a Sinistra per Nova e Io lavoro per Nova), questa la lista civica di Fabrizio Pagani, che aspira alla poltrona di Rosaria Longoni, attuale sindaco in carica. A supportare la sua candidatura, un’alleanza tutta di Sinistra. Dal sostegno del PD, all’unita di diversi partiti “mancini”. Una mega coalizione, si potrebbe dire, a sostegno del candidato.

Partecipazione. Questo – sottolinea il candidato – è il nostro cavallo di battaglia”. Se, del resto, i tempi non sono cambiati e vox populi rimane vox dei è proprio Pagani a chiosare quanto asserito. “Ho voluto un’appartenenza civile, di chi – spiega – non appartenga alla politica al fine di creare una lista aperta alla città. Una lista civica che sia inclusiva e non esclusiva. Vogliamo essere attenti ai problemi dei cittadini e, per questo motivo, non escluderli dall’amministrazione.

Amici, nemici. Non si tratta di un ossimoro, ma di ciò che lega Pagani a Pizzigallo. Amici nella vita, “nemici” in politica. Così Pagani ingrana la marcia e scocca la sua freccia contro il candidato avversario. L’ex maresciallo dei carabinieri, Eugenio Pizzigallo. “La mia – ci tiene a sottolinearlo – non vuole essere una critica, ma solo una constatazione. L’esperienza – sostiene contro quella che obiettivamente Pizzigallo non ha – è una cosa invece importante. Del resto – conclude – se non si ha idea di come funzioni la macchina, si fa fatica a mettersi in pista”.

Cattaneo Massimo. Amministrare uscendo da ogni logica politica.

Per Nova concretamente (assieme a Nova che cambia)”. “Una vera lista civica – sostiene il candidato – fuori da ogni logica politica”. E se di concretezza si parla, Cattaneo rimane coerente a se stesso e non va troppo per il sottile. Che sia consigliere dell’attuale giunta è un dato di fatto, ma è pur vero che si è staccato da ogni forza politica e ora corre da solo. “Quelle avversarie – asserisce – sono liste civiche mascherate. Si tratta al contrario di partiti, che cercano di uscire dalle logiche disfattiste della politica. Noi, invece, sosteniamo idee e un programma, prescindendo dai partiti che le presentano”. Un “attacco” preciso. E che sia reale o meno, è sicuramente un colpo ben assestato.

A proposito del programma, “ciò che ci interessa è capire le esigenze dei giovani. La sicurezza, cavallo di battaglia di molti candidati, non è il vero problema. Il problema reale – sottolinea Cattaneo – è che Nova è una città che si sta spegnendo. Non è possibile – afferma – che la biblioteca di chiuda alle 18, spingendo gli studenti a uscire dal paese. Bisogna, prima di tutto, riconsiderare l’arredo urbano. Rendere il paese attrattivo e quindi rilanciare l’economia cittadina su tutto il territorio”. Un programma ambizioso e non facile da attuare. “Ma se c’è la volontà – controbatte Cattaneo – c’è anche la forza di farlo. Il problema da lui palesato, a onor del vero, riguarda tanti altri comuni brianzoli che si stanno trasformando in semplici dormitori. Un dato concreto di non poco conto. Rilanciare un’economia cittadina, per tanto, significherebbe rilanciare anche quella comunale? Sicuramente è una domanda su cui val la pena riflettere.

DUE CANDIDATI, NEMICI, DI CENTRO DESTRA. VIEN DA DOMANDARSI SE IN SENO ALLA COALIZIONE CI SIA UNA SPACCATURA?

Eugenio Pizzigallo: da ex carabiniere a candidato estraneo alla politica.

“La mia passione politica – dice Pizzigallo – non è mai nata. Hanno pensato al mio nome come ideale candidato e alla fine ho optato per il si”. Ha senso che un sindaco sia rappresentato e sia rappresentante di una forza politica? Viene spontaneo chiederselo, certo. Del resto, pensandoci bene, il suo compito è quello di amministrare una città e non, almeno non propriamente, quello di far Politica. Un sindaco super partes, sarebbe un sindaco ideale? Questa, probabilmente, la domanda che la coalizione di centro Destra si è posta nel scegliere un ex maresciallo dei carabinieri, totalmente avulso alla politica. Nova Ideale, infatti, è il nome della lista. “Una lista di cittadini comunicon idee di Destra”. Questo quanto asserisce Pizzigallo. “E proprio perché non vengo dalla politica – sottolinea il candidato – i partiti hanno scelto me. Nei miei 25 anni di carriera – spiega – ho avuto modo di conoscere personaggi vari legati al mondo della politica e del territorio, ma rimanendone sempre distaccato”. Inesperienza politica, insomma, che proprio da una logica politica, viene invece trasformata in punto di forza. Contraddizione? “La mia principale funzione – sostiene Pizzigallo – è quella di vedere i problemi delle persone. Uscire dalle logiche politiche – asserisce – tornando ad ascoltare i cittadini, per me, che se vincerò farò il sindaco a tempo pieno, è un fatto naturale. I problemi sociali – asserisce – si prevengono con l’ascolto. E ascoltando – assicura – si va a migliorare la macchina comunale“. A questo punto, che si tratti di contraddizione o di una mera strategia politica del centro Destra, rimane sicuramente un quesito interessante. Interessante è anche vedere come il fattore inesperienza, usato alle Politiche contro il gruppo penta stellato, venga adesso (ri)abilitato, a pro domo loro, da quello stesso agglomerato politico di Destra. Un pensiero che sorge spontaneo, forse. Un’osservazione, a cui è giusto dare una risposta. “L’inesperienza – ribadisce Pizzigallo – è il mio punto di forza, perché esco da ogni logica politica malfunzionante. Io ci metto la ventennale esperienza accumulata sul territorio, per le questioni meramente più amministrative – asserisce – ci saranno tecnici formati”. Certo, il discorso potrebbe non fare una grinza. Viene da chiedersi o meglio da sperare, che di tecnici formati ce ne saranno sul serio. E su tale concetto, non tarda ad arrivare la risposta avversaria. “Un sindaco – rimbecca Cattaneo – è un importante direttore d’orchestra e fare dell’inesperienza un punto di forza, diventa una questione sicuramente labile”.  “Sono onorato – obietta Pizzigallo – che così tante persone abbiano voluto la mia candidatura. E se in così tanti mi hanno scelto – conclude – sicuramente è perché ritengono io possa far bene”.

Andrea Romano, rompe con FI e corre da solo.

Noi con Andrea Romano. “Una lista civica – dice Romano – che nasce dal tessuto sociale”. È ora di cambiare musica“. Questo lo slogan elettorale. Una dichiarazione programmatica, ma anche una dichiarazione di guerra?Forse più un’esigenza, quella della lista civica, che non una vera e propria volontà. “la mia candidatura – asserisce Romano – nasce proprio in questo momento particolare, da un fatto che mi lascia un pò di amaro in bocca”. L’attuale consigliere non le manda certo a dire. Veloce ingrana la marcia e rapido tenta il sorpasso dell’avversario, puntando però il dito contro il suo vecchio partito. Forza Italia. Per arrivare alle candidature di sindaco, bisogna mantenere un metodo e delle regole statutarie, quelle dei partiti. Tali regole – sostiene – sono state totalmente disattese contro ogni regolare principio. Il coordinatore cittadino di FI, ad esempio, ha condotto le trattative assieme ai suoi alleati di coalizione, a mia totale insaputa, nonostante io sia capogruppo della giunta uscente. Una modalità che non ho potuto tollerare e ragion per cui nasce la mia lista civica”. Una denuncia ben precisa. Un colpo di mano, che Romano non ha certo mandato giù. Idee divergenti o una spaccatura del e nel partito? “Forse – risponde Romano – è più giusto parlare di incapacità gestionale, da parte dei partiti, nel tenere insieme le persone. La cosa certa – continua il candidato – è che i partiti hanno una visione poco partecipata”. Si spiega meglio. “FI – asserisce – non è mai esistita sul territorio. Appare solo nel periodo elettorale. Come si può allora dire, che il partito sia vicino alla gente”? Una domanda retorica, quella del consigliere, che non lascia via di scampo. “La mia lista civica, invece, sarà attenta alle esigenze delle persone e ai problemi della città”. Apportando degli esempi, Romano parla di scuole in totale stato di degrado. È assurdo – asserisce – che nella scuola di via Biondi, tanto per citarne una, da anni sia stata promesso un ascensore, ancora oggi mai realizzato. Chi ci va di mezzo – sottolinea – sono i ragazzi con disabilità, costretti a salire le scale con le stampelle per recarsi in aula. Una cosa del tutto non ammissibile – conclude – e che sarà certo una mia priorità realizzare”.

Programma a parte, Romano non perde l’occasione di usare tutte le frecce al suo arco. Una faretra ben fornita con cui colpire, ancora una volta, l’avversario Pizzigallo. “Un sindaco – sostiene – non può non avere esperienza. Quella dell’inesperienza, la ritengo una scelta del tutto contradditoria. La politica – asserisce – è soprattutto sacrificio e significa aver dedicato, in passato, del tempo e delle fatiche dietro questa macchina. Fatiche senza le quali, diventa impossibile da guidare”. Pizzigalli non si fa certo intimorire e anziché mettere il piede sul freno, schiaccia il pedale del gas. “A Roma e a Torino – controbatte – gestiscono la città delle persone più che inesperte. Questa è la prova che io posso fare il sindaco. E lo posso fare – ribatte – soprattutto per i miei diritti civili”. Un botta e risposta che non finisce qui. “Pizzigallo – continua Romano – farà la sua esperienza sulle spalle dei cittadini. Non è ammissibile”. “il suo dissidio – replica l’ex maresciallo – nasce solo dal fatto che il partito abbia scelto me, anziché lui. La mia “inesperienza” – conferma – andrà solo a vantaggio e non a sfavore dei cittadini”.

Più che una semplice corsa alla candidatura, sembra una vera e propria “nascar”, dove a uscire illeso sarà solo il parere dei cittadini.